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09/10/2007

Speciale Congresso Fnsi, programma "G. Indipendenti"

"Rileviamo le incoerenze della gestione fallimentare di Serventi Longhi"

Dopo le recenti elezioni per il rinnovo dell’Ordine, siamo nuovamente chiamati ad una tornata elettorale per eleggere i delegati che rappresenteranno il Piemonte al prossimo congresso nazionale del nostro sindacato. All’assise di fine novembre gli eletti delle associazioni stampa regionali, rinnoveranno il consiglio nazionale, la giunta e la segreteria della FNSI. L’Associazione Stampa Subalpina è federata con la FNSI (Federazione Nazionale della Stampa Italiana), che dal dopo guerra rappresenta il sindacato unico ed unitario dei giornalisti italiani: professionisti e pubblicisti. Un sindacato certamente improntato su base democratica e ne è la prova la possibilità reale di ogni iscritto di partecipare alla vita della nostra istituzione. Non vige il sistema della “cooptazione”, dove  è oggettivamente impossibile entrare nell’organismo se non vi sono i lasciapassare delle segreterie provinciali, regionali e nazionali dei rispettivi sindacati confederali. Invece il sindacato dei giornalisti, i suoi statuti, permettono una reale partecipazione dell’iscritto, che può realmente contribuire, nelle varie scadenze elettive, alla vita del sodalizio locale e nazionale. Noi ne siamo reale testimonianza: un gruppo di colleghe e colleghi che dal lontano 1992 si sono ritrovati per cambiare aria nelle polverose stanze e rinverdire riti scontati, sovvertendo equilibrii consolidati, dove i referenti della Subalpina erano a loro volta i politici delle istituzioni locali. Nel corso degli anni, molti passi si sono consumati sotto gli “omenoni” dell’ampio atrio di corso Stati Uniti: i Giornalisti Indipendenti, da sparuto ma determinato sodalizio tra donne e uomini di buona volontà, si sono progressivamente fatti largo, inserendosi nelle varie istituzioni rappresentative del mondo giornalistico regionale e nazionale.

Le battaglie sono state spesso aspre e combattute senza esclusione di colpi, ma sempre nella consapevolezza di avere di fronte non nemici ma avversari: ad vertere, lealmente, nelle fertili diversità. Questa nostra impostazione di lealtà nei confronti della dirigenza, sia a livello locale che nazionale (ricordiamo la fiducia concessa sia al segretario generale della FNSI, che ai due ultimi segretari della Subalpina), non ci esime di rilevare, a fine mandato, le incoerenze di una conduzione sostanzialmente fallimentare di Paolo Serventi Longhi  e di Franco Angelo Siddi, rispettivamente segretario generale e presidente della FNSI. Riproporre quest’ultimo alla segreteria della nuova dirigenza, che uscirà dal congresso di Castellaneta, significa non comprendere l’insofferenza e il disagio di una intera categoria. Non solamente perché, caso unico nella storia della FNSI, si arriva ad un rinnovo del congresso con il contratto di lavoro non firmato, ma perché non sono state soddisfatte le richieste di attenzione nei confronti di coloro che il contratto non ce l’hanno e forse non l’avranno mai. Ipocrita è lanciare proclami a “media unificati”, spiegando ai cittadini che gli scioperi sono soprattutto a favore dei meno garantiti, dei precari, di coloro che sono al di fuori della contrattualizzazione giornalistica, sapendo bene che senza una reale svolta e scelte coraggiose chi è “fuori” rimarrà ai margini e i “garantiti” lo saranno sempre meno. La stessa ripartizione fra giornalisti professionali e giornalisti collaboratori sta mostrando la corda e dovrà essere rivista. La ratio era quella di riunire, da una parte, tutti coloro che vivono di giornalismo e svolgono tale attività a tempo pieno (al di là delle anacronistiche distinzione della legge del 1963 istitutiva dell’Ordine) e dall’altra il classico pubblicista con tutto il suo bagaglio di saperi ed esperienze. Partizione che si è rivelata solamente cartacea, senza attecchire sulla composizione del sindacato, con il solo risultato di ridurre ulteriormente la rappresentanza dei pubblicisti collaboratori alla risibile percentuale del 25 per cento del Congresso e delle conseguenti risultanze della segreteria, della giunta e del consiglio nazionale della FNSI. Le stesse proporzioni a sfavore dei pubblicisti, si ripercuoto a livello regionale: già la iniqua ponderazione due pubblicisti = un professionista all’Ordine stride, e nel sindacato la proporzione peggiora  uno a quattro!

Siamo soddisfatti del sindacato che abbiamo? La disaffezione aumenta? Possiamo puntare ad una svolta in questa tornata elettorale? Pensiamo di si. Noi  Giornalisti Indipendenti ci presentiamo alle colleghe ed ai colleghi per chiedere il loro voto, anche se siamo consci che solo con la buona volontà, la trasparenza delle nostre azioni e la disponibilità che ci è riconosciuta da tutti, potremo  colmare una scarsa azione sindacale sul territorio e soprattutto una carenza organizzativa centrale e periferica del nostro sindacato. Noi cercheremo di portare al congresso della FNSI le nostre buone ragioni, di una terra generosa e fedele, che ha cresciuto migliaia di operatori dell’informazione a tutto tondo, inseriti nei grandi e piccoli media, negli uffici stampa, nei new media, impegnati diuturnamente nella bellezza e nella fatica di raccogliere notizie e porgerle ad una platea sempre più allargata, affamata di buona informazione ed attenta al nostro lavoro, che ci giudica severamente se non siamo all’altezza delle aspettative. Noi Giornalisti Indipendenti abbiamo dimostrato che siamo spinti solamente dalla nostra buona volontà e dalla voglia di non gettare la spugna. Comprendiamo che qualcuno non possa capire come un gruppo di persone libere possa lavorare con entusiasmo seguendo solamente la propria intelligenza, volontà e coscienza. Qual è il segreto? Lo possiamo raccontare anche perché non abbiamo il timore di essere imitati: andiamo dalle colleghe e dai colleghi cercando di ascoltare ed assimilare le loro istanze, dimostrando concretamente la nostra disponibilità nel rappresentarli in maniera adeguata, con grande dignità e rispetto. L’autentica valanga di firme raccolte in originale, per poter presentare la nostra lista, ci fa ben sperare: i giornalisti confidano in un cambiamento improcrastinabile, pena il progressivo svuotarsi dell’azione sindacale. Abbiamo anche dato apertamente la possibilità di candidarsi a coloro che desiderano impegnarsi seriamente: la risposta è stata al di sopra di ogni aspettativa, tanto da non poter soddisfare tutte le richieste e certamente le occasioni non mancheranno nel prossimo futuro. Le elezioni sono come gli esami di Eduardo De Filippo: non finiscono mai…

La lista dei Giornalisti Indipendenti, sia per i professionali che per i collaboratori, è formata da colleghe e colleghi provenienti da professionalità, settori e competenze diversi, rappresentando così le mille sfaccettature del caleidoscopico prisma dell’informazione piemontese. Sono candidati giornalisti che provengono dalla grande stampa nazionale, dalle vivaci realtà locali di carta stampata, radio e televisione, uffici stampa e internet, sino alle specializzazioni di settori che uniscono la divulgazione alla serietà scientifica di ricerca: in ogni caso  una ricchezza per tutte le componenti di una società che vuole essere informata correttamente, in modo completo e trasparente. Il nostro compito è inserito nel grande alveo del lavoro sociale, che è quello sì di generare “tecniche” e interventi finalizzati, ma tenendo sempre aperta, al tempo stesso, l’attenzione verso il “basso”, verso il dovere umano di prendersi cura dell’altro. Quando il lavoro sociale non si ricorda di questa sua origine, come sottolinea Mauro Magatti, snatura se stesso e finisce per impoverire le ragioni forti che possono e debbono sostenerlo. “Di fonte all’affermarsi dell’homo consumens – smemorato e gaudente – la ragioni del lavoro sociale non possono risiedere solo nella sua efficienza tecnica. Il suo futuro – e il futuro della società nel suo insieme – stanno invece nella sua capacità di tenere aperta un’istanza, traducendola poi in capacità di azione e organizzazione”.

Noi cerchiamo di fare la nostra parte: aiutiamoci a costruire questo progetto.

Ezio Ercole
presidente Giornalisti Indipendenti
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