INSIEME PER LA SUBALPINA
Professionali
1 – AMBIEL Renato
2 – ANZALDI Salvo
3 – CALIGARIS Domenica detta Mimma
4 – CASSI Marina
5 – COMAZZI Alessandra
6 – DEVECCHI Pier Sandro
7 – ERCOLE Guido
8 – FRANCHINI Roberto
9 – GALAVOTTI Alessandro
10 – GARBARINO Silvia
11 – GRISERI Paolo
12 – PONZI Luca
13 – TALLIA Stefano
PROGRAMMA
Da due anni e mezzo, i giornalisti italiani attendono il rinnovo del contratto. I colleghi "garantiti" che lavorano all’interno delle redazioni hanno già registrato una forte perdita economica, mentre i precari aumentano e aumenta la distanza tra loro e chi ha un contratto stabile. Ma quello che si vuole mettere in discussione è il valore stesso, l’identità della nostra professione.
Se i vertici del nostro sindacato che stiamo per rinnovare non saranno messi nelle condizioni di aprire e di concludere rapidamente, sulla base di una piattaforma rivista ma non mutilata, le trattative con gli editori, a essere cancellata potrebbe essere la stessa nozione di lavoro giornalistico. Il disegno degli editori è chiaro: i giornalisti, cioè i professionisti dell’informazione che fino ad oggi hanno garantito nel nostro paese un pluralismo di voci e dato le notizie non servono più, il loro posto può essere preso da chiunque, dagli studenti universitari ai precari sottopagati ed estromessi dalla vita delle redazioni.
Questo attacco ci ha colto per molti aspetti impreparati, e non dovrà più essere così. La categoria è in ritardo su molti terreni, dall’elaborazione di regole nuove che tengano conto dell’evoluzione tecnologica e non solo alla capacità di continuare a rappresentare tutti. Un ritardo particolarmente grave è quello che riguarda la nostra stessa qualificazione e preparazione e il modo, o meglio i modi, troppo diversi tra loro, nei quali oggi si può diventare giornalisti.
Sono lacune alle quali dobbiamo rimediare, così come dobbiamo riscrivere una piattaforma che tenga conto di ciò che è avvenuto dal 2005 ad oggi e difenda l’esistenza e la forza del nostro sindacato.
Perché la Fnsi che uscirà dal XXV congresso possa chiudere il contratto occorre che gli editori e tutti gli interlocutori esterni capiscano, fin dal congresso stesso, che i giornalisti italiani sono tutti d’accordo nel far rispettare i loro diritti. Sapendo che non abbiamo avuto e non avremo governi amici né interventi esterni capaci di garantirci il contratto se non saremo noi, con la nostra forza, ad ottenerlo.
Se un sindacato che già non ha tra i suoi iscritti buona parte dei precari e una percentuale significativa dei giornalisti assunti si divide, se chi lo governa è costretto a farlo col 51% dei consensi o poco più, il contratto resterà un’utopia. I giornalisti delle aziende "ricche" avranno i loro integrativi, ma anche loro saranno sempre più deboli. E per gli altri non ci sarà più una tutela collettiva.
Ecco perché, sulla scorta di una lunga esperienza unitaria che in Piemonte ha portato buoni frutti, vogliamo eleggere i nostri delegati al congresso con una grande e forte lista che rappresenti il maggior numero possibile di idee, di storie e di situazioni professionali. Chiediamo che il congresso sappia compiere delle scelte di rinnovamento, che diano a tutti i delegati e a tutti gli iscritti che essi rappresentano il senso di un cammino che riprende con nuove energie.
Vogliamo presentarci ai colleghi con pochi, semplici punti di programma:
1. Accettare nuovi meccanismi per gli scatti di anzianità dei nuovi assunti a fronte di piani di assunzione e di rigorosa regolarità del rapporto di lavoro per tutti, anche per meglio tutelare gli organismi previdenziali e assistenziali della categoria
2. Retribuzione corretta e dignitosa per il lavoro autonomo, in modo da superare il rapporto tra il reddito di chi è dipendente e di chi non lo è pur lavorando a tempo pieno. Oggi questo rapporto può essere di 1 a 10 o più, e questo non solo lede la dignità e la sopravvivenza di chi è precario ma minaccia da vicino il posto di lavoro di tutti e impedisce nuove assunzioni
3. Prevedere e regolare uno sviluppo professionale, ragionevolmente retribuito, che renda trasversali le varie forme del giornalismo all’interno dei gruppi editoriali, dalla carta al web, dalla radio alla tv
4. Proseguire, in Piemonte e altrove, nello sviluppo di contratti come quelli Fipeg, che tengono conto delle specificità dei piccoli editori e dei giornali locali ma non svendono i giornalisti e non transigono sulle regole generali
5. Garantire la democrazia e la partecipazione di tutti i giornalisti alle scelte sindacali, promuovendo l’informazione e la consultazione lungo tutta la trattativa contrattuale così come sulle altre scelte di fondo che riguardano i nostri istituti
6. Esprimere in ogni momento e in ogni luogo la solidarietà con i colleghi minacciati o discriminati per il loro lavoro
7. Impegnarsi a fianco dell’Ordine per rafforzare e ampliare i percorsi formativi sia per l’accesso alla professione sia per la qualificazione permanente dei giornalisti che già lavorano
8. Impegnarsi a fianco dell’Ordine per imporre agli editori regole chiare sugli ingressi nelle aziende, dall’uso degli stagisti estivi al diritto dei giornalisti già occupati di continuare a formarsi e a qualificarsi durante tutta la carriera
Questo è il contributo che, con l’aiuto, col voto e con la partecipazione di tutti i giornalisti piemontesi che lo condivideranno, vogliamo portare al XXV congresso della Fnsi. Insieme a un appello che parte da noi e che lanceremo a tutti i delegati: ora più che mai, è il momento di restare uniti e di guidare il sindacato insieme, superando la logica maggioranza/opposizione e divisioni correntizie perlopiù incomprensibili per chi non ha una lunga esperienza sindacale.
L'APPELLO DI AUTONOMIA E SOLIDARIETA' PIEMONTE
Autonomia e solidarietà. Mai come alla vigilia di questo congresso della Federazione della Stampa i due aggettivi che danno il nome al nostro gruppo racchiudono il senso delle sfide che attendono la categoria. Autonomia dai poteri e dalla politica perché solo questo può essere garanzia di buona informazione e perché i giornalisti italiani non possono cullare l’illusione che qualche “deus ex machina” intervenga a riaprire una trattativa bloccata dall’ostinazione degli editori nel non riconoscere diritti elementari alle fasce deboli della categoria. Solidarietà, perché proprio la difesa di precari e freelance è oggi la priorità se si vuole mantenere autonomia della professione e libertà dell’informazione.
Una battaglia nella quale i primi alleati dei giornalisti devono essere i cittadini, quei milioni di persone che fruiscono dell’informazione spesso inconsapevoli di quanto la libertà delle notizie sia a rischio senza la garanzia dei diritti per chi le scrive.
Il presidente regionale dell’Ordine dei Giornalisti Sergio Miravalle ha proposto di recente, intervenendo nell’assemblea del suo giornale, di congelare gli aumenti per i “graduati” in cambio di un piano di assunzioni per i giovani. La provocazione merita di essere discussa, se non altro per l’efficacia che ha nel comunicare alla società che ciò che impedisce oggi la firma del contratto non sono i soldi, ma i diritti e la qualità del lavoro.
Siamo convinti che a partire dal congresso di Castellaneta la categoria debba ritrovare la forza di parlare alla società italiana e debba farlo cercando una vasta unità tra le persone che esercitano la professione.
E’ l’esempio che abbiamo voluto seguire in Piemonte, confermando la nostra presenza all’interno della lista “Insieme per la Subalpina” e scegliendo a rappresentarci donne e uomini che sono voce dei molti giornalismi presenti nella nostra regione. Il giornalismo delle grandi e delle piccole testate, quello delle televisioni ma anche quello di chi vive oggi un momento di difficoltà. Al numero due della lista professionali c’è il collega Salvo Anzaldi da poco licenziato insieme ad altri quattro colleghi dall’editore de La Nuova di Settimo. La storia la racconta lui stesso in queste pagine, noi vogliamo semplicemente ringraziarlo per aver trovato la forza di un impegno sindacale in un momento critico anche a livello personale. A tutti voi chiediamo di sostenerlo con il voto.
Hanno accettato l’invito a candidarsi di Autonomia e Solidarietà anche Renato Ambiel (La Stampa Novara), consigliere nazionale uscente Fnsi, Marina Cassi (La Stampa Torino), direttivo Subalpina, Roberto Franchini (pensionato La Stampa), già membro della giunta Fnsi, Paolo Griseri (la Repubblica Torino), presidente del collegio dei Probiviri e Stefano Tallia (precario Rai), vice segretario Subalpina.
La stagione che si chiude con questo congresso è stata difficile e certo non mancheranno le occasioni per riflettere anche sui nostri errori, oltre che sull’arroganza della controparte. Qui, vogliamo però ringraziare Paolo Serventi Longhi e Franco Siddi per l’impegno di questi anni e per non aver ceduto alla tentazione di chiudere un accordo meramente economico che lasciasse da parte le tutele per i più deboli. E’ una linea che abbiamo condiviso e che non smetteremo di difendere. Un ringraziamento e un apprezzamento anche per Sandro Devecchi, anche lui candidato nella lista unitaria, membro uscente della giunta Fnsi che negli ultimi tre anni ha saputo far sentire con efficacia la voce dei giornalisti piemontesi a Roma. Impegni e parole che con la vostra fiducia contiamo di confermare.
L'APPELLO DI GIORNALISTI UNITI
E’ la battaglia alla precarizzazione la prima vera emergenza da risolvere, ma come? Attraverso un nuovo ruolo di rilievo per il sindacato.
C’è la sensazione di un giornalismo blandito, ma soprattutto intimidito, minacciato, condizionato. Un giornalismo ed un’informazione che poteri di ogni genere vogliono privare del diritto di esprimersi, di raccontare la realtà senza distorcerla, di difendere la segretezza e la pluralità delle fonti, di mantenere la schiena dritta.
Un giornalismo che i poteri e le nostre stesse aziende vorrebbero sempre più debole, subordinato ad interessi estranei o marginali all’informazione, piegato alle esigenze del marketing e della pubblicità.
Abbiamo accettato le sfide del cambiamento, sopportando un’ulteriore espansione senza controllo del lavoro autonomo, dei freelance, ma anche tentando di arginare quella del precariato e del lavoro nero in tutte le sue forme, compresa quella dello stagismo dilagante.
E questo si è puntualmente verificato: il contratto Fipeg, ad esempio, nato per far emergere il lavoro sommerso, dopo due rinnovi si è fermato ed oggi sono proprio gli editori che chiedono un ulteriore sconto per regolarizzare altri abusivi che negli anni hanno creato. Sta balzando alla ribalta il contratto tra Uspi e Cgil-Cisl e Uil. Un contratto che, addirittura, esclude dalla contrattazione le rappresentanze giornalistiche che sono le uniche delegate alla trattativa collettiva. Un contratto sciagurato che riporta i piccoli e medi giornali nel caos totale, senza via di uscita. L’unica salvezza per loro è la tenuta del contratto nazionale di lavoro, garante di una serie di tutele destinate a sparire se lasciate alla libera trattativa o, peggio, ad una contrattazione differenziata.
E’ qui che il nostro sindacato deve fare la sua scelta: quella di coniugare strategicamente la difesa delle condizioni di lavoro e di vita dei giornalisti dipendenti, più o meno garantiti, con o senza integrativo, il ruolo e il futuro di chi oggi è più tutelato, e la grande battaglia per dare dignità, rispetto professionale e retribuzioni accettabili a chi è tenuto ai margini del lavoro regolato e lotta per rimanere in questo sistema.
Per questo Giornalisti Uniti ha scelto di confermare la sua presenza nella lista “Insieme per la Subalpina” per fare sentire anche al congresso nazionale tutte le mille voci che formano il giornalismo piemontese: le grandi testate, i giornali locali, senza dimenticare free lance e precari. Per questo si ricandida Sandro Devecchi, membro di Giunta uscente, che ha cercato di portare in primo piano i problemi del giornalismo della nostra regione in ogni sua sfaccettatura.
Hanno accettato di candidarsi anche Alessandra Comazzi, stimatissima free lance, e, per rappresentare l’universo del giornalismo sportivo coniugato al femminile, anche Mimma Caligaris, vicepresidente Ussi, del Piccolo di Alessandria, e Silvia Garbarino, della Stampa. Inoltre Guido Ercole, pensionato della Stampa, Alessandro Galavotti dell’Ansa e Luca Ponzi della Rai.