Il XXV Congresso della Fnsi, dedicato a Enzo Biagi, è stato aperto ieri a Bari dal presidente dell'Assostampa pugliese, Felice Salvati. E' intervenuto il presidente del Senato, Franco Marini: "E' un momento cruciale per la vostra categoria e non solo. Il mancato rinnovo del contratto non riguarda solo i giornalisti: auspico una conclusione positiva della vertenza. Il diritto di chi lavora, al rinnovo contrattuale, è uno dei segni rilevanti di uno stato positivo dei rapporti sociali, negarlo è un arretramento della nostra società".
Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, ha chiesto "la salvaguardia delle nuove generazioni di giornalisti, che non possono crescere con l’idea di guadagnarsi il contratto attraverso una negoziazione della loro dignità professionali". Di pericoli ha parlato anche il governatore Nichi Vendola: "C'è il rischio molto grande di un'assoluta costruzione retorica sulla libertà di informazione che convive con la precarizzazione del mestiere. Il rinnovo di questo contratto è di importanza assoluta per la democrazia italiana. Abbiamo bisogno del vostro contratto perché abbiamo bisogno di voi. Ognuno deve lavorare nella sua trincea per far vincere la vertenza al sindacato dei giornalisti".
Anche Franco Siddi, presidente uscente della Fnsi, ha incentrato il suo intervento inaugurale sul problema del precariato: "Mille giorni senza contratto non sono un record che ci piace, ma non per questo arriviamo qui distrutti o arresi. L'epoca moderna del precariato sta facendo una condizione permanente quanto inaccettabile. Migliaia e migliaia di giornalisti che hanno il peso di una busta paga che non c'è, di un compenso che non c’è, anche per giovani che sono giovani ancora a 40 anni. Nell’avviarsi a chiudere un secolo di storia sindacale la Fnsi è consapevole di dover svolgere anche un ruolo politico per tutelare la libertà d’informazione e il servizio pubblico, quest'ultimo da liberare dai partiti". Siddi ha poi definito "splendida e straordinaria" la segreteria di Paolo Serventi Longhi.
Il segretario generale uscente, Paolo Serventi Longhi, ha ricordato questi "undici, difficili, ma straordinari anni. Concludo definitivamente il mio mandato, frutto dell’impegno per i diritti dei lavori. Viviamo un momento difficile per l’intera categoria e dei suoi organi di rappresentanza e tutela. I problemi gravissimi del precariato giornalistico sono intollerabili. Dobbiamo uscirne, discutere senza pregiudiziali con le nostre controparti. Speriamo che la Fieg accetti di negoziare, perché per gli accordi occorrono due volontà e una è venuta finora meno".
"Nel difendere il diritto di cronaca - ha attaccatto Serventi Longhi - abbiamo criticato alcune leggi che non ci sono piaciute, come quella sulle intercettazioni. Chiediamo una legge sul conflitto d’interessi e sull’editoria, ancora il Parlamento non ha dato risposte. I giornalisti devono saper difendere la propria autonomia anche da se stessi, da quella parte di categoria che farebbero di tutto per tutelare i propri interessi e quelli dei propri amici, vendendosi per un piatto di lenticchie. Deve pensarci l’Ordine, che deve intervenire a tutela della credibilità dei colleghi: chi ne chiede l’autoscioglimento sbaglia".
In chiusura della giornata inaugurale di Bari è intervenuto il senatore Sergio Zavoli, decano della professione: "La velocità del sistema ha fatto sì che l'informazione non avesse più la natura per indugiare sotto i nostri occhi, io ricordo i tempi in cui nelle case si parlava di una notizia per settimane, oggi non c'è notizia che possa reggere più di una giornata: questo ha come frutto la coriandolizzazione dell'informazione. A questa velocità dobbiamo molte cose buone - ha aggiunto Zavoli - e altre un po' meno e il giornalista deve rispondere a questo sorvegliando il proprio codice deontologico, ponendosi il problema di essere un poco più vigile nel considerare gli aspetti favorevoli o sfavorevoli nel rapporto che col suo mestiere deve avere con il suo Paese".
Castellaneta Marina Diario del XXV Congresso della Fnsi (1)