Il nostro mestiere sta cambiando radicalmente. Sono passati oltre 1000 giorni dalla scadenza del contratto e molte sono state le trasformazioni nel mondo dei media. Ora vi sono le condizioni per una trattativa serena e più avanzata. Oggi più che mai ci sono le condizioni per cambiare strada. Senza regole definite prevarranno interessi particolari, si affermerà la legge della giungla. Il sindacato dei giornalisti affronta il giudizio del Congresso a testa alta, conoscendo perfettamente il dramma di un contratto non rinnovato. Affrontare il Congresso a testa alta non è un atto di superbia o arroganza. Non abbiamo ceduto al tentativo degli editori di smantellare le regole contrattuali, tutelando anche i colleghi più deboli. I più forti devono far passi in avanti, senza perdere i diritti acquisiti, perché c’è la necessità di sostenere chi si affaccia alla professione. Il mancato rinnovo del contratto si traduce in un danno economico per chi lavora e anche per i nostri pensionati.
L’etica professionale è ancora più importante oggi, con la moltiplicazione delle fonti. Molti sono i tentativi di metterci il bavaglio, anche da parte delle istituzioni e dagli alti poteri dello Stato: noi vogliamo fare il nostro mestiere. La proposta di legge sulle intercettazioni telefoniche è un esempio di come una parte delle istituzioni intende il rapporto con i giornalisti: racconterete solo cosa vogliamo noi.
Paolo Serventi Longhi
Castellaneta Marina Diario del XXV Congresso della Fnsi (2)