Credo che la nostra categoria debba fare autocritica, e quale sede migliore di questa, ma senza dimenticare che le controparti sono sempre due e che noi giornalisti spesso ci troviamo tra due fuochi. Le proprietà, e i colleghi che non ne vogliono più sapere degli organismi di categoria, perché non si sentono rappresentati. Poco lontano di qui è nato Giuseppe Di Vittorio, uno dei padri del sindacalismo italiano, morto cinquant'anni fa. Il sindacato è stato una conquista di dimensioni colossali e proprio noi, che facciamo i comunicatori di professione, dobbiamo porci come obiettivo primario di ricordarlo. Nell'era della comunicazione non si comunica più, è sempre più difficile farlo e si preferisce tacere.
Perché giornalismi? Il giornalismo è uno solo, declinato nelle sue diverse applicazioni. Una cosa è la Medicina, un'altra le medicine, una cosa è la Legge, un'altra le leggi. Una cosa è il Giornalismo, con la sua bella G maiuscola, quello della passione, della libertà di espressione. Un'altra cosa sono i giornalismi. Quelli passano, mentre il Giornalismo resta.
Alessandra Comazzi - delegata Associazione Stampa Subalpina
Castellaneta Marina Diario del XXV Congresso della Fnsi (11)