Posizioni molto distanti quelle emerse nel confronto di martedì 26 febbraio tra la Federazione dei piccoli editori di giornali (Fipeg) e le associazioni di stampa Subalpina e Valdostana.
Come convenuto a Roma dieci giorni prima, una delegazione della Fipeg - capeggiata dal presidente Pietro Policante e composta da Andrea Cirio, Mario Ghirardi e Vanni Giachino - ha incontrato a Torino Pier Sandro Devecchi, della Giunta Fnsi con delega per l’editoria locale, il presidente dell’Associazione Stampa Valdostana, Giorgio Macchiavello, e il vicesegretario della Subalpina, Stefano Tallia; presente anche il direttore della Subalpina, Roberta Pellegrini.
La Fipeg a fine dicembre ha comunicato formale recesso dal contratto Fieg/Fnsi e dagli accordi con Subalpina e Valdostana a far data dal 1° aprile 2008, chiedendo un contratto del tutto nuovo, regionale o addirittura nazionale, per i periodici locali, sul modello del contratto AerAntiCorallo per l’emittenza.
Già in sede romana, però, era stato precisato che il sindacato si riservava di valutare successivamente l’opportunità di un contratto separato per i periodici locali e che, comunque, non avrebbe potuto prendere a modello il contratto AerAntiCorallo per l’emittenza, specifico per il settore che norma e per la situazione in cui fu concepito
L’incontro di martedì a Torino doveva servire proprio a valutare insieme i nodi più critici – normativi ed economici – del contratto nazionale per cercare eventuali soluzioni specificamente adattate alla realtà dei periodici locali, da inquadrare poi in un accordo regionale, semmai un accordo “pilota” per possibili intese di più ampia portata territoriale.
Tuttavia, la delegazione Fipeg è tornata a porre proprio come primo punto e irrinunciabile la definizione di un nuovo contratto sul modello di AerAntiCorallo, che per la parte normativa esaudirebbe i “desiderata” dei piccoli editori, consentendo loro, nel contempo, di andare a ridefinire i minimi retributivi per quanto riguarda la parte economica.
Subalpina e Valdostana hanno ribadito l’impossibilità di rifarsi al contratto AerAntiCorallo: si tratta di un contratto cosiddetto “di emersione”, siglato nel 2000, che ha consentito l’accesso al trattamento giornalistico per oltre mille colleghi delle redazioni di radio e tivù locali, non espressamente contemplate nel CCNLG, il quale fin dall’art. 1 parla di emittenza nazionale e non locale, mentre lo stesso CCNLG norma quotidiani e periodici indipendentemente dalla diffusione territoriale o quantitativa.
E’ ben diversa, rispetto a AerAntiCorallo, la situazione della Fipeg, che ebbe nel 1994 il suo primo accordo locale “di emersione”, rinnovato con ulteriori consistenti “sconti” nel 1999 (si pensi alla riduzione degli scatti di anzianità: da 15 del 6% a 8 del 2%), proprio per favorire l’occupazione, senza che in verità si siano poi avuti efficaci riscontri.
Il sindacato ha ribadito
* la massima disponibilità a siglare un nuovo accordo locale e interregionale con la Fipeg;
* la massima disponibilità a rivedere insieme gli eventuali aspetti normativi problematici nella gestione delle redazioni dei periodici locali;
* la massima disponibilità a verificare insieme - ma solo per le nuove assunzioni e senza mai abbassare i minimi retributivi - eventuali meccanismi di “raffreddamento” per consentire agli editori un più graduale e progressivo aumento del costo del lavoro.
Il sindacato non si è reso invece disponibile a nuovi accordi o contratti che incidano sui minimi retributivi e che non rappresentino significativi miglioramenti (anche non necessariamente economici) della qualità del lavoro e della vita per i colleghi che esercitano la professione nelle redazioni locali.
Le due parti, pur dopo un confronto lungo e franco, non hanno trovato un minimo comun denominatore su cui far partire una proficua trattativa contrattuale. Si sono quindi salutate ripromettendosi di riflettere ancora sulle rispettive posizioni per poi riaggiornarsi, anche se ormai oggettivamente la scadenza del 1° aprile, data di recesso della Fipeg dal contratto, è assai ravvicinata.
La Fipeg ha ribadito che dal 1° aprile i suoi associati saranno liberi di passare ad altre forme di contratto, che normano l’editoria ma che non sono state siglate e riconosciute dal sindacato nazionale dei giornalisti (il riferimento è al contratto che Uspi e Confapi hanno siglato con Cgil, Cisl e Uil per il settore grafico-editoriale nell’ambito delle piccole e medie imprese).
Il sindacato prende atto con preoccupazione di questa possibilità, che non può però essere la base intimidatoria per una trattativa e che sconfesserebbe 14 anni di utili accordi con i piccoli editori: riporterebbe l’orologio dei colleghi indietro di 14 anni, quando appunto la Fipeg non c’era e nei settimanali locali erano perlopiù applicati contratti grafici.
Nell’attesa di verificare se nuovi spiragli di confronto verranno nelle prossime settimane e per un necessario confronto con i colleghi, Subalpina e Valdostana stanno organizzano un’assemblea con tutti i giornalisti dei periodici locali piemontesi e valdostani entro la prima metà di marzo.