È stato anche occasione di un appello a un giornalismo responsabile, portando ad esempio quello esercitato per tanti anni da Cesare Roccati di cui oggi ha celebrato i funerali, l’omelia di don Luigi Ciotti nella Chiesa di san Massimo a Torino. Roccati - ha più volte ripetuto - sentiva «la responsabilità nell’uso delle parole», non perdeva mai di vista le storie che ciascuna persona porta con sè.
«L’ultima volta che ci siamo incontrati - ha raccontato don Ciotti - ci siamo trovati d’accordo nel dire che i diritti non devono rimanere sulla carta, ma devono diventare carne».
Riferendosi ai Vangeli di Luca e di Giovanni, passando attraverso le Lettere ai Corinzi e a Timoteo di Paolo, don Ciotti ha richiamato le qualità umane del Roccati giornalista e pittore, che si esprimevano a pieno in un modo di fare giornalismo e di difenderne la qualità. Timoteo come Roccati «ha combattuto il buon combattimento - ha detto citato la seconda lettera a Timoteo – ha finito la corsa, ha conservato la fede».
Gremita la chiesa. Oltre alla moglie, la giornalista Luciana Santaroni e il figlio Luigi, molti i giornalisti,tra cui i presidenti dell’Ordine, regionale Sergio Miravalle, che è intervenuto ricordando di Roccati l’impegno sindacale e come timoniere dell’Ordine nel ’92-’95 in Piemonte, e nazionale
Lorenzo Del Boca.
Ansa