Le perquisizioni di oggi contro i colleghi Fiorenza Sarzanini e Guido Ruotolo segnano una nuova fase dello scontro in atto tra giornalisti e magistratura che ha visto solo venerdì scorso le perquisizioni contro Gianluca Di Feo ed Emiliano Fittipaldi.
Sarzanini, per il Corriere della Sera, e Ruotolo per La Stampa, hanno informato gli italiani sugli sviluppi delle indagini di polizia e magistratura sugli appalti legati alla Expò Milano 2015. Di Feo e Fittipaldi sulle indagini sullo smaltimento dei rifiuti tossici in Campania. Tutti e quattro hanno svolto il compito che è loro affidato dalla legislazione per garantire ai cittadini il diritto che la Costituzione loro attribuisce: quello di essere informati, in modo completo, compiuto e tempestivo.
Le ricorrenti perquisizioni contro i cronisti in tutta Italia, spesso senza o con motivazioni palesemente strumentali, hanno l'effetto di reprimere la libertà di informazione. Colpendo direttamente quelli coinvolti e intimidendo tutti gli altri. La conseguenza dovrebbe essere quella di impedire che si scriva o si racconti qualsiasi cosa la magistratura non vuole gli italiani sappiano, o che sappiano solo in una versione ufficiale, funzionale a interessi e poteri particolari.
La Costituzione repubblicana, l'ordinamento democratico, il rispetto dei giornalisti per il proprio ruolo e la coscienza civile del Paese disegnano un modello diverso, nel quale l'informazione non è a senso unico e uniforme.
L'Unione Nazionale Cronisti Italiani e le altre organizzazioni dei giornalisti impediranno che ciò avvenga. La cronaca non si ferma con le intimidazioni.