Assumendo la direzione di questo giornale si avvertono due sensazioni immediate: da un lato il peso di 126 anni di storia e di illustri predecessori, che impone un forte senso di responsabilità per cercare di svolgere un lavoro all’altezza della situazione; dall’altro lo stimolo di operare per la testata più antica, prestigiosa e diffusa della nostra piccola Provincia.
Per quanto mi riguarda, il Biellese resterà fedele al fortunato slogan coniato in occasione delle celebrazioni del centenario: “da 100 anni la vita della gente diventa giornale”. Il giornale partecipato, ideato da un nostro grande direttore, monsignor Oscar Lacchio, sarà sempre la base dello stretto rapporto con i nostri lettori. Ma il nostro continuerà anche ad essere un giornale “interventista”. Al di là degli schieramenti politici e partitici, delle maggioranze e delle opposizioni, noi diremo sempre la nostra: con educazione, ma anche con fermezza.
Per questo territorio, che ha davanti a sè un futuro incerto e denso di pericolose incognite, è troppo importante non adagiarsi su facili e scontate certezze; serve invece un serio confronto di idee, non rissoso, ma certamente dialettico, che vorremmo stimolare.
La squadra che da anni confeziona due volte alla settimana questo giornale è collaudata e composta da professionisti di livello, ricchi di esperienza, a cui si aggiunge una pattuglia di giovani collaboratori che fanno ben sperare per il futuro.
Infine i lettori, che restano i veri nostri “padroni” e ai quali siamo sempre disponibili ad aprire le nostre porte; a volte leggeranno cose a loro gradite, altre volte non saranno d’accordo con noi. Le critiche saranno sempre ben accette, ma solo se serviranno anche a sviluppare un utile confronto con chi ci segue costantemente.
Se da 100 anni la vita della gente diventa giornale, vorremmo anche che il giornale facesse un po’ parte della vostra vita.
Silvano Esposito
il Biellese 11 11 2008