In merito alla legge a sostegno dell'editoria piemontese e dell'informazione locale approvata dal Consiglio Regionale, l'Associazione Stampa Subalpina, sindacato unitario dei giornalisti piemontesi e riferimento territoriale della Federazione nazionale della Stampa Italiana, si duole e tiene a sottolineare che è stato assolutamente disatteso quanto in più occasioni (incontro con il presidente Gariglio, con la presidente Bresso, audizione in Sesta Commissione) chiesto e suggerito, e cioè:
Ø che gli interventi finanziari a sostegno dell'informazione locale riguardassero esclusivamente le imprese con personale giornalistico regolarmente assunto secondo contratti giornalistici riconosciuti dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana;
Ø che la dicitura "almeno due giornalisti pubblicisti" fosse sostituita con la dicitura "almeno due giornalisti regolarmente iscritti all'Ordine", retribuiti e assunti con contratti giornalistici riconosciuti dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana;
Ø e che l'Associazione Stampa Subalpina (nonché l'Ordine dei Giornalisti del Piemonte) fossero parte, a pieno titolo, della Commissione regionale di cui al Capo IV, art. 11, come già correttamente previsto dalla precedente legge per l'editoria.
L'informazione è un bene comune essenziale per la collettività e non se ne può disporre (né si può disporre dei finanziamenti agli strumenti dell'informazione) senza che siano chiamati in causa proprio coloro che hanno titolo ed onere di fare informazione.
Segnatamente l'Associazione Stampa Subalpina rifiuta che si possano indicare come beneficiari di contributi pubblici editori (intendiamo editori di periodici di informazione locale) che in luogo di una redazione presentino "una struttura minima di due dipendenti anche part-time" e utilizzino "come collaboratori redazionali almeno due giornalisti pubblicisti regolarmente retribuiti".
Sempre disponibili al confronto, auspicando che ci siano margini, modi e tempi per rivedere i termini della legge, porgiamo i migliori saluti.
Il segretario
Franco Tropea
Il presidente
Alberto Papuzzi