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20/03/2009

Siddi: "Per i precari occorre di più"

"Il nuovo contratto può attenuare le esagerazioni, ma non basta"

“E’ importante che nel Paese stia riprendendo un serio dibattito sul precariato. E’ il problema centrale della società industriale e dei Paesi a democrazia avanzata, avvertito anche dai giornalisti e dal loro sindacato”. Lo afferma il segretario della Fnsi, Franco Siddi. Secondo Siddi “le parti sociali hanno una grossa responsabilità per la coesione sociale e la tenuta economica delle famiglie. I governi ne hanno una grandissima: quella di privilegiare l’interesse generale della comunità alla coesione, alla garanzia dei diritti essenziali, a partire dal lavoro, non assecondando soluzioni caritatevoli che lasciano più ricco chi lo è già e strutturalmente più povero chi vive una condizione di precarietà. Non c’è categoria che non risenta questo problema. Da anni i giornalisti e il loro sindacato pagano un grosso prezzo al dilagare del precariato nell’editoria. Il nuovo contratto può attenuare le esagerazioni, ma occorre di più, molto di più, a livello di politiche sociali generali non caritatevoli ma inclusive. Che un grande imprenditore come l’ingegner Carlo De Benedetti abbia lanciato “l’allarme sociale precari” è un segnale di importante consapevolezza, tanto più perchè arriva da una personalità che è anche editore di primo piano e perchè il tema lo aveva già anticipato in saggi e altri interventi. La sua proposta di detassare, in questi tempi di crisi, i redditi più bassi merita ascolto e risposte istituzionali valide per tutte le categorie del lavoro. E serve anche una piu’ evidente iniziativa del potere pubblico sugli ammortizzatori sociali, senza escludere categorie professionali come capita per i giornalisti. Occorre infine una nuova responsabilita’ sociale di imprenditori e manager, perchè si dia atto che gli stipendi differenziati, bassi, per i precari non sono una ricetta neanche per le imprese. Anzi! Sono un ristoro apparente, un contenimento abusivo del costo del lavoro nel breve periodo che - come mostra l’esperienza - sposta solo i termini dei problemi e falsa l’immagine prospettica della realtà. Anche i manager debbono dare un contributo importante innovativo e anche di sacrificio dei loro benefici quando ai lavoratori viene chiesto di rimboccarsi le maniche per recuperare ossigeno al sistema”.

Agi
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