Questo è un momento importante per il nostro mestiere, per la nostra categoria. Ci ritroviamo qui oggi all'interno di questa casa, che è una casa comune del giornalismo piemontese: è un valore il fatto che ci sia un luogo fisico importante dove i giornalisti si devono ritrovare. Dovrebbero essere più presenti, abbiamo un deficit di rappresentanza: siamo eletti con basse affluenza al voto. Dobbiamo dialogare di più con i nostri iscritti,
Servirebbe anche una maggiore sinergia tra Ordine e Sindacato. L'Ordine è al centro di un progetto di trasformazione forte: riforma in parlamento che prevede che coloro che vivono di questo mestiere escano dal falso ruolo del pubblicista. Già il sindacato si è mosso in questa direzione con la figura del giornalista professionale.
L'Ordine ha un problema di comunicazione con i suoi iscritti, come credo anche la Subalpina. E' paradossale, siamo giornalisti, ma c'è questo problema. Dobbiamo percorrere nuove strade, come i siti internet (stiamo lavorando al rinnovo di quello dell'Ordine, la Subalpina c'è già). Penso anche a un rivista che esca tre o quattro volte l'anno per raccogliere il dibattito sul nostro mestiere: sulla qualità, su che mestiere stiamo preparando per i giovani. Sarà importante pretendere che i giovani possano sostituire i giornalisti d'esperienza che usciranno dalle redazioni.
Non possiamo diventare luoghi dove il cavillo giuridico riproduce in malo modo le logiche dei palazzi romani del potere politico, qui ci dovrebbe essere un altro spirito. Ci sono elementi che sono fuori dal minimo comun denominatore giornalistico, anche perché spesso fanno un altro mestiere. Questo deve essere trasformato nel palazzo dei giornalisti e non in quello dei piccoli o grandi potentati.
Sergio Miravalle, presidente Ordine dei giornalisti del Piemonte