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23/10/2009

Solidarietà ai colleghi novaresi

La Subalpina e l'Ordine vicini ai cronisti indagati

L’Associazione Stampa Subalpina esprime la sua piena solidarietà, umana e sindacale, ai colleghi Renato Ambiel, Giuseppe Cortese e Attilio Barlassina, cronisti indagati dalla Procura di Novara per aver pubblicato notizie circa un’inchiesta in corso in città.


«Il 3 ottobre la Subalpina ha organizzato un presidio per ribadire l’importanza della libertà di informazione – sottolinea Alessandra Comazzi, segretario della Subalpina -. Noi crediamo che libertà di espressione sia fondamentale per  poter svolgere il lavoro giornalistico senza intimidazioni e senza condizionamenti, che non siano quelli deontologici».



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La Procura della Repubblica di Novara  ha ordinato oggi la perquisizione delle postazioni di lavoro, delle abitazioni e il sequestro delle memorie dei computer e dei telefonini di tre colleghi di Novara: Renato Ambiel caposervizio della redazione provinciale de La Stampa,  del direttore della Tribuna del Novarese Giuseppe Cortese e del cronista del bisettimanale Attilio Barlassina.


I tre risultano indagati per  aver anticipato a fine settembre le notizia di una inchiesta di corruzione che ha portato proprio questa mattina  l’arresto di cinque persone: un sottufficiale dei carabinieri, la moglie funzionaria della Prefettura, un imprenditore edile e altre due coinvolte. Una inchiesta clamorosa e che coinvolge a vari livelli la vita politica e amministrativa del Novarese.


L’Ordine regionale dei Giornalisti del Piemonte apprendendo con inquietudine di tali perquisizioni a carico dei colleghi  conferma la solidarietà ai giornalisti coinvolti e alle loro redazioni,  e sottolinea la difesa dei principi, dei diritti e delle garanzie che ispirano e tutelano la professione giornalistica dai tentativi di intimidirne chi la vive giorno per giorno.


“Sorprende e preoccupa, l’iniziativa della Procura proprio nel giorno in cui sono state confermate con gli arresti le anticipazioni pubblicate dai giornali. Tale iniziativa sembra non tener conto dell’obbligo dei giornalisti, indicato dall’articolo 2 della legge istitutiva dell’Ordine, di rispettare il segreto professionale  sulle fonti delle notizie  quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario di esse. La libertà di raccolta delle informazioni e la tutela delle fonti sono patrimonio irrinunciabile di ogni giornalista. Tale iniziativa pare mettere in discussione anche un principio più generale sancito dalla Convenzione europea per i Diritti dell’Uomo che, all’articolo 10, afferma: “Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche".


Una iniziativa analoga aveva riguardato nelle settimane scorse anche un collega della redazione torinese di “Repubblica” che aveva scritto di un’inchiesta aperta sui vigili urbani. Segnali di un atteggiamento della magistratura che appare “infastidita” da chi, come giornalista, compie il suo dovere di dare le notizie, dopo averne verificato le fonti.



Sergio Miravalle


Presidente  regionale Ordine giornalisti



 


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