La notizia del taglio dei fondi alle imprese radiotelevisive locali, contenuto nel decreto “milleproroghe” approvato dalla Camera, desta grande preoccupazione per un settore che, anche nella nostra regione, è stato fortemente penalizzato dal passaggio al digitale terrestre.
Non è un mistero come molte televisioni locali abbiano visto negli ultimi mesi assottigliarsi gli introiti pubblicitari non solo per gli effetti della crisi, che ha colpito l’intero sistema editoriale, ma anche per il passaggio al digitale che, se ha allargato la possibilità di scelta per il telespettatore, ha reso meno rintracciabile l’offerta delle emittenti regionali che si trovano ora a competere in maniera più diretta con operatori che dispongono di risorse ben maggiori e che per altro non sono stati toccati dai tagli.
Inoltre, a rendere ancor più odioso il provvedimento contenuto nel “milleproroghe”, che ha contestualmente salvato dalla scure dei tagli i “giornali di idee”, vi è il rischio concreto di alimentare un conflitto tra lavoratori che operano in aziende di tipo diverso.
Se è vero che la soluzione alla crisi del settore radiotelevisivo locale non può essere rappresentata dai finanziamenti a pioggia che hanno caratterizzato il passato, un taglio improvviso delle risorse rischia però di suonare come una condanna a morte.
Sappiamo che la Federazione della Stampa insisterà ancora presso il Governo perché le risorse vengano ripristinate, vincolandole semmai al rispetto dei contratti: i tagli non sono accettabili, come non lo è il fatto che decine di colleghi che lavorano nell’emittenza privata lo facciano senza contratto o in condizioni di sfruttamento.
Pensiamo che da subito vada chiesta al Governo l’apertura di un tavolo per l’emittenza, cosa che come Associazione Stampa Subalpina faremo anche in sede locale, coinvolgendo editori ed enti locali per dare prospettiva a un settore oggi in lotta per la sopravvivenza.
ASSOCIAZIONE STAMPA SUBALPINA