Ottocentodue radio (di cui quindici in lingua tedesca) e 504 televisioni locali, 150 periodici e cinque quotidiani italiani all'ester sono le cifre della 'piccola' editoria colpita da uno tsunami con i tagli delle risorse pubbliche introdotti dal decreto Milleproroghe divenuto il 25 febbraio legge dello Stato. Martedì nuova tappa di una battaglia iniziata già il giorno dopo l'approvazione del provvedimento con un incontro alla Camera dei deputati, presente al completo il 'cartello' più che mai deciso a non arrendersi: in testa la Federazione della Stampa insieme a Mediacoop, l'associazione che riunisce 370 imprese cooperative giornalistiche, editoriali e della comunicazione, Aeranti-Corallo, che raggruppa quasi mille tra radio e televisioni locali, la Fusi in rappresentanza della stampa italiana all'estero, il Comitato per la libertà e il pluralismo dell'informazione, Articolo 21.
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