Riceviamo e pubblichiamo:
Cari Colleghi,
mi dispiace dovervi importunare con questa mia, ma non potevo non condividere quella che potrebbe apparire come una beffa, se non fosse in gioco il valore stesso della nostra professione e la sua dignità intellettuale. La questione è la discussa e iniqua legge sulla Par Condicio (iniqua due volte, perché lede il diritto di informare ed informarsi ma anche perché non riguarda tutta l’informazione ma solo quella radiotelevisiva). Non che voi siate immuni in questo periodo da pressioni, ma per noi in gioco ci sono multe salate e financo la sospensione dell’autorizzazione ministeriale (cioè l’oscuramento).
Un paio di mesi fa, nella riunione di redazione nella quale scegliemmo la linea da tenere, decidemmo quella che ci sembrava una “garbata protesta silenziosa”. Decidemmo che non avremmo parlato affatto di elezioni regionali se non per informare i telespettatori sui candidati alla carica di Presidente della Regione, sulle liste a loro collegate, sulle modalità e sulla tempistica del voto, sui seggi, sulle leggi per i diversamente abili, insomma una informazione di servizio ma non di propaganda. Niente spazio a partiti e candidati nei tg in tempo di elezioni, fino a quando ci sarà la Par Condicio. Nessuna polemica, nessuna levata di scudi, solo una protesta silenziosa nel rispetto della legge, una legge che non ci piace, che combattiamo, ma che sappiamo e vogliamo, come giornalisti e cittadini, rispettare. Perché a noi non è data la facoltà di interpretarle le leggi.
Mi sarei quindi aspettato nella prima rilevazione del CoReCom (l’organo di controllo sulla emittenza televisiva regionale) un bel “pareggio” alla voce “rispetto del pluralismo in campagna elettorale”. Un pareggio a zero per ciascuno. Invece il CoReCom mi scrive testualmente: “Dall’esame dei risultati (del monitoraggio su tg, ndr) emerge nel periodo 1-13 marzo un disequilibrio a favore dello schieramento Bresso (+40%) e l’assenza di tempi di parola assegnati agli schieramenti Rabellino e Bono”. Il tutto seguito da un garbato e perentorio invito a provvedere al riequilibrio. Ma come, se non ne abbiamo mai parlato? Allora sono andato a vedere la tabella qui sotto riportata
(le voci indicano nell'ordine personaggio, carica, appartenenza politica, tempo in video e percentuale sul tempo in video complessivo)
Cimalando Gianni (Vicesindaco di Ivrea), Partito Democratico
4’46”, 6,5%
Zamuner Fabiano (Consigliere comunale Forno), Altri
4’36”, 6,4%
Brizio Francesco (Sindaco di Ciriè), Partito Democratico
4’07”, 5,7%
Goia Francesco (Sindaco di Volpiano), Partito Democratico
3’46”, 5,2%
Giglio Vigna Alessandro (Consigliere comunale Ivrea), Lega Nord
3’45”, 5,2%
Ponzetti Roberta (Sindaco di Orio), Altri
3’40”, 5,1%
Della Pepa Carlo (Sindaco di Ivrea), Partito Democratico
3’34”, 4,9%
Corgiat Loia Aldo (Sindaco di Settimo Torinese), Partito Democratico
3’30”, 4,9%
De Gregorio Vitaliano (Assessore Comune di Rivarolo), Popolo della Libertà
3’00”, 4,2%
De Zuanne Emanuele (Assessore Comune di Volpiano), Partito Democratico
2’50”, 3,9%
Geminiani Maura (Sindaco di San Benigno), Altri
2’44”, 3,8%
Roletto Mirko (Sindaco di Borgiallo), Altri
2’42”, 3,7%
Falletti Nella (Assessore di Castellamonte), Altri
2’42”, 3,7%
Perello Giorgio (Assessore di Ciriè), Partito Democratico
2’30”, 3,5%
Peller Ellade (Sindaco di Nomaglio), Altri
2’20”, 3,2%
Cresto Antonio (Sindaco di Pertusio), Altri
2’20”, 3,2%
Bolla Ilario (Sindaco di Bairo), Altri
2’20”, 3,2%
Comerro Teresio (Sindaco di Mazzè), Altri
2’09”, 3,0%
Savant Levet Riccardo (Consigliere comunale Ciriè), Popolo della Libertà
1’37”, 2,3%
Luongo Alessandro (Vicesindaco di Busano), Altri
1’33”, 2,1%
Con non poco stupore ho scoperto, come potete rilevare, che ci vengono conteggiati e contestati minuti e secondi di servizi andati in onda nei tg nei quali amministratori locali, non candidati a questa tornata elettorale, hanno parlato di questioni locali, di problemi amministrativi, sociali, culturali e sportivi, senza mai fare riferimento diretto o indiretto alle elezioni regionali. Servizi insomma di cronaca amministrativa e non solo, di quelli che si fanno tutto l’anno, che con le elezioni, qualunque tipo di elezioni, non c’entrano nulla. Nella Tabella qui sotto ho evidenziato la natura dei servizi.
TABELLA B
Cimalando Gianni (Iniziative Olivetti e Centro di aggregazione Bellavista)
Zamuner Fabiano (Dimissioni in Consiglio e denuncia abbandono impianti)
Brizio Francesco (Problemi di sicurezza e di acqua nel ciriacese)
Goia Francesco (Unione dei Comuni in Consiglio comunale)
Giglio Vigna Alessandro (Polemica sul debito della Fondazione Carnevale)
Ponzetti Roberta (Carnevale ad Orio Canavese)
Della Pepa Carlo (Progetto depuratore in regione San Bernardo)
Corgiat Loia Aldo (Conferenza di Woodrow Clark sull’ambiente)
De Gregorio Vitaliano (Presentazione partita Italia Norvegia calcio femminile)
De Zuanne Emanuele (Un milione di euro insperato nel bilancio comunale)
Maura Geminiani (Iniziativa “Un film in biblioteca” per i bambini)
Roletto Mirko (Intitolazione piazza a Severino Trucano)
Falletti Nella (Mostra Tabusso a Palazzo Botton)
Perello Giorgio (Allargamento Ztl a via San Sudario)
Peller Ellade (Ospitalità in Canavese ai bambini di Haiti)
Cresto Antonio (Sindaco che porta i bambini a scuola con la sua auto)
Bolla Ilario (La difficile lotta dei Comuni alla prostituzione)
Comerro Teresio (Inaugurazione nuova scuola d’infanzia)
Savant Levet Riccardo (Emergenza acqua per i cittadini di Ciriè)
Luongo Alessandro (Una bella edizione del Carnevale in notturna)
Cosa vuol dire tutto questo? Vuol dire che in regime di Par Condicio la tv non può parlare di Carnevale, di aiuti ai bambini di Haiti, del 50enario della morte di Adriano Olivetti o della intitolazione di una piazza a Severino Trucano, di una mostra di Tabusso, di un sindaco che porta i bambini a scuola in auto perché lo scuolabus è troppo piccolo, di Ztl, di emergenza acqua o criminalità, di lotta alla prostituzione, di nuove scuole o centri di aggregazione, di una partita di calcio femminile, etc. Non si può fare, anche se chi parla non c’entra con le elezioni. Non si può fare perché chi amministra un paese, o è in minoranza, comunque è stato eletto in qualche schieramento che potrebbe far capo a qualche partito e quindi potrebbe essere in modo indiretto, forse, riconducibile da qualcuno ad uno schieramento che a sua volta potrebbe essere collegato ad una lista che magari (prendete pure fiato) sostiene uno dei candidati alla carica di Presidente della Regione.
E non abbiamo vie d’uscita: la strada è quella che ci porta verso una multa salata o un oscuramento. Certo non daremo spazio a candidati e forze politiche che parlino di elezioni regionali, infilandoci in un ginepraio dal quale, con la scure della Par Condicio e un controllo al secondo delle interviste, non usciremo vivi, non vogliamo chiedere a rappresentati del centrodestra di inventarsi progetti o fare polemiche anche strumentali solo per riequilibrare almeno i due maggiori contendenti, perché creeremo una informazione distorta e fasulla, ma soprattutto non abbiamo la possibilità di far parlare dei problemi amministrativi o sociali i consiglieri comunali, che non ci sono nei nostri Comuni, di Rabellino o di Bono.
Né mi va di fare come da qualche parte suggerito: “Stai tranquillo, non far casino, dagli una aggiustatina, poi intanto finirà tutto come sempre con una pacca sulle spalle a tarallucci e vino”. Perché non vogliamo il “benevolo perdono”, in cambio magari di un deferente ringraziamento, per colpe che non abbiamo.
Cosa fare, allora? Ecco cosa faremo: continueremo a giocare la nostra partita come abbiamo fatto fino ad oggi, senza cambiare una virgola, nel rispetto dei telespettatori, delle regole, con impegno e onestà intellettuale, ben consapevoli che l’arbitro sta barando e che comunque sarà l’arbitro a decidere del nostro futuro. Ma abbiamo una dignità personale e professionale da difendere: noi giochiamo con lealtà e correttezza la partita, se poi l’arbitro ce la darà persa a tavolino, almeno usciremo dal campo a testa alta.
Elso Merlo
Direttore Rete Canavese