Il settore dell’editoria è attraversato in modo particolarmente pesante dagli effetti della crisi: a monte, la produzione cartaria destinata all’editoria è penalizzata dai costi energetici e dai costi delle materie prime e, a valle, l’intero settore editoriale è colpito dal crollo del mercato pubblicitario e dalla minore capacità di spesa delle persone.
In questo quadro non c’è stata una azione del governo tesa a contenere gli effetti della crisi per proteggere e tutelare un settore costituzionalmente garantito. Al contrario, il governo, negli ultimi due anni, ha prodotto una serie di norme - espropriando regolarmente il Parlamento - che hanno rappresentato un vero e proprio stillicidio per la carte stampata; addirittura con norme – vedi, da ultimo, l’eliminazione dei contributi postali – applicate con effetto retroattivo rispetto alla definizione dei bilanci delle imprese.
La manovra finanziaria, oltre a non introdurre nessun elemento di sostegno ai settori produttivi, ancora una volta penalizza i soliti noti, è profondamente iniqua ed è destinata a deprimere ulteriormente il potere di acquisto di stipendi e pensioni.
Le modifiche del sistema previdenziale, di fatto, introducono l’aumento di un anno per l’accesso ai trattamenti pensionistici per tutti coloro che, comunque, il lavoro continuano ad averlo; ma questa norma rischia di diventare un dramma per quelli che il lavoro lo hanno perso o lo perderanno: tra questi, anche quelli dei nostri settori industriali che, negli ultimi anni, sono stati espulsi dalle imprese per effetto della crisi e del conseguente restringimento della base occupazionale.
Come se tutto ciò non bastasse, se la Camera dovesse approvare il DdL sulle intercettazioni già approvato dal Senato, sull’intero sistema editoriale calerebbe un silenzio incompatibile con qualsiasi paese democratico. Non vi è oramai alcun dubbio che i tagli fin qui operati sulla stampa sono stati propedeutici e finalizzati al bavaglio finale. Vale la pena di ricordare che la stampa, nel nostro Paese, è forse ancora l’unico ambiente nel mondo dell’informazione, tolta qualche eccezione, nel quale il pluralismo esiste e resiste.
Va difeso il diritto della libera stampa di informare e il diritto dei cittadini di essere informati.
Per queste ragioni, SLC-CGIL, di intesa con la Confederazione, ha deciso di posticipare all’8 luglio, per i poligrafici, lo sciopero generale già indetto dalla CGIL per il 25 giugno.
Pertanto, per tutti i lavoratori dipendenti di aziende editrici e stampatrici di giornali quotidiani ed agenzie di stampa, lo sciopero è indetto per tutti i turni e per l’intero turno del giorno 8 luglio 2010.
SEGRETERIA NAZIONALE SLC-CGIL