Due giorni di sciopero immediato e un pacchetto di ulteriori cinque giorni «per rispondere all'attacco che il Direttore ha mosso contro le tutele e le regole che garantiscono la libertà del loro lavoro e, di conseguenza, l'indipendenza dell'informazione che il giornale fornisce». Così il Comitato di Redazione del Corriere della Sera motiva l'agitazione indetta giovedì 20 settembre dall' assemblea del quotidiano di Via Solferino. «Il Corriere della Sera - si legge nella nota del Cdr - domani e dopodomani non sarà in edicola e, nelle stesse giornate, il suo sito Corriere.it non verrà aggiornato. L'assemblea dei giornalisti ha votato due giorni di sciopero immediato e ha consegnato al Comitato di Redazione un pacchetto di ulteriori cinque giorni di sciopero: invitati a un tavolo di trattativa sulla multimedialità, i componenti del Cdr non hanno trovato nemmeno un inizio di confronto, ma soltanto una lettera nella quale il Direttore sanciva, fra l'altro, che 'l'insieme degli accordi aziendali e delle prassi che hanno fin qui regolato i nostri rapporti sindacali non hanno più senso». A giudizio del Comitato di redazione «la lettera elencava già i risultati che una pseudo-negoziazione avrebbe dovuto raggiungere e si chiudeva intimando che “se non ci sarà accordo, i patti integrativi verranno denunciati, con il mio assenso”. “Tale approccio - spiega il Cdr del Corriere - è in aperto e ingiustificato contrasto con il senso di responsabilità mostrato dalla Redazione nella gestione dello 'stato di crisì e nell'introduzione di tutte le iniziative editoriali proposte da questa direzione in due anni. L'Assemblea dei giornalisti auspica e chiede da tempo di conoscere le linee strategiche e i piani di sviluppo che Azienda e Direzione intendono attuare tenendo conto sia delle nuove tecnologie a disposizione, sia della qualità, dell'accuratezza e dell'indipendenza dell'informazione”. “Nulla di tutto ciò ci è mai stato presentato - osserva il Comitato di Redazione - La battaglia che i redattori del Corriere hanno intrapreso vuole riportare il giornale al suo ruolo leader attraverso un'informazione libera e autorevole che non può prescindere dalle garanzie per ciascun giornalista. Chi scrive deve poterlo fare senza pressioni, minacce, ricatti. Questo è l'impegno che offriamo ai lettori”. “Il Cdr e i giornalisti del Corriere della Sera - conclude la nota - chiedono che il Direttore riveda una posizione pregiudiziale che per la Redazione è irricevibile e torni a un confronto rispettoso dei rapporti sindacali”. (ANSA).
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