News

23/01/2011

"PROUD TO BE SUBALPINA"

IL COMMENTO DEL SEGRETARIO COMAZZI AL XXVI CONGRESSO FNSI

Cari colleghi,

vi racconto, ovviamente dal mio punto di vista, il 26° congresso della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, che si è svolto a Bergamo da martedì 11 a sabato 15 gennaio. Partiamo dal fondo: sono stati eletti, anzi confermati, segretario e presidente, Franco Siddi e Roberto Natale. Sul sito della Fnsi e della Subalpina troverete ogni notizia.

Io però desidero raccontare la mia esperienza, visto che ho partecipato in qualità di segretario dell'Associazione Stampa Subalpina, e quindi in rappresentanza di tutti i colleghi del Piemonte.

E' stato un buon congresso. E' stato un cattivo congresso. Perdonatemi la contraddizione. E' stato un buon congresso perché ha imposto, vistosamente, una svolta: ponendo al centro non più i diritti, peraltro fondamentali, dei contrattualizzati, ma anche, e soprattutto, quelli di tutti i colleghi freelance che sempre più sostengono gli organi di comunicazione, siano carta stampata, radio, tv, siti web, uffici stampa. Un giornalista può scegliere la libera professione. Spesso, però, si tratta di scelta obbligata: le aziende non assumono, si fa, come si dice, di necessità virtù. Il sindacato dei giornalisti ha però recepito, e, credetemi, con forza e convizione, l'urgenza di una tutela concordata dei lavoratori autonomi. Che spesso sorreggono le testate con la loro opera in cambio di davvero troppo pochi euro.

Chiaramente gli editori approfittano dell'immensa riserva di forza lavoro, della disponibilità di tanti aspiranti giornalisti a prestare la propria opera gratuitamente o quasi. Noi non lo dobbiamo consentire. Senza neppure cadere nella trappola della demagogia. Questo pare chiaro a tutti.Il nostro è il sindacato di una categoria anomala: una categoria con un Ordine e un albo, come tutte le categorie di liberi professionisti; ma che fino a pochi anni fa vantava, nella sua maggioranza, le caratteristiche fondamentali legate al lavoro dipendente. Adesso non è più così. Adesso i giornalisti dipendenti sono la minoranza. Il sindacato, se vuole sopravvivere, si deve attrezzare e si sta attrezzando.
Nessuno ha la bacchetta magica, ma la consapevolezza, beh, quella è stata compiutamente raggiunta.
 

Il Piemonte, lo dico sempre, ancora una volta è all'avanguardia, avendo un segretario freelance, e pure donna. Il Piemonte, modestamente, ha capito prima di altri dove stava andando la nostra professione, il nostro sindacato. In questo quadro, è ovvio che l'accesso alla professione diventa un tema cruciale. E la riforma dell'Ordine non sarebbe più rinviabile, ma quella la deve fare il Parlamento, e vi sembra possibile che in queste condizioni il Parlamento si metta a pensare ai giornalisti?

Ma dicevo che è stato anche un cattivo congresso. La presidenza aveva lavorato due anni per modificare lo statuto della Fnsi. La riforma era resa necessaria soprattutto dalla "povertà" della Federazione. Ridurre il numero dei consiglieri nazionali sarebbe stato una boccata d'ossigeno per il sindacato. Vi assicuro che Natale ha lavorato in modo che la rappresentanza fosse assicurata a ogni regione, in modo rispettoso della proporzione degli iscritti. La riforma, anzi, pareva ad alcuni assolutamente blanda. Bene, siamo riusciti a chiedere il voto a scrutinio segreto, e articolo per articolo; siamo riusciti a bocciare la riforma nella parte che diminuiva i consiglieri, approvando invece quella che portava il mandato a quattro anni.

Ogni commento è superfluo. Verrebbe voglia di andarsene dal sindacato, no? E invece no, perché questo sindacato, questa Fnsi ha ancora delle positività da esprimere, sono certa.

Anche le elezioni dei delegati nazionali hanno portato alcune sorprese. Diciamo che se il segretario Siddi è stato riconfermato in modo convinto, ma non così è accaduto per la sua giunta.Siddi si è peraltro confermato un grande segretario, ancorché «piccolo, nero e sardo» come si definisce lui. Persona perbene, generosa, e con una visione ben chiara del futuro della categoria. Una visione più sociale che politica, più concreta e meno legata alle componenti sindacali, i nostri, i vostri, i loro. Una visione legata in special modo, come si diceva, al governo e alla regolamentazione dei freelance. Personalmente, confido che riesca a metterla in atto. Certo, non sarà facile, il fardello è pesante.
 

Come vedete dal sito, il Piemonte porta sei consiglieri nazionali: Silvia Garbarino, Stefano Tallia, Ezio Ercole, Enrico Cocciulillo, eletti dalla delegazione; cui si aggiungono Pier Sandro Devecchi, eletto nel cosiddetto «listone» del congresso, secondo soltanto al presidente Natale, e io stessa in quanto segretario. Paolo Griseri è proboviro nazionale per i professionali (proboviro supplente, Piero Bianucci). Probiviri nazionali per i collaboratori: Maria Antonietta Boccaccini e Cristina Chenda.
Luis Cabases farà parte del collegio nazionale dei Revisori dei Conti.

A tutti noi, buon lavoro. Il lavoro non ci mancherà.

Alessandra Comazzi

p.s. Sono fiera della mia delegazione. Se dovessi coniare uno slogan, copierei quello inventato dal direttore Roberta Pellegrini (che ringrazio): «Proud to be Subalpina».

Condividi:

C.F. 80089510012 - Copyrights © 2016.
Registrazione Tribunale di Torino n.1913 del 31/1/1968 Iscritto registro Sicid n. 11095/16 V.G. N. 49/2016 Registro Stampa del 3/11/2016

  • Ordine dei Giornalisti del Piemonte.
  • FNSI.
  • Fondo giornalisti.
  • Ordine giornalisti Piemonte.
  • IMPGI.
  • CASAGIT Piemonte.
  • Centro Studi Pestelli.
  • Circolo della Stampa.
  • ungp.