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14/04/2011

'Stato di salute' della stampa in Italia

Torna positivo il mol dei quotidiani, 118 milioni di euro

Torna ad avere il segno più il margine operativo lordo dei quotidiani italiani dopo un 2009 che è stato un vero e proprio 'annus horribilis' del settore. Il mol aggregato delle imprese editrici dei quotidiani nel 2010 è stato infatti di 118 milioni di euro, con una incidenza sul fatturato pari al 4 per cento, recuperando così i livelli del 2008. Il dato è contenuto nel rapporto Fieg sullo 'stato di salute' della stampa in Italia nel triennio 2008-2010, presentato il 13 aprile dal responsabile dell'Ufficio studi della Fieg, Federico Megna, dopo una breve introduzione-saluto agli intervenuti del presidente della stessa Federazione italiana degli editori giornali, Carlo Malinconico Castriota Scanderberg.

Un balzo in avanti non di poco, se si pensa che nel 2009 era stato registrato un calo preoccupante, ovvero il mol era sceso sotto la linea dello zero, risultando negativo per 30,8 milioni di euro. Una caduta davvero senza freni, considerando che l'anno prima il mol era stato di 158,1 milioni, e peraltro già allora in notevole calo rispetto al 2007, quando la cifra finale era stata di 261,6 milioni.

Sempre sul fronte dei quotidiani, nella relazione si sottolinea inoltre che il ritrovato equilibrio delle condizioni di gestione traspare anche dall'andamento ricavi/costi delle società editrici quotate in borsa. Nel 2009 la flessione dei ricavi (-14,3 per cento) non era stata compensata dalla diminuzione dei costi (-8,5 per cento), determinando una forte contrazione del mol (-62,6 per cento) ed una perdita netta di 172,8 milioni di euro. Nel corso del 2010 l'andamento si è gradualmente rovesciato e, nell'arco dei primi nove mesi dell'anno, grazie alla ripresa dei ricavi (+0,6 per cento) e al più accentuato calo dei costi (-4,0 per cento), il mol si è più che raddoppiato (+104,6 per cento) e si sono riaffacciati utili netti per 58,1 milioni di euro. La premessa introduttiva della relazione del responsabile dell'Ufficio studi della Fieg è che le ricadute della crisi economica sul settore dell'editoria giornalistica nel biennio 2008-2009 sono state pesanti. Infatti, ai contraccolpi della congiuntura di forte connotazione recessiva che non ha risparmiato alcun settore merceologico, "si sono sommati gli effetti di squilibri strutturali da lungo tempo presenti e irrisolti, nonché quelli derivanti dalle intense trasformazioni tecnologiche che hanno profondamente cambiato il sistema dell'informazione".

Nuovi mezzi, nuovi processi di integrazione multimediale, nuove modalità di fruizione e di condivisione dei contenuti: "tutti fenomeni - dice la Fieg – il cui comune denominatore è rappresentato dall'impiego esteso delle tecnologie digitali che hanno alterato gli squilibri preesistenti ed imposto modelli di business la cui redditività, peraltro, appare ancora incerta". E però, "nonostante le forti criticità, accentuate dall'improvvido depotenziamento delle politiche di sostegno pubblico", le imprese editrici hanno dimostrato nel 2010 e in questo primo scorcio dell'anno in corso una "notevole capacità di reazione, a riprova della volontà di restare protagoniste" in un mercato della comunicazione che cambia incessantemente.

In un mercato caratterizzato da una domanda strutturalmente debole, le aziende non hanno avuto alternative alla ricerca dell'equilibrio dei conti attraverso il contenimento delle voci di spesa. Così, nel 2009 la flessione del fatturato editoriale (-11,9 per cento) era stata determinata dal calo degli introiti pubblicitari (-16,3 per cento) e da quello più contenuto dei ricavi da vendita (-6,0 per cento). Su questi ultimi aveva anche influito il pesante arretramento delle vendite di collaterali (-23,0 per cento). Ma a fronte di tale andamento i costi di produzione "erano scesi soltanto del 6,6 per cento, determinando il forte squilibrio dei conti economici" accennato in precedenza.

L'azione di contenimento dei costi aveva dato risultanti evidenti soprattutto sul terreno degli oneri relativi all'approvvigionamento di carta (-14,5 per cento) e ai servizi (-9,7 per cento), mentre le spese del personale erano rimaste invece sostanzialmente invariate, "anzi con una leggera tendenza all'aumento (+0,2 per cento), nonostante la riduzione del numero degli addetti (-3,8 per cento)". Lo scorso anno la situazione è migliorata sul piano degli equilibri gestionali, in quanto la contrazione dei ricavi editoriali si è notevolmente attenuata (-1,2 per cento), mentre "si sono andate accentuando le politiche di contenimento dei costi (-6,1 per cento) che hanno investito anche le spese del personale (-9,5 per cento)". La riduzione dei costi, in particolare di quello del lavoro, "è stata una necessità - dice la Fieg – per imprese ad elevato valore aggiunto come sono quelle editrici di quotidiani".  (AGI)

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NAPOLITANO, ESSENZIALE INDIPENDENZA E PLURALISMO
Messaggio di saluto del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla Fieg in occasione della presentazione del Rapporto sullo stato di salute del settore per il triennio 2008-2010. Lo ha reso noto il presidente della Fieg, Carlo Malinconico. Il capo dello Stato nel suo messaggio ha sottolineato "la funzione essenziale che l'indipendenza e il pluralismo dell'informazione debbono assolvere nella ricerca di nuovi equilibri tra i diversi strumenti tecnologici di comunicazione e nell'affrontare la sfida della multimedialità". In sala, nella sede della Fieg, a seguire i lavori anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta. (AGI)

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FNSI : Il rilancio dell’editoria attraverso la ripresa dell’occupazione
condizione per un salto di qualità dei media

“Per rilanciare l'industria dell'informazione è indispensabile un colpo d'ala degli editori. Il costo della fase acuta della crisi è stato pagato soprattutto dal lavoro, come dimostra la fotografia del settore fatta oggi dal Presidente della Fieg, Carlo Malinconico. Ma senza un attento e coraggioso investimento sulle risorse professionali non c'è ripresa vera. Il Sindacato dei giornalisti, innovando sul terreno delle relazioni industriali e del contratto, ha fatto la sua parte per salvare il sistema. Ma ora una semplice gestione statica dei conti non basta.

Serve un disegno, una proposta importante di nuovo modello industriale, un progetto avanzato sulle prospettive del settore dell'informazione che non può prescindere dalla qualità e, quindi, dal valore aggiunto dell'investimento in lavoro giornalistico qualificato e regolarmente inquadrato. Lo Stato deve fare la sua parte per sostenere l'informazione quale bene pubblico, per combattere e non favorire gli squilibri strutturali, come la pubblicità e i nodi della distribuzione, per combattere il dumping sociale e la precarietà. La Fieg deve farsi parte attiva per il rispetto delle buone pratiche e degli obblighi contrattuali e sociali del mercato del lavoro giornalistico, perno indispensabile delle attività imprenditoriali, fonte essenziale del suo business, il vero moltiplicatore di valore dell’industria dell’informazione.

Sono queste le prime valutazioni della Fnsi a commento della presentazione del rapporto della Federazione italiana editori giornali sulla stampa italiana nel biennio 2008-2010 avvenuta oggi a Roma. La Fnsi, inoltre, sottolinea positivamente le affermazioni del Presidente della Fieg, Malinconico, relativamente alla riaffermazione della “netta contrarietà a qualunque forma di divieto di pubblicazione di notizie”. Su questo terreno, quello della difesa della libertà e del diritto dei cittadini ad essere correttamente informati la Fnsi ribadisce la sua disponibilità ad iniziative anche comuni. 
Interessanti le proposte avanzate al governo per incentivare la imprese editoriali, ma esse debbono essere collegate ad un criterio che si basi sulla correttezza  e sulla qualità dei rapporti di lavoro dentro e fuori le aziende al fine di favorire le imprese virtuose contro forme di concorrenza sleale arrivando a togliere i contributi pubblici a quelle aziende che non applicano regolari contratti giornalistici”.


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SIDDI (FNSI), ORA SERVE COLPO D'ALA DA IMPRENDITORI

"Se l'anno orribile 2009 è per fortuna alle spalle e nel 2010 il margine operativo lordo torna a crescere è grazie soprattutto agli interventi sul costo del lavoro. Questa strada però non è infinita e senza investimenti sulle risorse professionali, il settore deperisce".
Lo ha detto il segretario della Fnsi, Franco Siddi, commentando i dati dello studio "La stampa in Italia 2008-2010", presentato oggi dalla Fieg. "Per rilanciare il settore ora serve un colpo d'ala da parte degli editori - ha aggiunto -, che finora non hanno risposto con misure adeguate a un valido progetto di innovazione industriale". (ANSA)

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NATALE (FNSI): IL CONFLITTO DI INTERESSI RESTA UN NODO FONDAMENTALE

Il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Roberto Natale, ha dichiarato:
“Il rapporto oggi presentato dalla Fieg merita di essere letto anche alla luce delle parole che il Presidente della Repubblica ha inviato alla "Biennale Democrazia. Napolitano mette in guardia contro il rischio di "poteri economici e sociali senza contrappesi, resi più insidiosi dagli effetti del progresso tecnologico". Nella relazione del Presidente Fieg, Carlo Malinconico, si torna a sottolineare l'anomalia che in Italia caratterizza la raccolta pubblicitaria: la tv schiaccia sempre più la stampa, come non avviene in nessuna altra economia avanzata. Per il sindacato dei giornalisti la questione del conflitto di interessi di Berlusconi, cosi come dei conflitti di interesse di cui sono titolari grandi nomi dell'editoria, rimane uno dei nodi fondamentali da affrontare per dare al settore uno sviluppo essenziale alla qualità della democrazia italiana”.

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IACOPINO: "DAI GIORNALISTI UN CONTRIBUTO FONDAMENTALE"

Questo il commento di Enzo Iacopino, Presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti:
“Fa piacere apprendere dalla relazione del presidente della FIEG, Carlo Malinconico, che emergono dati incoraggianti. Fa piacere soprattutto a chi, i giornalisti, ha fornito un contributo fondamentale, immolandosi per determinare una riduzione del costo del lavoro del 9,6%.
Certo sarebbe stato più cortese non far rientrare genericamente le centinaia di colleghi rottamati tra le "diseconomie" parzialmente riassorbite con "incisivi processi di ristrutturazione e di riorganizzazione produttiva".
Manca nella relazione ogni altro riferimento ai giornalisti. Non una parola di speranza - a quattro giorni da una imponente manifestazione pubblica contro il precariato - per i tanti sfruttati da quei ladri di sogni e di verità che ci sono tra gli editori. Non era la sede, sarà l'obiezione. Ma questa sede non si trova mai. Il problema resta e distrugge la vita di migliaia di giovani. La verità è che sul terreno della moralità dei comportamenti di troppi editori la FIEG sceglie sempre la strada del silenzio”.


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MALINCONICO, NO A DIVIETO PUBBLICAZIONE NOTIZIE
Il presidente della Fieg, Carlo Malinconico, nel corso della presentazione dello studio 'La stampa in Italia 2008-2010', ha ribadito ''la contrarietà a qualunque forma di divieto di pubblicazione di notizie che non siano dichiarate espressamente segrete dalla legge o dall'autorità giudiziaria''.
''Non ci possono essere condizioni o riserve a questo principio'' ha aggiunto. (ANSA)

MALINCONICO, OCCORRE POLITICA INDUSTRIALE SOSTEGNO
Il presidente della Fieg, Carlo Malinconico, in occasione della presentazione dello studio 'La stampa in Italia 2008-2010', ha invocato ''l'esigenza di una politica industriale di sostegno per assecondare i segnali di ripresa che si vanno manifestando''.
''Se ne avrebbe una ricaduta amplificata per la collettività - ha aggiunto - e per le stesse finanze pubbliche in termini di imposte e di prodotto interno lordo. Se ne avvantaggerebbe l'intera filiera cui fa capo l'editoria, che è un comparto assai rilevante in termini di investimenti e occupazione''. (ANSA)

MALINCONICO, AMBIENTE NON FAVOREVOLE A IMPRESE
''L'ambiente in cui le imprese operano non è favorevole al loro sviluppo, specie in settori dominati dalla modernità''. Lo ha detto il presidente della Fieg, Carlo Malinconico, in occasione della presentazione dello studio 'La stampa in Italia 2008-2010'.
''Non ha senso - ha proseguito - una regolazione che è molto minuziosa in termini di adempimenti e di responsabilità nei confronti della carta stampata e che invece ne prescinde per i nuovi canali comunicativi''.
Malinconico ha aggiunto che ''l'editoria subisce le conseguenze di condizioni generali problematiche e incerte'', individuando ''nell'inadeguatezza del sistema distributivo, nell'assetto del mercato pubblicitario, caratterizzato dallo schiacciante strapotere della televisione, e in un impianto che non protegge i contenuti prodotti dagli editori, i fattori di criticità che ostacolano la ripresa del settore''.
Il presidente della Fieg ha spiegato che ''sono particolarmente esposte le due fonti principali di finanziamento della carta stampata: le vendite e la pubblicità''. (ANSA)

EDITORIA: LETTA, STATO LA SOSTENGA, NON VENDE SCATOLETTE
''Lo Stato deve assicurare sostegno e supporto alle imprese editrici, perché non vendono scatolette ma un prodotto delicato di valore costituzionale''. Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, intervenendo alla presentazione dello studio della Fieg ''La stampa in Italia 2008-2010''.
Letta ha assicurato ''il massimo impegno a seguire le istanze del settore e a tentare tutte le chiavi per trovare soluzioni, se non ideali, più vicine alle esigenze degli editori''. Il sottosegretario ha ricordato che ''la situazione economica è difficile'', dicendosi ottimista per ''i segnali positivi riscontrati nel 2010'' e augurandosi che ''il 2011 assicuri risultati ancora migliori''. Nel suo intervento, Letta ha ricordato di aver frequentato la Federazione per tanti anni e di aver tra l'altro conosciuto Silvio Berlusconi ''proprio in questa sala in occasione di un convegno, essendo stato chiamato, in quanto membro del direttivo Fieg, a contrastare le sue idee sul rapporto tra stampa e tv''. ''Ascoltando la relazione del presidente Carlo Malinconico, ho riscontrato che i problemi del settore continuano a rimanere gli stessi di quando io ero in Federazione'', ha concluso Letta. (ANSA)

EDITORIA: MALINCONICO, DA TG1 A VOLTE VISIONE NEGATIVA STAMPA
''Ho notato che in qualche occasione da parte del Tg1 è stata data della stampa una visione negativa
che, da un lato è parziale, e dall'altro, invece di fornire i dati generali, insiste su elementi non decisivi, ma marginali come l'andamento di alcune testate locali''. Lo ha detto il presidente della Fieg Carlo Malinconico, a margine della presentazione dello studio La stampa in Italia 2008-2010, spiegando un passo del suo intervento relativo alla rubrica ''Tg1 Media''.
''Questo comportamento - ha aggiunto Malinconico - lo abbiamo visto come strumentale perchè non riguarda il contrasto con un singolo gruppo ma appare generalizzato. Che un concorrente come
la tv ci venga a danneggiare è un fatto sconcertante e negativo''. (ANSA)

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ANSA-SCHEDA/ EDITORIA: NEL 2010 DATI POSITIVI MA MERCATO FERMO
GIÙ COPIE QUOTIDIANI, CRESCE INTERNET, CRISI COLPISCE PERIODICI

''L'impatto sui margini operativi della crisi intervenuta nel biennio 2008-2009 è stato forte, ma nel 2010 è stata altrettanto forte la reazione delle aziende editrici che, almeno sul piano dei costi di produzione, hanno portato avanti un'efficace azione di razionalizzazione e di ristrutturazione che si è tradotta in ritrovati equilibri aziendali e, ciò che è più importante, in margini operativi di segno positivo''.  Lo rileva la Fieg nello studio 'La stampa in Italia' 2008-2010 presentato oggi a Roma.
''I problemi chiave con i quali deve confrontarsi l'editoria giornalistica - spiega ancora la Fieg - sono sostanzialmente legati ad un mercato che non si espande sufficientemente nelle sue due tradizionali componenti - vendite delle copie e di spazi pubblicitari - ed all'esigenza di individuare nuove linee di crescita dei ricavi''.

PUBBLICITÀ: Nel 2010, gli investimenti pubblicitari sono tornati a crescere (+3,8%), in sintonia con la leggera ripresa economica. L'aumento non ha però riguardato in misura omogenea tutti i mezzi: nel 2010 la stampa ha accusato un dato finale ancora di segno negativo (-4,3%), con conseguente contrazione della quota di mercato, scesa dal 28,8% al 26,6%. Il risultato negativo è imputabile ai periodici (-5,4%) e, soprattutto alla free press (-25,2%), mentre i quotidiani a pagamento hanno mostrato una maggiore capacità di tenuta (-2,0%). Relativamente alle quote di mercato, la televisione continua a consolidare la sua posizione ed è arrivata a detenere un quota assai prossima al 60% delle risorse. È una situazione non riscontrabile in nessun altro paese ad economia avanzata, rileva la Fieg.

QUOTIDIANI - Nel 2010 il margine operativo lordo aggregato delle imprese editrici di quotidiani è tornato positivo, dopo il preoccupante calo del 2009. Il mol è risalito a 118 milioni nel 2010, con un'incidenza sul fatturato (4%) che ha ricuperato i livelli del 2008. Nel 2010, la situazione è migliorata sul piano degli equilibri gestionali, in quanto la contrazione dei ricavi editoriali si è notevolmente attenuata (-1,2%), mentre si sono andate accentuando le politiche di contenimento dei costi (-6,1%) che hanno investito anche le spese del personale (-9,5%). A fronte della contrazione delle vendite delle copie (-4,3%) e degli introiti pubblicitari (-2,6%), le imprese di quotidiani hanno cercato di qualificare l'offerta con il potenziamento delle attività online.  A dicembre del 2010 - si legge nello studio - gli utenti unici in un giorno medio di siti web dei quotidiani sono cresciuti del 37% rispetto allo stesso mese del 2009, mentre gli utenti complessivi attivi sul web nel giorno medio sono aumentati in misura di gran lunga inferiore (+15,3%). La percentuale di utenti unici di siti di quotidiani sull'utenza complessiva è così salita in un anno dal 38,3 al 45,4%. Per la Fieg il problema aperto resta comunque quello del ritorno economico di investimenti che richiedono risorse crescenti in quanto appare ancora problematico superare le resistenze del pubblico ad accettare formule di 'paywall', vale a dire di accesso a pagamento alle nuove offerte. Negli ultimi anni - rileva ancora la Fieg -, il numero dei lettori dei quotidiani è andato costantemente aumentando. Nel 2010, i lettori di quotidiani sono restati al di sopra di 24 milioni, subendo una lievissima erosione (-0,3%) soltanto nell'ultimo ciclo di rilevazione Audipress. L'indice di penetrazione, che nel 2000 stazionava intorno al 38% della popolazione, è salito al 46%.

PERIODICI - La crisi ha colpito con particolare intensità la stampa periodica. Nel 2009, i ricavi editoriali sono diminuiti del 14,2%, soprattutto a causa della forte flessione degli introiti pubblicitari (-29,1%), accompagnata dalla diminuzione dei ricavi da vendita (-9,0%). L'andamento declinante si è attenuato nel 2010, con una contrazione del fatturato editoriale (-2,2%), imputabile in misura presso che pari alla pubblicità (-2,1%) e alle vendite delle copie (-2,3%).
Sul piano diffusionale, i settimanali sono diminuiti del 10,9%, nel 2009, e del 2,5%, nel 2010; i mensili del 4,4% e del 7,0%, rispettivamente. Il difficile momento congiunturale, caratterizzato da consumi interni stagnanti, ha avuto effetti particolarmente negativi per quei prodotti che, come i periodici, sono molto sensibili all'evoluzione della domanda interna. Anche gli indici di lettura dei periodici hanno subito una graduale erosione  negli ultimi anni. Il trend è stato declinante in misura contenuta anche nel corso del 2010: i tre cicli di rilevazione condotti nell'anno indicano, per i periodici nel complesso, una flessione  dello 0,8%, con un indice di penetrazione della popolazione che, comunque, resta elevato (62%). (ANSA)




La relazione integrale del presidente Fieg Malinconico al link:

http://www.odg.it/files/relazione%20malinconico.pdf

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