Il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, di fronte alla diffusa precarizzazione del lavoro giornalistico esposto allo sfruttamento delle aziende sia in termini di retribuzione che di impegno, tale spesso da ledere la dignità personale e professionale
ricorda
agli editori e ai direttori delle testate giornalistiche
- l'articolo 36 della Costituzione, il quale stabilisce "che il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa”;
- l’art. 2 della legge ordinistica ( 69/1963 che recita: «Giornalisti e editori sono tenuti a promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti e editori»)che vincola i giornalisti tutti, sia strutturati che collaboratori, al dovere di colleganza, la cui violazione per gli iscritti puo’ comportare sanzione disciplinare;
- le normative vigenti in materia di riconoscimento di compiuta pratica che sono di esclusiva competenza dell’Ordine e che sono volte a sanare situazione di abusivato e di esercizio della professione giornalistica di fatto in esclusiva e a tempo pieno nelle strutture redazionali
auspica
una sempre piu’ stretta collaborazione con il sindacato
- nella segnalazione reciproca di situazioni di sfruttamento e/o di abusivato e nell’individuare, ciascuno nelle sue rispettive competenze, le misure di contrasto a ingiuste retribuzioni (l’Ordine e’ preposto a fornire pareri di congruità che possono essere utilizzato in sede di vertenza aziendale) ;
- nel monitoraggio delle realtà editoriali pubbliche e private della regione, avviando le necessarie vertenze aziendali la’ dove se ne ravvedono gli estremi, assicurando sostegno e tutela a tutti i colleghi e, se necessario, rivolgendosi all'autorità giudiziaria sulla base di pareri di congruità dei compensi emessi dall'Ordine professionale
si impegna
in ottemperanza ai suoi compiti istituzionali
- a tutelare in tutti i modi il lavoro giornalistico, riconoscendolo d’ufficio la’ dove non e’ riconosciuto,
- a favorire l’avvio di praticantati free lance la’ dove la solidità della situazione occupazionale offre sufficiente garanzie di continuità e serietà nell’espletamento del praticantato affidato al controllo del tutor e dell’Ordine stesso
- a rilasciare tempestivamente pareri di congruità delle retribuzioni
conferma
l’assoluto rigore nella verifica dei requisiti per l’accesso alla professione, cosi’ come prescritto dalle normative, ma anche al fine di contrastare un uso compensatorio-consolatorio del tesserino, evitando il rischio di un uso strumentale per nascondere realtà di abusivato e precariato
esorta
direttori e colleghi che ricoprono incarichi al vertice delle testate giornalistiche di non rendersi complici dello sfruttamento dei colleghi e di segnalare all’Ordine e al sindacato situazioni che ne richiedono l’intervento
aderisce
pertanto al recente documento dell’Ordine dei Giornalisti del Veneto e all’ordine del giorno votato all’unanimità dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti in cui si chiede un intervento legislativo finalizzato ad escludere da contributi pubblici gli editori che sfruttano il lavoro giornalistico e parla di «Una maggioranza silenziosa e poco tracciabile di colleghi pubblicisti e professionisti che non hanno alcuna garanzia per il loro futuro. Giovani giornalisti pagati pochi spiccioli ad articolo. […] Di fronte a tutto questo l’Ordine non può restare a guardare; il richiamo ai doveri di una solidarietà autentica verso chi vive queste difficoltà deve portare alla presa di coscienza che non è morale rendersi complici degli editori contribuendo a tenere nel ghetto dell’estremo bisogno centinaia di giovani professionisti».