La Fnsi e la Commissione nazionale Lavoro autonomo della Fnsi intendono portare all’attenzione dei Cdr e dei fiduciari di redazione l’urgenza di un confronto e dell’avvio di una stretta collaborazione, anche con le Assostampa e le Commissioni regionali per il Lavoro autonomo, per realizzare una serie di iniziative a tutela dei giornalisti freelance e collaboratori.
Giornalisti che non sono più solo dei collaboratori saltuari, ma sono divenuti nel loro complesso delle vere e proprie “redazioni esterne”, indispensabili per il prodotto informativo quotidiano, ma che non godono dei diritti e delle tutele dei giornalisti contrattualizzati, né di retribuzioni non solo minimamente paragonabili, ma quasi sempre insufficienti per mantenersi (la maggioranza dei freelance in Italia guadagna meno di 10.000 euro lordi l’anno, e larga parte di loro nemmeno 5.000).
I Cdr rappresentano il primo possibile strumento di difesa e tutela di freelance e collaboratori, e ciò in virtù dei compiti assegnati ai Cdr dal Contratto collettivo nazionale. E una stretta sinergia tra Cdr, Assostampa, FNSI e rappresentanti di freelance e collaboratori può divenire un forte strumento d’intervento per tentare di garantire anche ai giornalisti non contrattualizzati da dipendenti (che oramai rappresentano, e rappresenteranno sempre più, la maggioranza della professione), diritti e tutele sempre più drammaticamente urgenti e non differibili.
Le problematiche sulle quali proponiamo un confronto e delle iniziative concertate sono:
- la pari dignità e il rispetto dei diritti professionali e contrattuali dei collaboratori, sia sotto l’aspetto contrattuale, retributivo, che etico-deontologico
- la rappresentanza dei collaboratori nelle redazioni attraverso i Cdr
- l’attivazione di processi di stabilizzazione di precari e cococo, e di contrattazione collettiva aziendale per garantire più adeguati livelli di trattamento contrattuale, economico e di rapporti con gli editori e le redazioni per i freelance
Più in particolare riteniamo che sia necessario e urgente:
- Stimolare la presa di coscienza che, nell’attuale mercato del lavoro, il precariato sottopagato non è più una sorta di “periodo di prova”, in attesa di un impiego contrattualizzato a tempo indeterminato, ma una condizione lavorativa quasi sempre permanente, e come tale inaccettabile e insostenibile.
- Far rispettare la dignità e la professionalità del lavoro dei freelance, anche tramite l’elaborazione di linee guida per un codice etico di “buone prassi” di rapporti tra editori, redazioni e i collaboratori.
- Affermare il concetto che il lavoro autonomo, poiché si assume i costi e i rischi di produzione, ed essendo privo di garanzie, deve costare di più rispetto a quello dipendente. E ciò per rendere da una parte più conveniente alle aziende ricorrere ai contratti da dipendente, e dall’altra offrire ai freelance la possibilità di esercitare la professione in forma dignitosa, e realmente indipendente.
- Giungere tramite accordi collettivi aziendali alla definizione di retribuzioni minime decorose, tariffari contrattuali, garanzie di tutele e altre forme di sostegno per i freelance (quali rimborsi spese, convenzioni, etc.).
- Richiedere dei tavoli di confronto con i datori di lavoro per far rispettare le norme contrattuali collettive esistenti, ma troppo spesso inapplicate, quali il corretto inquadramento dei collaboratori entro i i corrispondenti articoli del Contratto collettivo nazionale, e ciò anche per quanto riguarda le retribuzioni.
- Ottenere per i cococo il divieto di esclusiva, o far prevedere un indennizzo economico a fronte di una richiesta dell'editore in tal senso; introdurre il divieto di richiesta di manleva (responsabilità penale a carico del solo collaboratore).
- Far valere l’Accordo collettivo nazionale sulla disciplina del lavoro autonomo (inserito nel contratto nazionale di lavoro giornalistico): «pagamenti entro il mese successivo alla pubblicazione»
- Intensificare la lotta all'esercizio abusivo della professione, che non rispetta le regole del giornalismo e le normative, ponendo fine a situazioni nelle quali - ad esempio - si vedono articoli firmati con regolarità da non iscritti all’Ordine.
- Sviluppare un’attenta vigilanza e la denuncia di ogni forma di lavoro gratuito o irregolare, sia che questo venga camuffato da stage formativo o di introduzione alla professione, sia che si presenti sotto dubbie forme di “citizen giornalism”.
- Vigilare e far rispettare le norme deontologiche della professione (quali, ad esempio, il divieto di assumere incarichi di uffici stampa per attività per le quali poi anche si scrive come giornalisti per una testata, o quando si hanno responsabilità ed incarichi all’interno delle redazioni).
- Vigilare sull’impiego di pensionati nel lavoro giornalistico, ove non è raro vedere dei colleghi oramai pensionati che continuano a ricoprire gli stessi incarichi o ruoli redazionali precedenti, sottraendo così occasioni e posti di lavoro a colleghi collaboratori e precari più giovani, che necessitano di una stabilizzazione
- Avviare forme di partecipazione e rappresentanza dei collaboratori esterni alle rappresentanze sindacali aziendali, vuoi in prospettiva con l’elezione di un loro rappresentante nei Cdr, vuoi nell’immediato con l’indicazione di almeno un referente nei Cdr deputato a rappresentare i collaboratori esterni. E, ove non esistesse una rappresentanza sindacale aziendale, questa dovrebbe essere affidata alle Commissione regionale Lavoro Autonomo, a supporto dei responsabili dell’Assostampa regionale.
- Collaborare alla costituzione di un “Osservatorio sul mercato del lavoro giornalistico”, in modo da monitorarne continuamente le condizioni e gli sviluppi, prestando particolare attenzione alle testate minori, al web e al multimediale, nei quali si possono facilmente riscontrare varie irregolarità e abusi
- Spingere per l’attivazione di una trattativa con editori e governo, come previsto dal contratto nazionale all’allegato 0, parte 3, titolo “Interventi congiunti nei confronti del Governo”: «Le parti (Fieg e Fnsi ndr) predisporranno le richieste da presentare congiuntamente al Ministero del Lavoro finalizzate a: .. g) prevedere la definizione di specifici ammortizzatori sociali a beneficio dei giornalisti titolari di rapporto di lavoro autonomo».
- Garantire, anche con contributi degli editori e delle istituzioni, qualificati corsi di formazione e di aggiornamento, mirati anche alle più moderne esigenze della professione, in riferimento all’informatica, alla multimedialità e l’online (rif. all’art. 4 CNLG: «Fieg e Fnsi realizzeranno corsi di aggiornamento professionale per i giornalisti privi di occupazione o che non abbiano un rapporto di lavoro subordinato»).
I punti qui elencati fanno parte della piattaforma di lavoro della Commissione nazionale Lavoro Autonomo della FNSI, approvata per acclamazione in forma sintetizzata in un Ordine del giorno dal XXVI Congresso FNSI di Bergamo, testo al quale rimandiamo per ulteriori approfondimenti.
Intendiamo infine sottolineare che oggi in Italia essere giornalisti freelance non è quasi mai una libera scelta, ma spesso solo una costrizione, a causa di condizioni di mercato che raramente offrono la possibilità di assunzioni o prospettive di stabilità.
Ciò non toglie che molti freelance e collaboratori non cercano necessariamente il posto fisso, ma tutti indistintamente chiedono che sia garantita anche a loro la possibilità di vivere decorosamente con il proprio lavoro, e che questo venga rispettato per quello che vale effettivamente sul piano professionale.
La presente richiesta di incontro e collaborazione con i colleghi contrattualizzati delle redazioni parte da questi presupposti, per poter garantire sia migliori condizioni di lavoro ai freelance e collaboratori, che una migliore qualità del sistema dell’informazione in Italia, e del servizio reso ai cittadini.
per la Commissione nazionale Lavoro Autonomo FNSI
Il coordinatore
Maurizio Bekar