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03/01/2012

L'augurio più autentico per il 2012: stiamo uniti!

Attacchi alla categoria, all'Inpgi. Il momento è davvero difficile

Cari colleghi,
volevo scrivervi un breve messaggio di auguri. Epperò...
 
L'altro giorno a Roma il ministro Fornero ha detto che siamo dei privilegiati e che ci toglierà l'Inpgi. Lo ha detto in casa della Fnsi, invitata a una ricorrenza importante: i cento anni del primo contratto nazionale, che fu proprio quello dei giornalisti.
 
Il suo intervento faceva seguito alla drammatica descrizione (ma lei non c'era, per ascoltarla) della realtà occupazionale nelle nostre testate giornalistiche. Occuparsi di sindacato in questa fase vuol dire affrontare continuamente situazioni di emergenza, occupazionale ed economica. I famosi precari a 5 euro a pezzo, che non sono una categoria dello spirito, ma una realtà, tutto possono sentirsi, fuorché privilegiati.
 
E poi c'è il problema Inpgi. Il cui solido, e sanissimo, patrimonio (l'Inpgi è stato in grado di anticipare la riforma, per mettersi in sicurezza) chiaramente fa gola.
 
Il segretario generale Siddi e il presidente Inpgi Camporese hanno immediatamente replicato, è stato chiesto un incontro veloce con il ministro, vi giro il comunicato della Giunta della Fnsi.
 
Il momento è davvero difficile, l'augurio più autentico per il 2012 è: stiamo uniti!
 
Buon Natale, Buone Feste.
 
alessandra comazzi
 

 
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La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica:
GIUNTA FNSI: GRAVI E SENZA RISCONTRO
AFFERMAZIONI MINISTRO FORNERO.
FONDAMENTALE CONFRONTO CON PARTI SOCIALI
 
“La Giunta Esecutiva della Fnsi e la Consulta delle Associazioni Regionali di Stampa respingono l’attacco all’autonomia dell’Inpgi e alla professione, che non vive di privilegi ed è impegnata al contrario a contrastare un lavoro sempre più precario.
L’Istituto di previdenza dei giornalisti – l’Inpgi – ha già messo in atto con il concorso delle parti sociali manovre sulle entrate le prestazioni previdenziali, la valorizzazione del patrimonio e l’efficienza della gestione che consentono una sostenibilità dei propri bilanci e della propria missione anche nel lungo periodo. Per questa ragione risulta sorprendentemente grave l’affermazione del Ministro del Lavoro, professoressa Elsa Fornero, relativa ad una presunta insostenibilità dei conti dell’Inpgi. Affermazione resa pubblicamente e non suffragata da alcun riscontro che contraddice quanto costantemente verificato e certificato dallo stesso ministero del Lavoro i cui rappresentanti siedono nel consiglio di amministrazione dell’Istituto.
La Giunta della Fnsi invita il Governo ad evitare contrapposizioni pregiudiziali e a ripristinare il metodo del confronto con le parti sociali e con gli organismi degli enti previdenziali privati ma vigilati. E’ questa l’unica strada per evitare al Paese costi che non potrebbero essere imputati ad una crisi che investe tutti i settori e i comparti e non risparmia quello dell’informazione”.



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Al centro previdenza e lotta al precariato. I documenti approvati al Cn
Fnsi: da respingere l’attacco all’autonomia dell’Istituto
Consiglieri Inpgi: i nostri conti sono trasparenti ed in ordine
Ribadita la disponibilità a qualsiasi confronto con il Governo


“Il Consiglio Nazionale della Fnsi respinge l’attacco all’autonomia dell’Inpgi. L’Istituto di previdenza dei giornalisti ha già messo in atto, con il concorso delle parti sociali, misure che consentono una sostenibilità dei propri bilanci e della propria missione anche nel lungo periodo. Sorprendono, quindi, le gravi affermazioni del ministro del Lavoro, professoressa Elsa Fornero, relative ad una presunta insostenibilità dei conti dell’Inpgi. Affermazione non suffragata da alcun riscontro che contraddice quanto costantemente verificato e certificato dallo stesso ministero del Lavoro i cui rappresentanti siedono nel consiglio di amministrazione dell’Inpgi. Il ministro Fornero ha infine alluso a privilegi di cui godrebbero i giornalisti italiani. La categoria non ha privilegi ma è stata la prima ad avere sottoscritto un contratto nazionale collettivo di lavoro. Nel corso di un secolo ha quindi maturato capacità di negoziare diritti e doveri che si sono rivelati preziosi per i giornalisti italiani ma, soprattutto, per tutelare il diritto all’informazione dei cittadini e quello della dignità professionale di un precariato giornalistico sempre più diffuso.

Il diritto all’informazione trae forza dall’intransigente difesa di un’autonomia  della professione che solo una vocazione autoritaria può intendere come previlegio. Nel ribadire quindi la disponibilità a qualsiasi confronto con il governo, il Consiglio Nazionale della Fnsi chiama i giornalisti italiani ad alzare la soglia di attenzione sulla difesa dei diritti e del valore del lavoro. Lavoro che in questi  anni ha pagato un pesante tributo ad un modello che ha privilegiato la rendita finanziaria speculativa, come dimostrano anche i più recenti studi di Bankitalia. La ricerca di equità non può quindi  partire che da una maggiore considerazione delle ragioni del lavoro in un Paese che non ha certo bisogno di avere maggiore facilità di licenziare ma, al contrario,  deve disboscare la giungla del precariato e del ricorso improprio a contratti atipici male retribuiti e socialmente non protetti.  I giornalisti italiani non sono una casta di lavoratori privilegiati dal punto di vista economico. A fronte di alcuni, pochi, professionisti ben pagati e di colleghi con uno stipendio decoroso, ci sono migliaia di giornalisti disoccupati, o con i redditi tagliati pesantemente dai contratti di solidarietà o in cassa integrazione; mentre tra i 25 mila colleghi collaboratori e precari il 60% guadagna meno di 5 mila euro l’anno.
Il Consiglio Nazionale – ravvisando la necessità di promuovere la mobilitazione della categoria contro i  disegni che mirano a fare arretrare la civiltà del diritto del lavoro -  dà mandato alla giunta nazionale della Fnsi di  assumere tutte le iniziative utili – incluso, verificata l’impossibilità di una proficuo confronto,  il ricorso allo sciopero dei giornalisti - a rafforzare lo schieramento delle forze del lavoro che oggi chiede siano superate condizioni di precarietà, sia ripristinato un dialogo sociale capace di rispettare tutte le posizioni, consegni alle parti sociali politiche di sviluppo e crescita che consentano al Paese di uscire dalla crisi rafforzando la democrazia e non, davvero, il privilegio di chi in questi anni ha accumulato ricchezza sottraendo futuro al paese”.

Il Consiglio Nazionale della Fnsi, riunito a Roma il 21 dicembre del 2011, ha approvato all’unanimità.

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