Il Corecom, Autorità Garante per le Comunicazioni in Piemonte, ha illustrato lunedì mattina, nel corso di una conferenza stampa, i principali risultati ottenuti nel 2011.
Il presidente del Consiglio regionale, Valerio Cattaneo, ha aperto i lavori mettendo in evidenza che il Corecom costerà 450 mila euro in meno degli anni precedenti, grazie al taglio dei compensi previsti e alla riduzione del Comitato a soli tre componenti. Rispetto al lavoro fatto occorre aggiungere 2 milioni e mezzo di risparmi ottenuti con l’efficace gestione delle conciliazioni gratuite, mentre il programma prevede l’ottenimento di ulteriori deleghe per arrivare all’arbitrato di quelle poche conciliazioni che non si riescono a chiudere. L’obiettivo è di aumentare l’efficacia per la maggiore soddisfazione degli utenti.
Cattaneo ha poi evidenziato i problemi che attraversa l’emittenza locale, ma anche la Rai, perché diversi comuni del territorio piemontese hanno una cattiva ricezione. Infine ha sottolineato che esiste un accordo bipartisan per la soluzione dei problemi e per avere un Corecom con maggiori poteri.
Il vicepresidente dell’Assemblea legislativa, Roberto Placido, nel suo intervento ha messo in evidenza che il Corecom potrà essere un punto di riferimento del sistema radiotelevisivo in questo momento di crisi, anche per l’autorevolezza e l’equilibrio dei suoi componenti.
Il presidente del Comitato, Bruno Geraci, ha relazionato sul lavoro svolto dal precedente comitato e nel presentare il programma futuro e quanto realizzato fino adesso si è posto una domanda: “Quale forma di servizio pubblico vogliamo espletare in tempi brevi? Vogliamo favorire il quadro economico, spingeremo sulla digitalizzazione che ha una influenza positiva sul Pil. Cercheremo di attivarci affinché l'emergenza democratica che impedisce a quasi 700 mila piemontesi di usufruire del servizio pubblico regionale Rai e delle tv locali piemontesi cessi. Porteremo a compimento le conciliazioni con le deleghe di secondo livello e un migliore decentramento, incrementando il risparmio delle famiglie che devono affrontare problematiche con le compagnie telefoniche”.
Secondo Tiziana Maglione, vicepresidente del Corecom, “il Comitato contribuisce sensibilmente a deflazionare ulteriormente gli uffici giudiziari, potenziando le conciliazioni con le deleghe di secondo livello. Ciò significa incidere sul disagio”.
Il terzo componente del Corecom, Ezio Ercole, nel suo incisivo intervento, in particolare ha chiesto alle istituzioni “la convocazione di un tavolo di confronto, coinvolgendo tutti i soggetti interessati, per affrontare la crisi del sistema radiotelevisivo”.
Filippo Lucci, presidente del Corecom Abruzzo e coordinatore nazionale dei presidenti dei Corecom d’Italia, ha elogiato il Comitato piemontese, tra i migliori d’Italia, per i risultati raggiunti, ed ha parlato dei Corecom come primo vero esempio di federalismo riuscito dei territori che funziona con bassi costi e tangibili risultati per i cittadini. I Comitati sono destinati a diventare sempre più punto di riferimento sul territorio con l’attivazione in ogni regione del Registro degli operatori della comunicazione e con lo snellimento delle procedure per l’erogazione dei contributi all'emittenza locale. La sala era gremita di giornalisti, di rappresentati delle tv locali e delle associazioni dei consumatori, che hanno sottolineato la gravità dei problemi dell’emittenza locale.
Il vice segretario dell’Associazione Stampa Subalpina, Antonino Calandra, è intervenuto per evidenziare il grave momento che attraversano i media, in particolare le emittenze locali e la carta stampata. Il rischio di perdita di posti di lavoro è reale, come la possibile chiusura di importanti testate storiche e tv locali; inoltre ha chiesto a tutte le istituzioni, anche quelle territoriali, di attivarsi e dare immediate risposte per adottare soluzioni rapide. Ha inoltre sottolineato come, sia la precedente amministrazione, sia l’attuale, non hanno accolto proposte dell’Ordine e del Sindacato dei giornalisti per migliorare la legislazione sull’emittenza locale. Infine, rivolgendosi alle istituzioni e ai politici, ha richiamato il forte rischio che la chiusura di giornali ed emittenti televisive private rappresenta per la pluralità e la democrazia dell’informazione: “Occorre salvare lo straordinario patrimonio piemontese costituito anche dal sistema radiotelevisivo locale”.
Antonio Calandra