Il Consiglio nazionale della Fnsi, riunito a Roma il 16 febbraio, ascoltata e condivisa la relazione del segretario generale Franco Siddi, la approva.
Il Cn esprime profonda preoccupazione per lo stato del mercato del lavoro giornalistico, sconvolto dal susseguirsi di crisi aziendali e dal continuo diffondersi di forme acute di precariato, che minacciano gravemente l’equilibrio attuale e le prospettive future del welfare giornalistico.
Di fronte a questa crisi, che non ha precedenti nella storia del giornalismo italiano e i cui limiti, ancor oggi, sono difficilmente definibili, il Cn ribadisce il ruolo centrale del sindacato nell’azione di tutela dei colleghi e delle loro professionalità, attivando tutte le iniziative utili a rinsaldare i vincoli di solidarietà che garantiscano all’intera categoria le adeguate misure di tutela sociale.
In questo quadro, il Cn impegna la segreteria ad affrontare – così come finora avvenuto - col massimo rigore la gestione delle crisi aziendali fronteggiando il tentativo degli editori, spesso spregiudicato, di utilizzare gli ammortizzatori sociali come mezzo di riduzione dei costi aziendali, a unico tornaconto delle imprese e non più come sistema di tutela dei lavoratori e di effettivo rilancio dell’attività editoriale.
Il Cn ribadisce con forza il ruolo centrale della Fnsi nella gestione degli stati di crisi aziendale, confermando che solo un attento coordinamento delle vertenze e delle loro possibili declinazioni nell’uso degli ammortizzatori sociali può garantire alla categoria un’uniforme applicazione delle norme e delle leggi vigenti, evitando che si creino situazioni di intollerabile disparità nel costo del lavoro giornalistico a seguito di accordi aziendali che non possono in alcun modo violare il Cnlg.
Mentre il sindacato è impegnato, con la massima attenzione, a far fronte a questa difficile situazione, il Cn auspica che anche il governo voglia confermare gli impegni assunti rispetto al rifinanziamento del fondo per l’editoria, strumento indispensabile per garantire il pluralismo dell’informazione, messo in serio pericolo proprio in questi giorni dai tagli in atto, come testimonia la sospensione delle pubblicazioni da parte di varie testate nazionali e locali. Tutto ciò in linea con l’azione per una trasparente riforma che abbia al centro il pluralismo e la qualità dell’informazione con la piena e prioritaria valutazione dell’occupazione professionale regolare.
Coerentemente con le azioni intraprese, il Cn conferma l’impegno alla tutela degli attuali equilibri di gestione dell’Istituto di previdenza della categoria che sono ampiamente soddisfacenti, e respinge al contempo ogni tentativo di metterne in discussione l’autonomia e il valore morale e materiale per le garanzie sociali ed economiche del lavoro e della professione giornalistica.
Il documento è stato approvato all’Unanimità
(www.fnsi.it)
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Regioni, continuità contributiva, applicazione legge 150
I nodi irrisolti di migliaia di giornalisti degli uffici stampa
Il Consiglio nazionale della Federazione nazionale della stampa italiana esprime vicinanza e solidarietà ai giornalisti degli Uffici e delle Agenzie di stampa di quelle Regioni che hanno applicato, anche ai colleghi con contratto privatistico sottoscritto dalla Fnsi con la Fieg, il blocco degli aumenti contrattuali - peraltro intervenuti dopo anni di difficile vertenza - e degli scatti di anzianità, mentre proseguiva la dinamica salariale degli altri lavoratori. Una decisione che introduce una intollerabile discriminazione all’interno della stessa categoria di lavoratori ai quali viene applicato il medesimo contratto.
Una vicenda che si aggiunge, per alcuni colleghi che lavorano nella Pubblica amministrazione, alla irrisolta questione della continuità contributiva anche a seguito del passaggio della contribuzione previdenziale dall’Inpdap (l’istituto previdenziale dei dipendenti pubblici) a quello dei giornalisti, l’Inpgi. Per coloro che avevano una elevata anzianità all’Inpdap il passaggio all’Inpgi – peraltro una rivendicazione sostenuta da tutti gli organismi di categoria – si è rivelato un danno. Interrogazioni parlamentari, mozioni politiche e proposte di legge che la Fnsi ha sollecitato, trovando attenzione e sensibilità in alcuni parlamentari, non hanno finora avuto seguito. La decisione del governo Monti di portare l’Inpdap nell’Inps dovrebbe essere colta come occasione per risolvere i problemi tecnici evidenziati e che hanno sconvolto attese economiche e progetti di vita di non pochi colleghi i quali, peraltro, non hanno neppure avuto la possibilità di optare tra un istituto o l’altro sulla base della loro personale storia contributiva.
Sommando questi problemi a quello più generale rappresentato dalla mancata applicazione della legge 150 del 2000 (per tutti coloro che non hanno applicato il Cnlg, ma il contratto del pubblico impiego) nella parte nella quale si prevedeva una trattativa sindacale per definire il profilo professionale dei giornalisti addetti stampa pubblici ne deriva un quadro di vero e proprio accanimento nei confronti di questi colleghi, spesso lasciati in balìa di decisioni soggettive, più o meno illuminate, delle Amministrazioni pubbliche, inquadrati nei modi i più diversi ed a volte stravaganti e spesso anche a tempo determinato.
Confusione che si manifesta anche nei bandi e nelle selezioni che riguardano le assunzioni e gli incarichi per gli Uffici stampa della P.A..
L’applicazione piena della 150/2000, la corretta applicazione del Cnlg là dove le Amministrazioni hanno deciso di utilizzarlo come forma di contrattualizzazione per gli addetti stampa, bandi di concorso e di selezione che tengano conto delle caratteristiche, della realtà e delle norme che regolano la professione giornalistica nel nostro Paese devono essere alla base dell’utilizzo dei colleghi nell’ambito della pubblica amministrazione.
La Fnsi invita le Associazioni regionali di stampa a seguire con grande attenzione queste problematiche anche attraverso assemblee dei colleghi ed incontri con le controparti rappresentative delle varie articolazioni delle Autonomie locali dando luogo ad una vertenzialità diffusa che imponga ai nostri interlocutori il confronto con il Sindacato dei giornalisti.
Il documento è stato approvato all’Unanimità.
(www.fnsi.it)