"Il bell’intervento del collega Marcello Ciamaglia, capo Ufficio stampa della Provincia di Pesaro-Urbino, ripreso da alcuni organi di stampa, richiama l’attenzione sulla mancata applicazione di una parte fondamentale della legge 150 del 2000, approvata quell’anno proprio il 7 di giugno". Lo ha affermato il Segretario generale aggiunto della Fnsi, Giovanni Rossi. "Nel dodicesimo anniversario è davvero incredibile dovere constatare che perfino dopo una sentenza della Magistratura, una legge dello Stato è rimasta lettera morta proprio nelle norme a tutela di lavoratori. Il profilo professionale dei giornalisti addetti stampa pubblici non è stato ancora definito".
"La trattativa sindacale che avrebbe dovuto svolgersi tra la Federazione nazionale della stampa italiana e l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni (Aran) non ha avuto luogo principalmente per l’ostilità dei Sindacati confederali. E’ tempo che questa situazione venga superata. E’ tempo che l’Aran - ha concluso Rossi - riavvii il tavolo del confronto, è tempo che il Dipartimento della Funzione pubblica dia tale indicazione e solleciti il rispetto della legge, è tempo che gli amici delle Confederazioni riconoscano il diritto alla contrattazione di alcune migliaia di colleghi. La Fnsi, come sempre, è disponibile al dialogo con tutti, ma non a transigere sui diritti di una importante comunità di giornalisti”.
(www.fnsi.it)
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UFFICI STAMPA PUBBLICI, LETTERA APERTA ALLA FUNZIONE PUBBLICA CGIL
Il 7 giugno, a Pesaro, la città dove vivo e lavoro, la Funzione Pubblica della CGIL terrà la sua Festa nazionale. Il 7 giugno per chi, come me, opera in un Ufficio stampa pubblico è una data importante. E’ il giorno in cui, ben 12 anni fa, nel 2000, il Parlamento all’unanimità approvava la Legge sull’Informazione e Comunicazione pubblica meglio conosciuta come Legge 150. Una Legge che ha riconosciuto una dignità ai giornalisti (circa 2000) degli uffici stampa pubblici aprendo al contempo, per molti addetti, anche la porta per l’accesso all’Ordine professionale. Per una piena efficacia delle legge è rimasta solo l’attuazione di un comma, quello più importante per noi, quello che prevede l’individuazione e la regolamentazione dei profili professionali tramite la contrattazione collettiva con l’intervento della FNSI.
In 12 anni questo non si è mai potuto realizzare. Certo, per colpe dell’Aran e dei Ministri che si sono succeduti, ma anche e soprattutto per colpe chiare ed evidenti di Cgil, Cisl e Uil. Non è bastata la sentenza dell’ottobre 2006 del Giudice del Lavoro di Roma, che ammetteva al tavolo delle trattative il sindacato unitario dei giornalisti italiani, per farvi cambiare atteggiamento. Il vostro no ad un rapporto contrattuale con la FNSI ha bloccato e blocca la trattativa, ancora oggi che sono passati ben 12 anni.
Le persone interessate, come detto, sono circa 2000. Duemila giornalisti che aspettano una definizione giuridica del loro ruolo. Per numeri, una piccola Pomigliano. Eppure qui a negarci i diritti non è il Marchionne di turno. Siete voi. Gli stessi sindacati che dovrebbero tutelare i lavoratori. Compresi noi, che abbiamo la sola colpa di essere capitati in mezzo ad un vostro assurdo gioco di potere.
Ed è per questo che alla Funzione Pubblica della Cgil, a cui mi sento oltremodo vicino per ideali e storia, oltre ad inviare i miei personalissimi auguri per la Festa Nazionale, dico che per me, per i miei colleghi giornalisti degli enti pubblici, dopo 12 anni di speranza c’è veramente poco da festeggiare. Da voi ci aspettiamo finalmente un gesto di responsabilità, perché è facile predicare bene e… .
Marcello Ciamaglia
Capo Ufficio Stampa
Provincia di Pesaro e Urbino
Pesaro 6/6/2012