Una persona senza lavoro, oppure senza un lavoro che gli permetta, per dirla, con la nostra Costituzione “un'esistenza libera e dignitosa” non è una persona libera. Non faccio distinzione fra un lavoro e un altro. Per me non ci sono lavori “nobili” o lavori “umili”. È vero che ci sono lavori che non sono alla portata di tutti, che richiedono particolari esperienze, capacità e talenti, ma non è vero il contrario. Non c'è nessuna persona al mondo che non meriti, con il suo lavoro, di procurare il giusto sostentamento a se stesso e alla sua famiglia e di dare un contributo alla comunità con i frutti della sua fatica, del suo impegno, delle sue capacità.
In questo periodo fra le molte delicate questioni di cui vi state occupando c'è anche il disegno di legge sull'equo compenso. Nella mia vita di giornalista precario (condizione spesso mascherata, per vergogna sotto l'edulcorata ma falsa autodefinizione di freelance) ho avuto modo di sperimentare sulla mia pelle sia la disoccupazione, sia la necessità di svolgere un lavoro sottopagato oltre il limite di ogni decenza. Ho anche avuto modo di constatare come la mia ricerca di altri lavori possa essere snervante, mortificante e infruttuosa.
Il motivo che mi spinge a scrivervi per pregarvi di dare il vostro sostegno alla legge sull'equo compenso, è il desiderio di darvi una piccola testimonianza dell'amarezza, del senso di inutilità che si prova in entrambe queste condizioni, della sensazione di vivere una vita vuota, senza prospettive per il futuro e senza la libertà di potersi creare una famiglia.
Tutt'oggi sono ancora a carico dei miei genitori e questo non è normale, non è giusto, non è dignitoso. Ogni giorno mi devo scontrare con una realtà che mi nega la speranza. Colloqui di lavoro faticosi e inutili, al limite della presa in giro, offerte di lavoro e annunci che sono per lo più illegali e discriminatori e, quando c'è un po' di lavoro, con compensi ridicoli, simili a paghette infantili (e anche questo che tiene intere generazioni in condizioni pre adolescenziali) e non a eque retribuzioni per cittadini e lavoratori adulti, liberi e responsabili.
Per questo motivo mi permetto di rivolgermi a voi, inviandovi questo testo. Non sto reclamando solo un diritto, più volte enunciato nella Costituzione, sto reclamando anche il mio dovere di non essere una persona inutile e di poter fare il mio dovere, di qualunque lecito lavoro si tratti.
So che ognuno di voi lo leggerà con attenzione alla luce del suo vissuto, delle sue convinzioni politiche e delle sue esperienze. Con tutto il cuore, però, vi scongiuro di voler convenire su una cosa: che la mancanza di dignità del lavoro è la mancanza di dignità di tutta la vita e per questo vi chiedo di voler sostenere la legge sull'equo compenso e vi ringrazio sinceramente per quanto riterrete di fare.
Giovanni Ruotolo
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Allarme sui ritardi della legge per l'equo compenso dei giornalisti
Roberto Natale: voglio sapere chi ostacola l'approvazione
Giovanni Rossi: è l'ora della chiarezza, sciogliere subito i nodi
Non basta la norma generale, la specificità non è corporativa
Conferenza stampa su equo compenso“Conquistare la legge sull’equo compenso giornalistico deve essere l’obiettivo di oggi, ma anche quando essa venisse approvata occorre mantenere la mobilitazione perché sia effettivamente applicata. Tutti devono avere consapevolezza che il problema che poniamo non ha solo una rilevante valenza sociale, ma anche democratica. Se si afferma che l’informazione e la sua autonomia sono la misura della democrazia di un Paese, si deve essere coerenti: allora quello che poniamo qui è anche un problema di democrazia.
Si è parlato di perplessità tecniche relative al testo e di rinvio a settembre. La Fnsi ritiene, viceversa, che si debba proseguire il confronto, al di là delle polemiche, e superare in tal modo perplessità e problemi tecnici così come è avvenuto alla Camera arrivando in tempi rapidi allo sblocco del provvedimento atteso da tanti giornalisti lavoratori autonomi e precari. Il problema è grave ed ha una sua particolarità e per questo occorre intervenire con norne ad hoc. E per farlo non sono necessari tempi lunghi”.
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GIORNALISTI: ALLARME RITARDI SU DDL EQUO COMPENSO
IACOPINO E NATALE, CHI OSTACOLA ITER APPROVAZIONE?
''Non ci sono precedenti di uno stop come questo. Questa legge va approvata al piu' presto o si rischia di arrivare a fine legislatura e vederla insabbiata per sempre''. L'allarme sull'impasse del ddl per l'equo compenso ai giornalisti non dipendenti, bloccato al Senato pur dopo l'approvazione all'unanimita' alla Camera, arriva dai presidenti dell'Ordine, Enzo Iacopino, e della Federazione Nazionale della Stampa Roberto Natale, riunitisi oggi con rappresentanti del governo e di settore per fare il punto sull'iter del disegno di legge. E' davvero un problema di agenda troppo fitta al Senato? ''Oggi alla cerimonia del ventaglio - racconta Iacopino - il presidente del Senato ci ha raccontato che il ministro Fornero, oltre al comunicato diffuso ieri, ha sentito il bisogno di ribadire anche a lui che il suo parere sull'equo compenso esprimeva delle perplessita' ma non doveva essere interpretato come negativo. E che il problema non era lei, ma la persona con competenza in materia. Perche' mai il giornalista Paolo Peluffo'', sottosegretario con delega all'editoria, si chiede Iacopino, ''dovrebbe ostacolare la legge? Per approvare un testo del genere occorrono 15 minuti, eppure pare non verra' calendarizzato prima di settembre. Il timore e' che dietro tutto questo ci sia una sigla, la Fieg. Se il problema e' che ora, contrariamente a quando era presidente Maliconico, vogliono un rappresentante nella commissione che stabilira' il tariffario, diciamo subito che non abbiamo alcuna opposizione in merito''. La legge, pero', ribadiscono a gran voce in molti, dai senatori Vincenzo Vita (Pd) e Felice Belisario (Idv) al deputato Enzo Carra (Udc), da Giovanni Rossi Presidente commissione nazionale lavoro autonomo a realta' come Errori di stampa e Gi.U.Li.A, ''va approvata al piu' presto, per ridare dignita' all'informazione, alla professione e ai 20mila giornalisti che non arrivano a 5 mila euro lordi l'anno''. Lavoratori sfruttati anche da editori che ricevono l'annuale contributo statale, e per i quali, spiegano, non valgono le tutele della nuova riforma del lavoro, in quanto, se in regola, iscritti all'Ordine di categoria. ''Non e' vero che non abbiamo proseguito i lavori - rassicura il presidente della commissione lavoro al Senato Pasquale Giuliano - Credo alle ultime parole della Fornero. Bisogna pero' trovare una soluzione che non rappresenti una particolare specificita' e si inserisca in un sistema''. Pienamente ''fiduciosi nei confronti del sottosegretario Peluffo'', Roberto Natale ribadisce che ''questa non e' una legge contro l'editoria, ma contro la pirateria editoriale. Non abbiamo alcun problema a che ci sia un rappresentante Fieg in commissione - conclude - respingiamo pero' con nettezza l'accusa di corporativismo. Stiamo difendendo il lavoro giornalistico e se cosi' difendiamo anche la dignita' del lavoro in generale non ci dispiace affatto''. (ROMA, 31 LUGLIO - ANSA)
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GIORNALISTI:SCHIFANI, EQUO COMPENSO? NON C'E' NO DEL GOVERNO
''Tengo a chiarire che nel corso della audizione del ministro del Lavoro Elsa Fornero sul tema dell'equo compenso ho avuto occasione di parlare con lei. Mi ha chiamato per precisare che il suo parere nella commissione Lavoro esprimeva delle perplessita' ma non doveva essere interpretato come negativo'', cosi' Renato Schifani, presidente del Senato, nel corso della cerimonia della consegna del ventaglio 2012 ha risposto alle perplessita' della stampa parlamentare sull' equo compenso per i giornalisti. (ROMA, 31 LUGLIO - ANSA)
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GIORNALISTI: GHIZZONI, VARARE PRESTO LEGGE SU EQUO COMPENSO
''Un provvedimento legislativo sull'equo compenso del lavoro giornalistico, gia' approvato all'unanimita' in sede legislativa nella Commissione che presiedo alla Camera, e' indispensabile e deve essere varato al piu' presto, come auspicato anche dal Presidente della Repubblica''. Lo afferma Manuela Ghizzoni (Pd), presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati. ''Solo un compenso equo e congruo - rileva - puo' garantire la liberta' di un giornalista, altrimenti vessato dal ''caporalato'' dell'informazione operato da editori che non rispettano le norme. Risulta, infatti, che il 62% dei giornalisti freelance non guadagna piu' di cinquemila euro l'anno e non e' pensabile non imporre una sanzione specifica a imprenditori senza scrupoli. Alla Ministra Fornero vorrei precisare che il precariato giornalistico ha delle specificita' e, dunque, - deve essere trattato attraverso un provvedimento specifico. L'approvazione della norma e' la risposta di civilta' che il Parlamento deve dare - conclude la Presidente Ghizzoni - per porre le basi per la liberta' d'informazione e di autonomia del giornalismo troppo invocata e poco praticata'', conclude. (ROMA, 31 LUGLIO - ANSA)
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Roma, 1 agosto 2012ASSOCIAZIONE STAMPA ROMANA
Soltanto un quarto d’ora e il Ddl su l’equo compenso per i giornalisti freelance potrebbe essere legge. Eppure non si capisce perché il Governo non lo faccia nonostante l’ampio consenso bipartisan del Parlamento. Un ritardo sia nella calendarizzazione sia all’approvazione che non trova giustificazioni. Garantire un equo compenso ai giornalisti non dipendenti, troppo spesso costretti a lavorare per pochi euro ad articolo, non solo è un segno di civiltà ma significa evitare le evidenti ricadute sulla libertà dei giornalisti e quindi sulla stessa libertà dell'informazione. Dire no a un equo compenso è dire no alla democrazia.
"Il governo chiarisca la sua posizione sulla proposta di legge sull'equo compenso per i giornalisti non dipendenti". All'indomani della conferenza stampa promossa dalla Asr alla sala Caduti di Nassirya del Senato, il segretario dell'Associazione Stampa Romana, Paolo Butturini chiede chiarezza all'Esecutivo: "Vale di più il parere favorevole del sottosegretario all'editoria Paolo Peluffo in base al quale la Camera ha approvato la proposta il 28 marzo scorso, o le perplessità della ministra del Lavoro Elsa Fornero che, dimenticando che la Riforma del Lavoro non si applica agli iscritti agli albi professionali, ha di fatto bloccato l'iter al Senato? La conferenza stampa al Senato ha dimostrato ancora una volta che il provvedimento raccoglie l’ampio consenso di uno schieramento bipartisan, quindi cosa ne ostacola l'approvazione? L'escamotage trovato della ristretta commissione puzza di rinvio tecnicistico, ma il sindacato non starà a guardare. Chiediamo che le forze politiche si esprimano chiaramente e ufficialmente a favore di norme che rappresentano un minimo di civiltà giuridica e costituzionale".