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23/05/2013

Consiglio Nazionale Ungp, approvati i bilanci

La relazione del presidente Bossa: welfare, Inpgi, fondo di perequazione

Alla riunione del Consiglio nazionale del 17 maggio 2013 hanno partecipato i colleghi Paolo Aquaro, Gianclaudio Bianchi, Guido Bossa, Francesco Brozzu, Gianfulvio Bruschetti, Giovanni Carisi, Claudio Cojutti, Ermanno Corsi, Gianluigi Corti, Dario De Liberato, Antonio De Vito, Enzo Ferrini, Giovanni Giacomini, Cristoforo Rino Labate, Mauro Lando, Domenico Marcozzi, Gianni Martellozzo, Giuliano Musi, Neri Paoloni, Mario Petrina,  Alfredo Maria Rossi, Gerd Staffler, Roberto Tafani, Antonio Villoresi
 
Il bilancio consuntivo 2012 e il preventivo 2013 sono stati illustrati dal tesoriere Cojutti. I conti del 2012 si chiudono con un disavanzo di 768 Euro a fronte di un totale di ricavi di 70.715 Euro. Il bilancio preventivo 2013 prevede un pareggio tra entrate ed uscite di 69.610 Euro.
Il presidente del collegio dei revisori dei conti Mario Petrina, ha letto la relazione di controllo in cui si certifica la regolarità dei bilanci. Formula poi la proposta di verificare entro l’estate la possibilità di acquisire entrate dal settore della pubblicità per finanziare un’eventuale ripresa della pubblicazione del bimestrale dell’Unione e per potenziare il sito Internet.
Il presidente Bossa ha chiesto un maggiore impegno a che siano raggiunti accordi con le associazioni sindacali regionali al fine della corresponsione all’Unione di parte delle quote sindacali degli iscritti, invitando ad avviare rapporti diretti con le associazioni. Recentemente sono stati raggiunti accordi con le associazioni sindacali del Lazio e della Campania.
Messi ai voti, i bilanci consuntivo e preventivo sono ambedue approvati all’unanimità.
Dopo la relazione del presidente Bossa, il dibattito è stato aperto dal presidente della Fnsi Giovanni Rossi che ha aggiornato il Consiglio sulla trattativa per il rinnovo del principale contratto di lavoro da poco avviata. Gli editori hanno già comunicato che non intendono concordare alcun aumento salariale, ipotesi questa respinta dal segretario della Fnsi Franco Siddi. Si sono comunque costituite quattro commissioni paritetiche per smussare i punti di maggiore contrasto. Uno di essi riguarda la “ex fissa” che gli editori vorrebbero abolire. Per la “ex fissa”, a fronte dei molti anni di attesa prima della corresponsione e del diniego governativo a che l’Inpgi possa concedere un prestito agli editori, si ipotizza una rateizzazione oppure un prestito dell’Inpgi ai singoli giornalisti e garantito dagli editori.
Altro tema contrattuale è quello del lavoro autonomo che va regolamentato ma non al ribasso. In questo ambito, ha spiegato il presidente Rossi, si colloca l’attuazione della legge dell’ “equo compenso” frenata dal fatto che gli editori non nominano il loro rappresentante nella prevista commissione. Sarà difficile pertanto che il Governo decida in contrasto con gli editori, il che renderà necessario un accordo tra le parti a prescindere dalla commissione. E’ comunque necessario mantenere aperta la trattativa generale sul contratto e sulla eliminazione dell’esasperato precariato.
In merito al fondo di perequazione della pensione il presidente Rossi ha espresso la necessità della sua salvaguardia nel contesto contrattuale considerandolo una conquista da mantenere visto il suo valore altamente solidaristico.
Sui temi legati all’Unione ha invitato a promuovere il proselitismo tra i nuovi pensionati e ad impegnarsi negli altri enti di categoria. Per quanto concerne i rapporti con le associazioni regionali per il tema legato al finanziamento ha concordato sull’opportunità di percorrere la strada degli accordi diretti.
Proprio sul tema del Fondo di perequazioni e della “ex fissa” il presidente Bossa ha messo ai voti due ordini del giorno, che pubblichiamo a parte. Dopo suggerimenti di Francesco Brozzu e Gianfulvio Bruschetti i due documenti sono stati approvati all’unanimità.

Gli interventi nel dibattito.
Ermanno Corsi ha invitato l’Unione ad uno sforzo di elaborazione per distinguerci come sindacato di base e mettere a disposizione di tutta la categoria la conoscenza ed esperienza dei pensionati. In ciò si potrà avere un ruolo di seniores capaci, nell’ambito della formazione e dell’accesso alla professione, di essere stimolo e coscienza critica. Ha poi sollecitato l’Ordine ad essere più vigile ed il sindacato ad essere più scattante.
Domenico Marcozzi ha chiesto ai colleghi di impegnarsi nella formazione dei più giovani, di evitare scontri tra Ordine e sindacato e soprattutto di non perdere di vista la difesa della Casagit.
Paolo Aquaro, ricordati i cambiamenti avvenuti nell’Ordine pugliese, ritiene necessario che l’Unione si impegni per far sentire la propria voce. Da qui la sollecitazione ai colleghi a scrivere per il sito Internet.
Mario Petrina si è soffermato sul momento di crisi della categoria con i gravi problemi di precariato per i giovani e non solo. Ha lamentato il venir meno di importanza dell’Ordine per a perdita del potere disciplinare, per il fallimento della riforma e per le candidature ai vertici.
Gianclaudio Bianchi ha commentato che l’informazione dell’Unione attraverso il sito Internet è sì importante, ma molti pensionati non usano il computer. E’ quindi opportuno che le Associazioni stampino le notizie principali consegnandole poi ai pensionati quando frequentano gli uffici. In merito al Fondo di perequazione invita a tutelare le pensioni più basse creando un meccanismo di ripartizione basato sulle fasce di reddito.
Antonio De Vito, vice presidente vicario, ha chiesto di spingere ulteriormente sulla strada della autonomia finanziaria dell’Unione. Giudica opportuna la partecipazione dei colleghi pensionati nella vita degli organismi di categoria. Ricorda infine due colleghi recentemente scomparsi: Enrico Mania che fu uno dei rifondatori dell’Unione divenendone poi segretario e Giuseppe Peruzzi che è stato a lungo attivo e autorevole componente del consiglio esecutivo.
Cristoforo Rino Labate dopo aver sollecitato i colleghi pensionati a partecipare nella vita degli enti di categoria ha espresso la necessità di potenziare e migliorare il sito Internet dell’Unione. Propone una periodica newsletter del presidente a tutti i pensionati.
Gianni Martellozzo ha sottolineato la necessità di utilizzare il Fondo di perequazione della pensione soprattutto per i redditi più bassi tenendo contro di criteri di solidarietà. In merito all’Ordine lamenta il fallimento della riforma e per quanto riguarda la formazione permanente avanza dubbi sulla possibilità concreta dei giornalisti di potervi aderire. Per quanto riguarda il giornale ribadisce l’opportunità di avere un unico organo di informazione per tutti gli enti di categoria.
Enzo Ferrini rivolge l’invito ad una maggiore concretezza puntando soprattutto sulla “ex fissa” e sul Fondo di perequazione della pensione. Chiede la revisione delle scuole di giornalismo, e sollecita una maggiore presenza dell’Unione negli organismi di categoria.

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UNIONE NAZIONALE GIORNALSTI PENSIONATI

Consiglio nazionale – Roma, 17 maggio 2013
Ordine del giorno


Il Consiglio nazionale dell’Ungp, riunito a Roma il 17 maggio 2013,
Ascoltata la relazione del presidente Guido Bossa,
Preso atto della trattativa per il rinnovo del CNLG

RACCOMANDA


alla Giunta della Federazione della Stampa e alla Commissione contratto di farsi carico nel confronto con gli editori delle legittime attese delle colleghe e dei colleghi pensionati che vedono, per responsabilità datoriali, illegittimamente rinviato nel tempo il godimento del diritto maturato alla ex fissa, onde accorciare gli attuali tempi di erogazione.

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UNIONE NAZIONALE GIORNALSTI PENSIONATI


Consiglio nazionale – Roma, 17 maggio 2013
Ordine del giorno


Il Consiglio nazionale dell’Ungp, riunito a Roma il 17 maggio 2013,
Ascoltata la relazione del presidente Guido Bossa,
Preso atto dell’imminente riunione del Comitato di gestione del Fondo di perequazione pensionistica di cui all’art. 21 del vigente Cnlg,
Tenendo conto dell’avvio della trattativa Fnsi-Fieg per il rinnovo del contratto, cui partecipa nella delegazione sindacale anche una rappresentanza dell’Ungp,

RACCOMANDA

alla Fnsi di impegnarsi a mantenere nella stesura del nuovo contratto l’articolo 21, conquista irrinunciabile della categoria, come strumento di solidarietà fra le generazioni e garanzia di intervento a tutela delle prestazioni previdenziali dei giornalisti pensionati e dei superstiti,

IMPEGNA GLI ORGANI DIRIGENTI DELL’UNGP


a valutare insieme agli organismi dirigenti della Fnsi e dell’Inpgi, nell’ambito del Comitato di gestione del Fondo, i criteri e i tempi più opportuni per la destinazione dei fondi accantonati, tenendo conto delle priorità da rispettare per il sostegno del reddito dei colleghi più svantaggiati.
 

http://www.ungp.it/Pagine/C_legginews.asp?ID=301

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Il Consiglio nazionale Ungp del 17 maggio
La relazione del presidente Bossa:
welfare, Inpgi, contratto e fondo di perequazione

Quando il Consiglio nazione dell’Ungp si è riunito l’ultima volta, nel dicembre del 2012, si stava per chiudere positivamente un anno che ci aveva visto in affanno. Le “attenzioni” del ministro Fornero nei confronti del nostro istituto di previdenza erano cessate con il riconoscimento esplicito per quanto fatto dall’Inpgi , con risorse proprie, per tenere in equilibrio i conti e garantire nel tempo la corresponsione delle pensioni e tutti gli interventi di solidarietà previsti dallo statuto e dal regolamento grazie alla buona amministrazione delle risorse provenienti dai contributi versati e dalla gestione del patrimonio
 
Ora dovremmo registrare una condizione di normalità almeno per quanto riguarda i rapporti con la politica e con il governo. Ma in realtà non conosciamo ancora le intenzioni del nuovo governo, che si è insediato da poche settimane dopo una lunga vacanza post-elettorale. Sappiamo solo che anche l’esecutivo Letta ha bisogno di risorse, cioè di soldi. Vedremo dove intende prenderli e come intende spenderli, e anche in base a quanto vedremo, lo valuteremo.
Ma, intanto, sulla riforma del welfare qualcosa il governo ha detto, e vale la pena rifletterci perché interessa anche a noi. Leggo dal discorso di presentazione alla Camera del 29 aprile: “La riforma del nostro welfare richiede azioni di ampio respiro per rilanciare il modello sociale europeo. Il welfare tradizionale, schiacciato sul maschio adulto e su pensioni e sanità, non funziona più. Non stimola la crescita della persona e non basta a correggere le disuguaglianze. Non occorrono isterismi. Occorre un cambiamento radicale: un welfare più universalistico e meno corporativo, che sostenga tutti i bisognosi, aiutandoli a rialzarsi e a riattivarsi. Per un welfare attivo, più giovane e al femminile, andranno migliorati gli ammortizzatori sociali, estendendoli a chi ne è privo, a partire dai precari; e si potranno studiare forme di reddito minimo, soprattutto per famiglie bisognose con figli”.
Ma Letta ha aggiunto anche altro, riferendosi naturalmente a tutti gli italiani e all’intero sistema previdenziale con i suoi istituti, ma formulando suggestioni che possono riguardare anche noi, perché anche gli equilibri di bilancio del nostro istituto rischiano di essere compromessi. Ha detto dunque il presidente del Consiglio che “hanno trovato largo consenso parlamentare nei mesi passati le proposte su incentivi al pensionamento graduale con part time misto a pensione, con una «staffetta generazionale» per la parallela assunzione di giovani. Inoltre, per evitare il formarsi di bacini estesi di lavoratori anziani di difficile ricollocazione, studieremo forme circoscritte di gradualizzazione del pensionamento, come l’accesso con 3-4 anni di anticipo al pensionamento con una penalizzazione proporzionale”.

Un welfare da aggiornare

Come sapete, nella scorsa consiliatura l’Inpgi ha studiato e attuato, con l’accordo delle parti sociali, interventi regolamentari (sgravi contributivi per le nuove assunzioni ed altro) che sono risultati utili se non per accrescere l’occupazione almeno per arginare la perdita di lavoro (e di contributi) che diversamente sarebbe stata molto più pesante. Ecco: ho citato questo passo della relazione Letta per suggerire al nostro Istituto di esaminarla per vedere se c’è qualcosa in essa da importare utilmente al nostro interno. Insomma, anche il welfare dei giornalisti deve cambiare: spero con il nostro contributo.

L’editoria investita dalla crisi

Veniamo ora ai problemi più direttamente nostri. Guardando al consuntivo del 2012, e non solo per quanto si riferisce al bilancio dell’Istituto di previdenza, dobbiamo dire che quello trascorso è stato l’anno in cui il ristagno generale dell’economia ha investito in pieno il mondo dell’editoria provocando stati di crisi a catena (il presidente dell’Inpgi ne ha contati 400 in tre anni, con una accelerazione significativa proprio negli ultimi mesi), cessione o chiusura di testate, perdita di posti di lavoro: 1500 sempre nel triennio, di cui quasi 700 nell’ultimo anno.
Come hanno reagito gli editori? Di fronte all’avanzare della crisi, è stata rilevata una assenza di strategia e il tentativo di limitare i danni avviando, o meglio imponendo, politiche di tagli, riduzioni o contrazioni di organico. In questa ottica, i giornalisti non sono una risorsa ma una zavorra. Tali politiche hanno spostato il peso della crisi sull’Istituto di previdenza, che ha chiuso il bilancio 2012 registrando un attivo di 11,1 milioni di euro solo grazie all’eccezionale andamento positivo dei rendimenti del patrimonio mobiliare. Ripetere il miracolo dell’equilibrio di bilancio anche per l’anno in corso non sarà facile: si parla della possibilità di una rivalutazione del patrimonio immobiliare legata al conferimento dello stesso, o di una sua parte, ad un fondo di gestione da individuare tramite un bando europeo, e questo sarebbe non un artificio contabile ma un corretto tampone per una situazione eccezionale. Ma è chiaro che non si esce strutturalmente dalla crisi se non rilanciando il settore editoriale e l’occupazione. Intanto, il bilancio dell’Inpgi ci dice che il rapporto tra iscritti attivi e pensionati continua a peggiorare passando da 2,45 del 2011 a 2,27 del 2012, mentre il rapporto tra uscite per pensioni Ivs ed entrate contributive correnti passa, nello stesso arco di tempo, da 108,11 a 111,6.

La trattativa contrattuale

In questo quadro, non confortante, si è aperta la trattativa per il rinnovo del contratto, che naturalmente interessa anche a noi. Le delegazioni si sono incontrate; gli editori hanno premesso che soldi per gli aumenti non ce ne sono, Siddi ha replicato che un rinnovo senza soldi è impensabile: direi palla al centro. Sono state insediate quattro commissioni paritetiche, una delle quali si occuperà di Inpgi e ammortizzatori sociali, che è l’argomento che a noi interessa di più. Prima dell’estate le commissioni dovrebbero concludere il loro lavoro e consegnare i risultati al tavolo della trattativa; ma io devo dire che ho l’impressione che gli editori cerchino di pendere tempo perché il loro obiettivo è un altro: piegare il contratto alle esigenze della riorganizzazione aziendale che stanno cercando di attuare e per la quale stanno cercando di ottenere finanziamenti pubblici senza contropartite apprezzabili per noi.
Quanto agli interventi dello Stato, il segretario della Fnsi l’ha detto forse con crudezza ma con efficacia: “Il mondo dell'informazione ha bisogno di un'iniziativa pubblica che sia capace di suscitare ripresa, anche con una piccola dotazione di risorse: sappiamo che lo Stato deve fare i conti con una condizione finanziaria delicata, ma servono almeno 30 milioni all'anno, per lo sviluppo, l'innovazione e il nuovo welfare. Se non si fa questo si prende atto che il sistema è ferito, in alcune parti, a morte, e che molte realtà possono diventare asfittiche”.

Fondo di perequazione

Dal momento della sua istituzione, nell’articolo 21 del contratto nazionale appena scaduto, il Fondo ha visto approvato il proprio regolamento e insediato il Comitato di gestione. Ad oggi ha accumulato oltre tre milioni di euro, depositati in un conto preso l’Inpgi. Sui criteri da adottare per la distribuzione di questa somma si è sviluppato fra di noi e nei nostri gruppi regionali un dibattito ampio, di cui il nostro sito ungp.it ha dato puntuale informazione a tutti gli iscritti e agli organismi sindacali interessati. Il Comitato di gestione si riunirà a breve, credo entro il mese, anche per prendere atto delle valutazioni in proposito della Federazione e, nell’imminenza di questa scadenza, credo sia necessario un nostro intervento, come Consiglio nazionale dell’Unione pensionati, per chiedere alla FNSI di impegnarsi a mantenere l’articolo 21 nella stesura del nuovo contratto, disponibili, da parte nostra a riflettere insieme sulla destinazione delle somme accantonate. In questo senso vi chiederò di approvare un apposito ordine del giorno.

Elezioni Ordine e Casagit. Il nostro ruolo nelle Associazioni

Le scadenze sono imminenti. Quelle dell’Ordine fra pochi giorni, e so che ci sono fra noi candidati, cui auguro successo. Non sono in competizione liste di pensionati, il che ci consente di incoraggiare tutti i pensionati presenti nelle varie liste e di chiedere loro, se saranno eletti, di tenere presenti gli interessi dei loro colleghi – i nostri interessi – nel compito che andranno a svolgere nei vari organismi, e parlo soprattutto della Casagit.
Vorrei accennare ad un discorso più generale. Spero che le candidature dei nostri colleghi pensionati nascano oltre che da un impegno nelle diverse componenti sindacali anche da un ruolo attivo svolto nelle Associazioni regionali della stampa che sono i nostri organismi di base. Alcune Associazioni hanno rinnovato recentemente i propri organi direttivi, altre lo faranno. In tutte, i pensionati devono essere presenti mettendo a disposizione, con spirito di servizio, la loro esperienza, la loro buona volontà e il loro tempo libero. Ne trarrà vantaggio l’intera Unione, che crescerà in autorevolezza.
Approfitto dell’occasione e del tema per valorizzare i numerosi segnali di attività e di vitalità dei nostri gruppi regionali, che sono, più di quanto possiamo esserlo noi qui a Roma, il segno della nostra presenza accanto e nel sindacato territoriale. Non ci nascondiamo che il sindacato attraversa una fase di difficoltà, che è un riflesso della crisi che ha colpito anche noi giornalisti. In questa situazione la nostra attività sindacale, svolta con spirito unitario, può rafforzare l’intero sindacato dei giornalisti.
I colleghi Claudio Cojutti, tesoriere, e Mario Petrina, presidente del Collegio dei revisori dei conti, illustreranno con più autorevolezza di me i nostri bilanci, che siamo chiamati ad approvare a norma dell’articolo 9 dello Statuto. A me spetta solo di compiacermi con il Comitato esecutivo e con tutti voi per i risparmi di gestione che abbiamo realizzato. Di questi tempi non è poco. Mi corre altresì l’obbligo di segnalare che, per uniformare la contabilità dell’Unione e dei suoi Gruppi regionali a quella della Fnsi, e per evitare che in futuro si verifichino ulteriori difficoltà, sarà necessario che d’ora in poi i conti correnti bancari dei nostri gruppi regionali siano intestati al Gruppo regionale dell’Ungp, con le firme congiunte del Presidente e del Tesoriere.

Guido Bossa
Presidente Ungp

 
http://www.ungp.it/Pagine/C_legginews.asp?ID=302

 


 

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