News

04/07/2013

Freelance o precari? Le istanze del Piemonte

Documento e incontro della Subalpina in vista degli Stati generali sul lavoro autonomo

L’11 e 12 luglio la Federazione della Stampa ha convocato a Roma gli “Stati generali del lavoro giornalistico autonomo”. Lavoro autonomo, ovvero freelance, collaboratori esterni, sempre più spesso precari. La Subalpina parteciperà e attraverso i suoi rappresentanti porterà la voce, le istanze, le idee dei freelance piemontesi, condensate in un documento.

 

Ecco, quindi, una bozza sulla quale chiedo davvero l’apporto e l’integrazione da parte di tutti voi: sono ben accetti tutti i suggerimenti, le integrazioni. Potete spedire via mail o partecipare a un incontro venerdì 5 luglio, in Subalpina (corso Stati Uniti 27, Torino), alle 14,30, quando faremo una sintesi e definiremo il nostro contributo agli Stati generali.

Vi aspetto.

Alessandra Comazzi
 

BOZZA DOCUMENTO PREPARATORIO

 

In merito al lavoro autonomo/precario, le iniziative dell’Associazione Stampa Subalpina e del suo gruppo Freelance sono state sempre poco teoriche, molto pratiche. Abbiamo scelto di mettere al centro delle nostre attività il lavoro. Semplicemente il lavoro dei colleghi.  E questa scelta si è ramificata in alcune fondamentali direzioni.

 

- L’assistenza, sindacale e legale, ai singoli colleghi che ne fanno richiesta. La Subalpina, a prezzo di notevoli sacrifici, con i tempi che corrono, non ha mai rinunciato ad offrire tutela ai suoi iscritti.

 

- I “bonus” di benvenuto e le quote ridotte per i colleghi che, pur con redditi minimi o inesistenti, vogliano iscriversi al sindacato.

 

- L’aumento delle convenzioni, per dare sollievo, anche economico, ai colleghi. Convenzioni con istituti di credito e assicurativi, con i Caaf territoriali, con scuole di lingue, ma anche, per dire, con negozi di ottica.

 

- L’organizzazione di incontri di accompagnamento al lavoro dei colleghi. Non si parla qui di formazione: non spetta a noi. Si parla proprio di accompagnamento a un mestiere che sta cambiando in modo rivoluzionario, declinandosi in molteplici rivoli. E dunque abbiamo organizzato, devo dire con grande partecipazione, giornate dedicate a: uso professionale dei social network; uso della telecamera e della macchina fotografica; uso della voce, per chi va in video o parla in radio; uso della parola; come si fa cronaca; avvicinamento alle nuove forme di autoimpresa giornalistica.

 

La Subalpina intende continuare su questa strada. La strada del fare.

 

Si tratta ora di delineare,però, un percorso che veda coinvolte tutte le più diverse istituzioni (la Fnsi, l’Ordine, il Parlamento, il Governo, le Regioni, l’Inpgi, la Casagit, l’Università) per consentire al giornalista - al giornalista “non garantito” da un rapporto di lavoro dipendente - di svolgere la sua professione in forma autonoma e indipendente.

 

L’EQUO COMPENSO -  Ovvero il reddito. Ancorché previsto dalla Costituzione, non c’è lavoro/professione/mestiere che si possa definire tale se non prevede un equo compenso. Auspichiamo che la Commissione proceda celermente a definire non tanto i “massimi”, quanto un “minimo imprescindibile” per il lavoro giornalistico sotto il quale nessun editore possa scendere e nessun accordo sia valido di fronte a un giudice.

 

IL CONTRATTO - La situazione dell’editoria è tale, per cui soltanto rafforzando i precari, i collaboratori, gli autonomi si potrà rafforzare una sempre più indebolita ossatura redazionale. Il prossimo contratto della Fnsi dovrà prevedere una robusta stabilizzazione dei collaboratori precari verso gli articoli 2, 12 e 36. E nel contempo prevedere pagamenti adeguati (vedi equo compenso) e tempistiche certe (saldo a fine mese? a due mesi?) per i freelance che non possono o non vogliono essere inquadrati in rapporti subordinati.

E’ evidente la difficoltà di inserire i lavoratori autonomi in un contratto normalmente e tradizionalmente studiato per i lavoratori dipendenti.  Ma non spaventi: è solo una (un’altra) contraddizione della nostra particolarissima professione.

 

L’ACCESSO ALLA PROFESSIONE -  Ovvero: adoperarsi perché il Parlamento ponga finalmente mano a una seria riforma dell’Ordine. Soprattutto per quanto concerne il persistente mistero sull’accesso alla professione, una tra le cause principali del lavoro sottopagato. E’ ovvio che gli editori hanno tutto da guadagnare dalla deregulation. Ma noi no.

 

INSEGNARE IL VANGELO (e la Carta di Firenze) A BASTONATE? Certo che no. Però occorre maggiore preparazione e consapevolezza nei giornalisti. E’ necessario che Cdr e fiduciari vigilino su quanto accade nelle redazioni, con particolare attenzione ai collaboratori esterni e alle firme nuove. E occorrono sanzioni per gli editori (magari sotto forma, come si sta andando, di rifiuto dei contributi per chi rifiuta le regole).

Condividi:

C.F. 80089510012 - Copyrights © 2016.
Registrazione Tribunale di Torino n.1913 del 31/1/1968 Iscritto registro Sicid n. 11095/16 V.G. N. 49/2016 Registro Stampa del 3/11/2016

  • Ordine dei Giornalisti del Piemonte.
  • FNSI.
  • Fondo giornalisti.
  • Ordine giornalisti Piemonte.
  • IMPGI.
  • CASAGIT Piemonte.
  • Centro Studi Pestelli.
  • Circolo della Stampa.
  • ungp.