In vista degli Stati Generali del lavoro autonomo, convocati a Roma dalla Federazione della Stampa per l’11 e 12 luglio, i colleghi lavoratori autonomi della Subalpina, rappresentati dal Gruppo Freelance, si sono riuniti in assemblea il giorno 5 luglio. Ecco il documento prodotto.
CONTRIBUTO DELL'ASSOCIAZIONE STAMPA SUBALPINA
PER GLI STATI GENERALI SUL LAVORO AUTONOMO
In merito al lavoro autonomo/precario, le iniziative dell’Associazione Stampa Subalpina e del suo gruppo Freelance sono state sempre poco teoriche, molto pratiche. Abbiamo scelto di mettere al centro delle nostre attività il lavoro. Semplicemente il lavoro dei colleghi. E questa scelta si è ramificata in alcune fondamentali direzioni.
- L’assistenza, sindacale e legale, ai singoli colleghi che ne fanno richiesta. La Subalpina, a prezzo di notevoli sacrifici, con i tempi che corrono, non ha mai rinunciato ad offrire tutela ai suoi iscritti.
- I “bonus” di benvenuto e le quote ridotte per i colleghi che, pur con redditi minimi o inesistenti, vogliano iscriversi al sindacato.
- L’aumento delle convenzioni, per dare sollievo, anche economico, ai colleghi. Convenzioni con istituti di credito e assicurativi, con i Caaf territoriali, con scuole di lingue, ma anche, per dire, con negozi di ottica.
- L’organizzazione di incontri di accompagnamento al lavoro dei colleghi. Non si parla qui di formazione: non spetta a noi. Si parla proprio di accompagnamento a un mestiere che sta cambiando in modo rivoluzionario, declinandosi in molteplici rivoli. E dunque abbiamo organizzato, devo dire con grande partecipazione, giornate dedicate a: uso professionale dei social network; uso della telecamera e della macchina fotografica; uso della voce, per chi va in video o parla in radio; uso della parola; come si fa cronaca; avvicinamento alle nuove forme di autoimpresa giornalistica.
La Subalpina intende continuare su questa strada. La strada del fare.
Si tratta ora di delineare,però, un percorso che veda coinvolte tutte le più diverse istituzioni (la Fnsi, l’Ordine, il Parlamento, il Governo, le Regioni, l’Inpgi, la Casagit, l’Università) per consentire al giornalista - al giornalista “non garantito” da un rapporto di lavoro dipendente - di svolgere la sua professione in forma autonoma e indipendente.
L’EQUO COMPENSO - Ovvero il reddito. Ancorché previsto dalla Costituzione, non c’è lavoro/professione/mestiere che si possa definire tale se non prevede un equo compenso. Auspichiamo che la Commissione proceda celermente a definire non tanto i “massimi”, quanto un “minimo imprescindibile” per il lavoro giornalistico sotto il quale nessun editore possa scendere e nessun accordo sia valido di fronte a un giudice.
IL CONTRATTO - La situazione dell’editoria è tale, per cui soltanto rafforzando i precari, i collaboratori, gli autonomi si potrà rafforzare una sempre più indebolita ossatura redazionale. Il prossimo contratto della Fnsi dovrà prevedere una robusta stabilizzazione dei collaboratori precari verso gli articoli 2, 12 e 36. E nel contempo prevedere pagamenti adeguati (vedi equo compenso) e tempistiche certe (saldo a fine mese? a due mesi?) per i freelance che non possono o non vogliono essere inquadrati in rapporti subordinati.
Sarebbe anche opportuno potenziare la rappresentanza dei lavoratori autonomi nei cdr.
E’ evidente la difficoltà di inserire i lavoratori autonomi in un contratto normalmente e tradizionalmente studiato per i lavoratori dipendenti. Ma non spaventi: è solo una (un’altra) contraddizione della nostra particolarissima professione.
L’ACCESSO ALLA PROFESSIONE - Ovvero: adoperarsi perché il Parlamento ponga finalmente mano a una seria riforma dell’Ordine. Soprattutto per quanto concerne il persistente mistero sull’accesso alla professione, una tra le cause principali del lavoro sottopagato. E’ ovvio che gli editori hanno tutto da guadagnare dalla deregulation. Ma noi no.
INSEGNARE IL VANGELO (e la Carta di Firenze) A BASTONATE? Certo che no. Però occorre maggiore preparazione e consapevolezza nei giornalisti. E’ necessario che Cdr e fiduciari vigilino su quanto accade nelle redazioni, con particolare attenzione ai collaboratori esterni e alle firme nuove. E occorrono sanzioni per gli editori (magari sotto forma, come si sta andando, di rifiuto dei contributi per chi rifiuta le regole).
L’Associazione Stampa Subalpina invita, inoltre, la Fnsi a potenziare tutte quelle iniziative che possono sostenere il lavoro autonomo, come le convenzioni, a livello nazionale, con le società aeree e ferroviarie. Si potrebbe altresì ipotizzare una convenzione con i Caaf, sul modello di quella realizzata dall’Inpgi per i pensionati, promossa per i colleghi iscritti all’Inpgi2.
La Subalpina invita, infine, la Fnsi a insistere nel ripresentare - sia agli editori sia al Governo - il problema delle cosiddette “false partite Iva”, un tormento e un ostacolo reale per molti colleghi.