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30/06/2014

Rinnovato il contratto:i punti chiave

Cococo, ex fissa, sgravi per le assunzioni. Tallia: "Le ragioni per dire sì"

Care colleghe e cari colleghi,
come vi avevo anticipato nella precedente comunicazione, nella notte tra lunedì e martedì, è stato siglato il rinnovo del contratto nazionale di lavoro.
Si tratta di un’intesa importante e per molti versi innovativa, le cui linee generali restano quelle che vi avevo illustrato.  Per la prima volta entra far parte a pieno titolo del contratto il lavoro autonomo tramite la figura dei Co.co.co, il cui perimetro è stato definito sia da un punto di vista normativo che economico.
L’accordo raggiunto tra Fnsi e Fieg chiarisce in maniera precisa quali debbano essere i limiti di utilizzo dei Co.co.co che, non solo non dovranno partecipare alla vita di redazione, ma non dovranno avere alcun accesso al sistema editoriale. Limiti che in precedenza non erano chiariti e che ora forniranno uno strumento in più ai colleghi per difendersi dagli abusi degli editori. Novità importanti anche sul piano delle tutele perché ai collaboratori dovrà essere assicurata certezza di pagamento, il diritto a ritirare la firma qualora i contenuti dell’articolo vengano modificati e l’assicurazione sugli infortuni. Chi lo vorrà, potrà inoltre iscriversi al Fondo Complementare, mentre il passaggio alla gestione principale dell’Inpgi, pur essendoci un accordo tra le parti, è demandato a un ulteriore intervento legislativo che dovrà coinvolgere l’istituto di previdenza.
Nonostante le insistenze della Federazione della Stampa, che si era detta disponibile a dirottare su questo capitolo anche parte degli aumenti salariali destinati ai dipendenti, non è stato invece possibile aprire anche le porte della Casagit ai Co.co.co, ma su questo punto la discussione resta aperta. Nella riunione della Giunta esecutiva nella quale è stato dato il via libera definitivo all’intesa, ho proposto –e su questo tema ho intenzione di insistere- che i fondi necessari ad assicurare la copertura assistenziale a questi colleghi arrivino dai dipendenti. Il modello al quale mi sono richiamato è quello delle società di mutuo soccorso che seppero assicurare tutele ai lavoratori prima che queste fossero conquistate per via sindacale. L’ho detto a titolo di provocazione, ma se ciascun collega assicurato Casagit nel profilo più alto rinunciasse anche solo a una prestazione minima, si troverebbero le risorse per garantire anche ai Co.co.co un’assistenza sanitaria  di base importante nelle situazioni di emergenza. Su questo punto il presidente della Casagit Daniele Cerrato si è detto disponibile ad aprire da subito una riflessione.
Un ultimo e doveroso chiarimento sul lavoro autonomo lo merita la questione del “tariffario”, anche alla luce delle polemiche che ha generato. Va detto ancora una volta che le cifre riportate nella tabella sottoscritta da Fnsi e Fieg si riferiscono ai minimi e che non è detto da nessuna parte che tutte le aziende portino ora tutti i collaboratori su quella soglia. In precedenza non esisteva alcun limite al ribasso e i giornali potevano abbassare i compensi –cosa che in molti casi hanno fatto- senza alcuna limitazione. Ora è scritto nero su bianco che un articolo giornalistico non può essere pagato meno di 20 euro, che le persone devono essere retribuite con tempi certi e che hanno diritti inviolabili. Ciò che attiene alle competenze professionali e alla trattativa tra professionisti e aziende –checché ne pensino gli arruffapopolo virtuali- non è invece regolabile con nessuna intesa sindacale.
Piuttosto, nell’intesa riguardante il mercato del lavoro, si è cercato di porre le basi perché possa essere creata nuova occupazione a partire dall’accordo che ha dato applicazione alla legge sull’apprendistato professionalizzante e sui contratti a termine.  
L’apprendistato, al quale potranno accedere giovani fino ai 29 anni di età, ingloba il praticantato e la prima parte dei trenta mesi da redattore di prima nomina per un periodo complessivo di 36 mesi. Dopo aver sostenuto e superato l’esame, il collega otterrà una retribuzione inferiore al redattore di prima nomina ma continuerà a svolgere un percorso formativo, mentre al termine dell’apprendistato diventerà redattore di prima nomina.
Per i disoccupati vengono introdotte le agevolazioni retributive già previste nel contratto del 2001 e che prevedevano la retribuzione dei redattori di prima nomina.
Le misure sul mercato del lavoro si combinano con  il protocollo straordinario sull’editoria che coinvolge Governo, Fnsi e Fieg. Un’intesa che concede alle aziende sgravi per la nuova occupazione ma che, solo nel caso in cui le assunzioni avvengano a tempo indeterminato, potranno essere pieni. Nel Decreto che sarà varato dal Governo vi saranno, inoltre, novità che riguardano le condizioni per l’uso degli ammortizzatori sociali, frutto anch’esse degli argomenti che la Federazione della Stampa ha saputo portare al tavolo. In particolare, il ricorso ai prepensionamenti dovrà sempre prevedere un turn-over di 1/3, mentre le aziende in crisi non potranno erogare bonus ai loro dirigenti. Inoltre, nell’intesa contrattuale è stata fissata un’aliquota aggiuntiva dell’un per cento a carico delle aziende per sostenere gli ammortizzatori sociali.
Misure che, creando nuova occupazione, andranno a rafforzare la situazione contabile dell’Inpgi, il cui equilibrio economico è stato messo a dura prova dalla crisi degli ultimi tre anni.
Tra le spine dell’intesa contrattuale, c’è sicuramente la liquidazione del fondo ex-fissa che per i colleghi che hanno già maturato il diritto sarà erogato in forma rateale nei prossimi dodici anni (ma i tempi di attesa già oggi superano gli otto anni) e che verrà trasformato in una forma di pensione integrativa per i più giovani. Un sacrificio doloroso ma necessario.
Ho lasciato volutamente al termine la parte riguardante gli aumenti salariali che, in una situazione di crisi come quella che stiamo vivendo e con il rischio concreto che saltasse l’intero impianto del contratto di lavoro, mi pareva decisamente secondaria. In ogni caso, su questo tavolo sono stati ottenuti 120 euro pagabili in due anni.
Si poteva ottenere di più?  Naturalmente sì, ma siccome il meglio è spesso nemico del bene, nel mio ruolo di segretario regionale del sindacato ho ritenuto di dare il via libera a questo contratto.
E’ evidente che restano sul tavolo molte questioni a partire dalla riscrittura di un quadro di regole che non fa i conti con una professione in continua evoluzione e per questo mi auguro che il confronto con gli editori, un confronto libero e aperto, possa iniziare ben prima della scadenza contrattuale del 2016. Sempre che, anche nella nostra controparte, continuino a essere prevalenti quelle forze che privilegiano l’esistenza di regole al far-west.
E mi auguro infine che, tra tanta voglia di rinnovamento, il Governo trovi anche il tempo di riprendere il mano il tema della riforma dell’Ordine dei Giornalisti. Come ho già avuto occasione di dire -ammesso che nella società moderna gli ordini professionali abbiano ancora un senso- sicuramente non ne ha alcuno un organismo professionale la cui metà degli iscritti non ha nulla a che vedere con la categoria che intenderebbe rappresentare. Dei 120 mila iscritti all’Ordine dei Giornalisti la metà, non avendo alcuna posizione contributiva attiva, presumibilmente non  svolge la professione. Si tratta di un assurdo che, oltre a rappresentare un abuso, contribuisce a indebolire il peso negoziale ed economico della nostra categoria. Nel dibattito che si aprirà nei prossimi giorni sul contratto mi auguro che anche questo elemento faccia parte della discussione.
Intanto vi rinnovo l’invito a partecipare all’assemblea annuale del 4 luglio, alle 17 allo Sporting, alla quale parteciperà anche il segretario nazionale Franco Siddi.
Un saluto cordiale.
Stefano Tallia
 

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