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09/07/2014

Basta con i contratti "a la carte"

Il Segretario Tallia: un tavolo per l'unità d'azione dei sindacati

Care colleghe e cari colleghi,
mentre continua svilupparsi il dibattito sulla recente intesa contrattuale che ha vissuto un momento di grande interesse nella nostra assemblea annuale, l’attività dell’associazione e la battaglia pressoché quotidiana con le emergenze, che affliggono il mondo dell’editoria in crisi, prosegue a ritmo serrato.
Vi scrivo per informarvi che, anche per dar corso all’appello rivolto ai candidati alla presidenza del Piemonte, ho avviato le procedure per richiedere, d’intesa con Slc Cgil, Fistel Cisl e Uil Comunicazione, un incontro all’assessore regionale al lavoro Gianna Pentenero.  
Nell’occasione ho anche indirizzato una lettera alla Giunta Nazionale della Fnsi e alle segreterie regionali confederali di categoria per chiedere l’apertura di un tavolo nazionale, che ricerchi un’unità d’azione più stretta tra la Federazione della Stampa e Cgil, Cisl e Uil. Si tratta di una scelta dettata sia dalla difficoltà del momento, che richiede il massimo della coesione possibile tra le rappresentanze dei lavoratori, sia dagli intrecci contrattuali tra giornalisti e personale tecnico, che stanno creando situazioni di sempre più difficile gestione.
L’ultimo caso in un’emittente locale piemontese dove l’azienda, non più tardi di un mese fa, ha annunciato l’intenzione di applicare a tutti i propri dipendenti il contratto Aeranti Corallo. Una decisione che ha provocato l’immediata sollevazione dei confederali, che non sono firmatari di quel contratto, ponendo nel contempo il nostro sindacato in una posizione di imbarazzo. Come noto, l’applicazione del contratto Aeranti Corallo rappresenta un oggettivo vantaggio per i giornalisti che, oltre a guadagnare il diritto ad essere rappresentati dal proprio sindacato, ottengono l’accesso alla Casagit. Non altrettanto può però dirsi per i tecnici, che subiscono una compressione dei diritti e un pesante raffreddamento salariale. Altrove la situazione è stata sanata con l’accordo salomonico di mantenere a ciascuna categoria il proprio contratto di riferimento, ma è una scelta nella esclusiva disponibilità dell’azienda.
Si tratta di una situazione del tutto speculare a quello che avviene nei giornali locali con il contratto Confapi firmato dai confederali per i dipendenti delle piccole e medie imprese. Un’intesa che, sfruttando una serie di dizioni piuttosto ambigue, consente di contrattualizzare anche i giornalisti in questa forma, eliminando qualunque tutela professionale o deontologica e determinando un peggioramento delle condizioni economiche. E in alcuni casi è accaduto che il passaggio al contratto grafico per i giornalisti sia avvenuto grazie a transazioni individuali sottoscritte con l’avallo di rappresentanti dei confederali.
Invece non dev’essere più possibile consentire alle aziende di scegliere “à la carte” il contratto che ritengono più conveniente, penalizzando a seconda dei casi una diversa categoria di lavoratori.
L’unità d’azione dei sindacati è la sola strada percorribile. Recentemente le rappresentanze dei lavoratori atipici di Cgil, Cisl e Uil hanno espresso tutte le loro perplessità circa il protocollo d’intesa sul cosiddetto “equo compenso”. Al di là dei giudizi dati, è importante che i temi che riguardano la libertà d’informazione escano dai confini del mondo giornalistico e che anche i sindacati confederali se ne facciano portavoce.
Insieme saremo di certo più forti, ma i diritti non possono essere difesi a giorni alterni.
Stefano Tallia
Segretario Associazione Stampa Subalpina

 

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