Vent’anni fa, tra l’aprile e il luglio del 1994, si consumava un genocidio in Ruanda. Che ha profondamente cambiato la vita di quel paese e dei suoi abitanti: quasi un milione di vittime, soprattutto Tutsi. E “rescapé” è ancora una delle parole più usate nel Paese: significa “sopravvissuto”, in francese.
Mercoledì 24 settembre, alle 18, a Palazzo Saluzzo Paesana (in via della Consolata 1 bis, a Torino), viene inaugurata la mostra “Ruanda 20 anni dopo, ritratti del cambiamento”, organizzata dal Caffè dei Giornalisti.
Si tratta di un progetto cross-media di Giordano Cossu, con le foto di Arno Lafontaine. Rosita Ferrato, presidente del Caffè dei Giornalisti, ha scelto questo progetto per riaprire la stagione di incontri autunnali a Torino proponendo, oltre alla mostra fotografica corredata dalle indicazioni dell'ideatore, il documentario TV, prodotto da Hirya Lab con RFI (Radio France Internationale), France 24 e La Stampa, che concorre al Grand Prix Italia 2014.
Introducono alla mostra l’autore del progetto, Giordano Cossu, e il direttore de La Stampa, Mario Calabresi. E’ previsto un brindisi, a cura di LiberaMensa, “cibi per menti libere”.
Nel ventennale del genocidio il governo ruandese promuove una forte politica di riconciliazione, che mira a creare “il nuovo Ruanda”. Ma il ricordo del genocidio è ancora molto vivo nella memoria collettiva del popolo ruandese. Giordano Cossu, giornalista e documentarista, ha attraversato il Paese tra agosto e dicembre 2013, in compagnia del fotografo Arno Lafontaine, per incontrare e dialogare con decine di ruandesi del mondo rurale nel tentativo di dare voce a quella memoria e raccontare la vita di oggi in Ruanda.
Lafontaine, con un obiettivo Aero Ektar del 1937 e alcuni rullini di introvabili pellicole istantanee, ha ritratto le persone che hanno voluto farsi intervistare; due scatti per ognuno: uno da donare al soggetto ritratto, l’altro per entrare a far parte di questo straordinario portfolio che compone la mostra.
Le storie che Cossu e Lafontaine hanno collezionato sono un insieme di interviste e immagini che ci restituiscono la situazione di un Paese complicato, di un popolo che ha lottato e continua a lottare per ricostruire la propria vita e un’identità nazionale.
La mostra fotografica resterà aperta fino all’8 ottobre, tutti i giorni dalle 15 alle 19 (chiuso il lunedì). L’ingresso è gratuito.
Info:
http://caffedeigiornalisti.it/index.php?i_tree_id=5&plugin=news&i_category_id=2&i_news_id=385