" /> “Troppi abusi sugli stati di crisi" - Associazione Stampa Subalpina

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20/04/2015

“Troppi abusi sugli stati di crisi"

Lorusso, segretario Fnsi: "Servono regole certe e criteri stringenti"

L'occupazione, innanzitutto. “Non possiamo chiedere l'intervento pubblico per distruggere occupazione: noi giornalisti – ha detto Lorusso - dobbiamo richiamare editori e Governo ad assumersi le proprie responsabilità, ad introdurre regole certe, ad esempio i bilanci certificati, per il riconoscimento degli stati di crisi nelle aziende editoriali”.
“La disponibilità economica del Governo per i prepensionamenti - ha ricordato il segretario della Fnsi - di fatto è esaurita. C'è stata una corsa degli editori ai prepensionamenti, e i soldi del Governo sono tutti impegnati fino al 2019, con una lista  d'attesa di 224 giornalisti, e altri che arriveranno. Questo non è un modo serio di affrontare le situazioni di vere crisi aziendali''.
Un singolo prepensionato ''costa 350 mila euro, e ad oggi - ha aggiunto Lorusso - solo di soldi pubblici avremmo bisogno di 60 milioni di euro, più un terzo pagato dagli editori''.
Le aziende editoriali dichiarano 'crisi prospettiche', per ottenere i prepensionamenti, ma in questo modo, ha aggiunto Raffaele Lorusso, “si è arrivati ad uno squilibrio consistente della nostra cassa di previdenza, l'Inpgi, di circa 90 milioni di euro: trenta milioni derivano dagli ammortizzatori sociali, 20 sono conseguenza dei prepensionamenti e dei mancati versamenti contributivi, visto che i giornalisti mandati a casa non sono vengono sostituiti da nuovi assunti''.
Secondo il segretario della Federazione nazionale della Stampa “bisogna aprire il circuito contrattuale, e portarci dentro più gente possibile, grazie ad un patto intergenerazionale fra chi è in pensione, chi lavora e spera di entrare a lavorare”.
Lorusso ha poi parlato della situazione delle agenzie di stampa. “Il confronto con il Governo – ha detto il segretario Fnsi – sulla razionalizzazione delle convenzioni con le agenzie non sarà né semplice né breve”.
“La Federazione nazionale della stampa – ha aggiunto Lorusso a proposito delle possibili fusioni fra agenzia di stampa – ritiene che il Governo debba pretendere la salvaguardia dell'occupazione”.
“Abbiamo chiesto che ai fini delle valutazioni sulle singole agenzie siano considerati solo i posti di lavoro a tempo pieno e indeterminato e siamo in attesa delle direttive dell'Esecutivo che spinge perché le agenzie più piccole avviino un processo di integrazione”. “Certo – ha osservato Lorusso – non si può difendere l'indifendibile, e se un'azienda sta in piedi solo se il Governo paga un problema c'è. Un progetto di impresa deve essere improntato alla sostenibilità”.

“Non funziona il tutto a tutti, con i finanziamenti a pioggia abbiamo creato mostri e illusioni. Oggi in Italia vi sono 500 tivù locali. Non reggono: in Germania sono 40″. Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa, ad Ancona per partecipare alla grande giornata sul l’informazione organizzata dal Sigim, ha tracciato un quadro definito e concreto della situazione della stampa italiana. Un quadro difficile, che ha bisogno di soluzioni importanti e non aleatorie. Innanzitutto per quanto riguarda i contributi pubblici: “Bisogna creare meccanismi di sostegno trasparenti e stringenti – ha sostenuto – non basta il durc, le aziende devono pagare regolarmente gli stipendi”. È dunque l’intero sistema che va ridefinito, guardando innanzitutto alle fasce più deboli e meno tutelate della professione: “La legge sull’equo compenso – ha sostenuto Lorusso – è stata scritta malissimo e declinata peggio, ma la strada da seguire è sempre quella negoziale con gli editori”.

(ANSA – Ancona, 18 aprile 2015)

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