Il direttivo del Gruppo Ungp del Piemonte, allargato alla partecipazione di tutti gli iscritti, si è riunito il 4 maggio 2015 come ogni primo lunedì del mese nella sede dell'Associazione Stampa Subalpina, a Torino, Palazzo Ceriana Mayneri, in corso Stati Uniti 27. I numerosi colleghi presenti hanno soprattutto ricordato con parole affettuose e non di circostanza la collega Maria Valabrega scomparsa poche ore prima. Dopo il minuto di silenzio, è cominciato il dibattito sui temi dell'attualità sindacale, le iniziative in difesa delle pensioni, dell'Inpgi e della Casagit. La maggior parte degli interventi si è soffermata sulla recente sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato l'annullamento della perequazione automatica di legge per le pensioni superiori a tre volte il minimo Inps, relativamente agli anni 2012 e 2013.
La Consulta ha finalmente rimesso a posto le cose. Lo Stato restituisca sollecitamente il maltolto alla grande platea dei pensionati italiani. Altrettanto faccia l'Inpgi, il nostro istituto di previdenza, per i giornalisti in quiescenza, maltrattati dalla crisi e vittime della perdita del potere di acquisto dei trattamenti. Rifondere il danno, e magari pagare il dovuto con gli interessi, diventa atto di giustizia. Su questo problema dicano da subito parole chiare la nostra Unione e la Federazione della Stampa.
I giornalisti pensionati del Piemonte hanno ribadito a più voci nell'assemblea che è mancata finora la necessaria attenzione da parte della Fnsi per gli iscritti pensionati. Non una voce si è alzata dal Congresso di Chianciano ad oggi in difesa dei pensionati e delle loro richieste, nelle prese di posizione pubbliche e nelle interlocuzioni con le autorità di governo. Mentre dalle assemblee Ungp di ogni parte d'Italia continuano a venire sollecitazioni alla dirigenza sindacale nazionale a interessarsi dei pensionati, delle loro condizioni di vita, dell'insostenibile tassazione . Su quest'ultima questione: quando la Fnsi se ne occuperà seriamente con governo e parlamento? Certo, non ci sono soltanto i giornalisti nella platea dei pensionati italiani. Ma non sarebbe il caso di inserire nell'agenda della Fnsi anche un'azione, d'intesa con Cgil-Cisl-Uil , per ottenere, non a babbo morto, indici di detassazione "europei", in rapporto all'età dei pensionati e alla consistenza degli assegni ? Proviamoci, almeno.
Consapevoli della crisi del settore dell'editoria, delle necessarie misure per difendere il lavoro nelle grandi e piccole redazioni, in tutto il panorama dell'informazione cartacea e radiotelevisiva, i giornalisti pensionati piemontesi chiedono in particolare che si intensifichi la lotta al precariato dirompente, di cui sono responsabili soprattutto gli editori, piegati a interessi di bottega e in ritardo sui tempi. Per quanto riguarda l'Inpgi, infine, l'assemblea ha riaffermano la necessità di difendere l'Istituto e la sua specificità. Ma l'Inpgi e la sua dirigenza hanno ribadito molti intervenuti rendano pubblici i progetti di riforma statutari, e non solo, allo studio, chiariscano agli iscritti e soprattutto ai pensionati che cosa intendono fare, ripensando il sistema del welfare, ma tenendo fermo un principio: l'Istituto , unico sostituto dell'Inps in Italia, deve soprattutto tenere in ordine i conti per pagare le pensioni di oggi e di domani. Comprese le perequazioni di legge, quando non sono stravolte dai governi che non trovano di meglio che far pagare le crisi ai pensionati.
Antonio De Vito
Presidente Ungp Piemonte