I giornalisti pensionati del Piemonte si sono riuniti l'8 giugno in assemblea per esaminare il futuro dei loro trattamenti di quiescenza dopo la sentenza della Consulta sul blocco della perequazione e il decreto legge emanato dal governo. Preso atto della considerevole perdita subita per il mancato rimborso degli anni passati, e in attesa di un nuovo, probabile intervento della Corte Costituzionale su questo fronte, l'assemblea giudica inaccettabile la scelta del governo di cancellare totalmente, per il futuro, l'adeguamento al costo della vita delle pensioni oltre il tetto di 2800 euro lordi. Dopo anni di blocco, infatti, questi trattamenti non soltanto hanno perso parte del loro potere di acquisto ma, a seguito delle addizionali Irpef comunali e regionali, si sono addirittura già ridotti seccamente anche in cifra fissa.
La pensione è una forma di retribuzione differita protetta dalla Costituzione che, agli art. 36 e 38, prevede sia il principio di "proporzionalità" tra pensione e retribuzione sia quello di "adeguatezza" della prestazione previdenziale, come sottolinea la sentenza stessa della Corte. Una pensione senza difesa dal caro-vita e che addirittura si riduce di entità anno dopo anno non risponde a questi principi. E va denunciato con forza il rozzo tentativo di mettere pensionati "ricchi" contro pensionati "poveri": non sono "d'oro" le congrue pensioni conquistate dopo decenni di pesante contribuzione per assicurarsi una vecchiaia decorosa; sono invece certamente indegni i trattamenti assistenziali da fame offerti alle fasce più povere del Paese da una politica incapace di combattere evasione fiscale, corruzione e sprechi. Ma assistenza e previdenza sono cose diverse, e non è certamente trascinando tutti nella fascia di povertà che si risolve il problema. Perciò i giornalisti piemontesi chiedono all'Unione nazionale giornalisti pensionati e ai sindacati di categoria di intervenire in tutti i modi e le forme necessari perché l'adeguamento dei trattamenti venga immediatamente ripristinato.
L'assemblea ha a lungo dibattuto anche i temi sollevati dall'annunciata riforma dell'Inpgi, esprimendo forte preoccupazione per possibili penalizzazioni delle pensioni in essere. La riforma del welfare di categoria non può ritorcersi a danno dei pensionati. L'auspicio de pensionati piemontesi e' che l'Ungp difenda in tutte le sedi le caratteristiche di un welfare intergenerazionale equo e sostenibile.
Antonio De Vito
Presidente UNGP Piemonte
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Critiche all'ipotesi di riforma dell'Inpgi
De Vito, presidente Ungp Piemonte: Non maltrattate i pensionati
L'intervento integrale di De Vito sul sito dell'Unione nazionale Pensionati:
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