Una nota di aggiornamento del fiduciario Inpgi per il Piemonte, Roberto Reale, in merito a pensioni ed ex fissa
PEREQUAZIONE
I giornalisti pensionati del Piemonte si sono riuniti l'8 giugno in assemblea per esaminare il futuro dei loro trattamenti di quiescenza dopo la sentenza della Consulta sul blocco della perequazione e il decreto legge emanato dal governo. Preso atto della considerevole perdita subita per il mancato rimborso degli anni passati, e in attesa di un nuovo, probabile intervento della Corte Costituzionale su questo fronte, l'assemblea giudica inaccettabile la scelta del governo di cancellare totalmente, per il futuro, l'adeguamento al costo della vita delle pensioni oltre il tetto di 2800 euro lordi. Dopo anni di blocco, infatti, questi trattamenti non soltanto hanno perso parte del loro potere di acquisto ma, a seguito delle addizionali Irpef comunali e regionali, si sono addirittura già ridotti seccamente anche in cifra fissa.
La pensione è una forma di retribuzione differita protetta dalla Costituzione che, agli art. 36 e 38, prevede sia il principio di "proporzionalità" tra pensione e retribuzione sia quello di "adeguatezza" della prestazione previdenziale, come sottolinea la sentenza stessa della Corte. Una pensione senza difesa dal caro-vita e che addirittura si riduce di entità anno dopo anno non risponde a questi principi. E va denunciato con forza il rozzo tentativo di mettere pensionati "ricchi" contro pensionati "poveri": non sono "d'oro" le congrue pensioni conquistate dopo decenni di pesante contribuzione per assicurarsi una vecchiaia decorosa; sono invece certamente indegni i trattamenti assistenziali da fame offerti alle fasce più povere del Paese da una politica incapace di combattere evasione fiscale, corruzione e sprechi. Ma assistenza e previdenza sono cose diverse, e non è certamente trascinando tutti nella fascia di povertà che si risolve il problema. Perciò i giornalisti piemontesi chiedono all'Unione nazionale giornalisti pensionati e ai sindacati di categoria di intervenire in tutti i modi e le forme necessari perché l'adeguamento dei trattamenti venga immediatamente ripristinato.
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EX FISSA
A fine marzo 2015, dopo il via libera dei ministeri vigilanti sul Fondo Contrattuale "ex fissa", l'Inpgi aveva annunciato il pagamento di un primo acconto di 10 mila euro lordi (circa 6500 netti) per 1200 colleghi che ne avevano maturato il diritto, in attesa da quattro anni. Un intervento della Covip (l’Autorità amministrativa che ha il compito di vigilare sul funzionamento dei fondi pensione complementari) ha però bloccato fino ad oggi l’anticipo dei pagamenti, chiedendo ulteriori chiarimenti all'Inpgi sul finanziamento concesso agli editori. Questi chiarimenti sono stati forniti, e l'avvio dell'operazione dovrebbe essere ormai prossimo. Di seguito ricordiamo i termini dell'accordo Fnsi-Editori-Inpgi.
"In attuazione delle intese sottoscritte, l'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani erogherà un primo prestito di 12 milioni di euro (su un totale di 35 milioni concordati) al Fondo integrativo contrattuale per garantire il pagamento dell'"ex fissa". Il Fondo, come si ricorderà, era diventato incapiente, costringendo centinaia di giornalisti ad attendere anni per vedersi riconosciuta la prestazione. Il contratto nazionale di lavoro sottoscritto il 24 giugno ha riformato l'ex fissa, introducendo una nuova regolamentazione. Questi i punti più importanti del nuovo regolamento:
1) Ai giornalisti in pensione che hanno chiesto la liquidazione della "ex fissa" entro il 31 luglio 2014 sarà erogata integralmente la somma maturata, in più "tranches": 10 mila euro lordi entro marzo 2015; primo rateo della somma restante entro la fine del 2015. Le rate saranno pagate mediamente in 12 anni, tenendo presenti l'importo maturato, l'età del giornalista e i tempi di attesa.
2) Ai giornalisti che al 31 dicembre 2014 hanno maturato un'anzianità aziendale di almeno 15 anni sarà riconosciuta, al momento del pensionamento, l'indennità "ex fissa" calcolata sulla media retributiva degli ultimi 15 anni, fino a un tetto massimo di 65 mila euro. Anche in questo caso, le somme maturate saranno erogate a rate.
3) I giornalisti che al 31 luglio 2014 hanno maturato fra i 10 anni e i 14 anni di anzianità aziendale avranno diritto, in caso di dimissioni, ad un'indennità "ex fissa" pari ad una cifra variabile fra i 2 mila e i 10 mila euro. In caso di risoluzione del rapporto di lavoro per causa diversa dalle dimissioni avranno invece diritto ad un'indennità di mancato preavviso nella misura di 8 mensilità.
A questi ultimi giornalisti, a tutti coloro che al 31 luglio 2014 avevano meno di 10 anni di anzianità aziendale, e a tutti gli assunti dal 1 agosto 2014, se iscritti al fondo di pensione complementare, sarà inoltre riconosciuto un contributo dello 0,25 per cento mensile in aggiunta al contributo dell'1 per cento già a carico degli editori."
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