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03/09/2015

L’INFORMAZIONE NON RINUNCERA’ ALLE INCHIESTE

SOLIDARIETA’ AL COLLEGA COLETTI. Anche dall'Unione Cronisti

Il giornalista Riccardo Coletti, collaboratore della “Stampa”, ha raccontato sul suo giornale il dramma dei “migranti della vendemmia” sfruttati dai “caporali”, della manodopera in nero tra le vigne del Moscato d’Asti. Per giorni, da cronista, ha cercato nelle piazze e nelle strade di Canelli bulgari, macedoni, marocchini, albanesi. E’ andato a vedere dove alloggiano, ha parlato con loro, ha documentato anche con fotografie le miserabili condizioni in cui dormono dopo il lavoro, su pubbliche panchine o ammassati nelle tende tra i boschi.

Un corretto lavoro d’inchiesta. Poi qualcuno ha danneggiato la sua automobile e a Coletti è capitato, mentre rincasava, di essere minacciato da due uomini. Scesi da una BMW che aveva la targa coperta, con accento straniero gli hanno detto: “Tu, finché c’è la vendemmia, a Canelli non ci devi più venire”.

L’Ordine dei Giornalisti del Piemonte e l’Associazione Stampa Subalpina

- esprimono indignazione per l’accaduto e piena solidarietà al collega Coletti;

- ringraziano le forze dell’ordine per il pronto avvio delle indagini seguite alla sua denuncia;

- raccomandano la massima vigilanza affinché ogni giornalista possa svolgere fino in fondo le sue inchieste e affinché il lavoro di Coletti e degli altri cronisti sul fronte dello scandaloso caporalato possa proseguire e portare risultati di informazione e civiltà;

- invitano tutte le pubbliche autorità a non sottovalutare segnali e a fare tutto il possibile per fermare, in luoghi così civili, fenomeni indegni.


Torino, 3 settembre 2015


Alberto Sinigaglia    
Presidente dell’Ordine
dei Giornalisti del Piemonte


Stefano Tallia
Segretario dell’Associazione
Stampa Subalpina

 

 

***

GALIMBERTI, PRESIDENTE UNCI:
"URGENTE UN INTERVENTO LEGISLATIVO
A TUTELA DEI CRONISTI"


Il nuovo episodio di intimidazione al collega Riccardo Coletti della Stampa - minacciato da due sconosciuti per le sue indagini sul caporalato nelle vigne dell'Astigiano, dopo aver subito un danneggiamento dell'auto - rende sempre più urgente un intervento legislativo a tutela dei cronisti, intervento che prenda atto della intollerabile escalation di aggressioni dirette, indirette, fisiche e virtuali a loro danno. Perché mentre il legislatore continua a concentrarsi - nei disegni in gestazione - su come restringere il perimetro della cronaca e su come aumentare la punibilità di chi ha solo il torto di raccontare la realtà ai cittadini/elettori, oggi con le regole in vigore chi ha minacciato Riccardo rischia una condanna meno che simbolica. Lo stesso, cioè nulla, rischiano i boss più o meno mafiosi che dai social network attaccano quotidianamente i cronisti. Mentre i cronisti devono invece affrontare quotidianamente, oltre il pericolo per la propria incolumità e dei propri congiunti, anche il rischio di querele temerarie e citazioni milionarie infondate, rischi che con le future leggi possono solo aumentare. Ribaltare questa logica perversa dovrebbe essere, prima di tutto, un atto di responsabilità di chi governa il Paese e scrive le leggi. L'Unione Cronisti, nell'esprimere la piena solidarietà e condividere idealmente la responsabilità del lavoro di Riccardo Coletti, ribadisce l'impegno nella difesa della libertà di informazione e della dignità e dei diritti dei colleghi più esposti.

Alessandro Galimberti, presidente Unci

 

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