Conclusa mercoledì la possibilità di votare on line per il rinnovo degli Organi Collegiali dell’Inpgi. Risultano aver votato via web un totale di 8.234 giornalisti, pari al 16,02 % dei 51.409 aventi diritto al voto. Sono stati 3.162 i giornalisti che hanno votato lunedì, 2.299 martedì e 2.773 mercoledì.
In Piemonte i giornalisti in attività che hanno votato via web sono stati 133 su 1136 (nel 2012 erano stati 134 su 1.056 + 70 al seggio).
I pensionati sono stati 77 su 293 (nel 2012 58 su 246 + 66 al seggio).
Sindaci Inpgi 1 votanti 194 su 1.429 (nel 2012 176 su 1.302 + 126 al seggio).
Cda Inpgi 2 votanti 331 su 2.271 (nel 2012 292 su 2.051 + 74 al seggio).
Collegio Sindacale Inpgi 2 votanti 317 su 2.271 (nel 2012 291 su 2.051 + 74 al seggio).
I giornalisti aventi diritto, che non hanno votato on line, potranno ancora esprimere le loro preferenze elettorali recandosi di persona - nelle giornate di sabato 27 e domenica 28 febbraio, dalle 10 alle 20 - nei seggi elettorali allestiti nei capoluoghi di regione. In Piemonte il seggio è allestito a piano terra a Palazzo Ceriana Mayneri, in corso Stati Uniti 27, a Torino, negli uffici dell'Associazione Stampa Subalpina (accesso dalla portina esterna, sulla facciata del palazzo).
Anche chi risulti sprovvisto del certificato elettorale inviato dall’Istituto - via Pec o tramite raccomandata alla fine dello scorso gennaio - poiché smarrito, deteriorato o non ritirato, potrà ugualmente votare al seggio, facendosi rilasciare in quella sede il duplicato, previa esibizione di un documento personale.
Tutte le informazioni sulle elezioni Inpgi a questo indirizzo:
http://www.inpgi.it/?q=node/1390
CANDIDATI:
INPGI 1 - Consiglio generale - Candidati attivi
(per il Piemonte: Armand Pilon Giovanni; Cerrato Daniele Mauro; Novaria Guido; Peggio Massimiliano)
INPGI 1 - Consiglio generale - Candidati pensionati
(nella lista unica nazionale sono candidati anche i piemontesi: Borghesan Luciano; De Vito Antonio; Perera Orlando)
INPGI 1 - Collegio sindacale - candidati attivi e pensionati
INPGI 2 - Comitato Amministratore gestione separata
(nella lista unica nazionale è candidato anche il piemontese Ercole Ezio)
INPGI 2 - Collegio Sindacale gestione separata - Candidati
I candidati che intendono far pubblicare su questa pagina programmi e/o appelli elettorali possono inviarne il testo a direzione@stampasubalpina.it
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GIOVANNI ARMAND PILON
DANIELE MAURO CERRATO
(candidati per il Consiglio Nazionale INPGI, giornalisti attivi)
NON GIOCHIAMOCI IL WELFARE
L’Inpgi può davvero ripartire dopo la terribile stagione dei prepensionamenti, delle disoccupazioni, dei contratti di solidarietà e dei conti in bilico? Può farlo, deve farlo. Il 2016 sarà l’anno della verità per il nostro sistema previdenziale. Le difficoltà sono quelle della più grande crisi mai registrata nella storia del giornalismo italiano: persi quasi 3.000 posti di lavoro, registrato, tra il 2010 e il 2015, il 18% di occupati in meno contro una media nazionale del -3,8%.
La lettera del Ministero del Welfare al MEF chiede una riforma dell’INPGI entro l’anno. Il tempo non è molto ma sufficiente.
Dobbiamo aumentare del numero degli iscritti anche attraverso un Contratto inclusivo, tagliare i prepensionamenti e ottenere una nuova legge per l’Editoria.
Tre cose da NON fare:
* NON farsi prendere dal panico: le difficoltà ci sono ma l’Istituto non rischia di morire.
* NON inseguire chi si arrende all’ipotesi dell’INPGI nell’INPS, indebolendo il nostro welfare.
* NON ridurre le elezioni INPGI a regolamenti di conti tra persone e correnti.
Il prossimo Cda dell’INPGI dovrà:
o Fornire un’informazione completa sulla situazione dell’Istituto. Numeri, prospettive.
o Affrontare sacrifici d’ordine economico personale prima di richiederne ai colleghi.
o Individuare meccanismi di inclusione per i giornalisti senza tutele previdenziali.
o Insieme a Sindacato ed Enti aprire un confronto politico sulla previdenza professionale.
o Individuare temi di riforma confrontandoli con colleghe e colleghi in assemblee regionali.
o Proporre un disegno di riforma dell’Istituto ai Ministeri vigilanti entro novembre.
Serve una riforma “adulta” che dia prospettiva, dignità, autorevolezza e sicurezza economica. Riforma non vuol dire decidere quali parti dell’INPGI “tagliare”. La somma delle attese non rappresenta il futuro, occorre una sintesi politica importante. Nella nostra storia i passaggi più difficili li abbiamo superati con coraggio, innovazione e lavorando insieme. E’ un momento “chiave” con il Contratto, difficile ma irrinunciabile, e l’esigenza di una Legge che riformi l’Ordine. La carta d’identità dei giornalisti italiani non può essere solo la somma delle loro difficoltà.
L’Inpgi deve restare l’elemento di stabilità del nostro sistema. Abbiamo pagato, più d’ogni altro, la crisi industriale e le trasformazioni che permettono di avere informazioni illimitate e gratis.
Una notizia, però, non è la fotografia di un fatto, è la sua lettura giornalistica. Per fare questo servono professionisti che siano anche socialmente solidi. Ci metteremo impegno, sacrifici e senso di realtà.
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ANTONIO DE VITO
(candidato pensionato)
I VENTI PUNTI PER DIFENDERE L'INPGI E LE NOSTRE PENSIONI
1) E’ necessario difendere l’Inpgi in un periodo di difficoltà, che si annuncia ancora più difficile nei prossimi anni.
2) Nella riforma varata nel luglio scorso dal Consiglio di amministrazione, ancora in attesa di approvazione da parte dei ministeri vigilanti, gli amministratori uscenti hanno inserito un prelievo forzoso per cinque anni sulle pensioni che percepiamo. Non va bene. NO al PRELIEVO, anche se la riforma è necessaria.
3) I pensionati sono stati penalizzati negli anni passati per la mancata perequazione, le pensioni perdono potere di acquisto, sono tartassate dallo Stato e da Regioni e Comuni.
4) La mancata perequazione è stata incamerata totalmente dall'Inpgi, VENTI milioni di euro (che saranno raddoppiati fino al 2018). E’STATA UNA CORPOSA SOLIDARIETA’DI CATEGORIA DA PARTE DEGLI ANZIANI.
5) La solidarietà fra generazioni è necessaria. Ma per solidarietà non si devono tagliare in via amministrativa le pensioni in essere: è questione di merito e di principio. I pensionati contribuiscono già in modo pesante al welfare famigliare, aiutando figli e nipoti. Altro che pensioni d’oro.
6) Le pensioni subiscono il degrado del tempo, diventano in fretta più povere.
7) Il sindacato non affronta il problema della detassazione. Ma l'Italia non è in Europa? Occorre più attenzione per i pensionati.
8) Al presidente dell'Inps, il professor taglia-taglia Tito Boeri, bisogna ricordare che siamo stati fortunati a lavorare per decenni. Ma i contributi li abbiamo versati, tutti, tanti, con milioni di ore di straordinario e lavoro festivo, nei giorni di libertà per gli altri e in ogni santa domenica dell’anno, e lavoro notturno, e correndo come matti, rubando il tempo alla famiglia e ai figli.
9) Siamo stati privilegiati? Abbiamo vissuto nella nostra epoca. Si usava ed abusava così, per il tornaconto degli editori. Dopo anni di precariato, allora si chiamava abusivismo. E la settimana corta era un miraggio.
10) La solidità dell'Inpgi l'abbiamo costruita anche noi, dagli anni '70 dell'altro secolo in poi. E noi adesso vogliamo salvarlo l'Inpgi, nell'interesse nostro e dei giornalisti che andranno in pensione nei prossimi decenni.
11) Sia chiaro, non vogliamo andare all'Inps, come pensano alcuni. L’Inpgi rimane per tutti noi un "meglio" rispetto alla previdenza generale IVS. E’ il nostro presidio. Salvaguardiamo, se ci riusciamo, la sua specificità di unico ente sostitutivo dell'Inps. Teniamocelo stretto, senza diffamarlo ad ogni piè sospinto. Gli amministratori passano, l'Ente rimane, a vantaggio di tutti i giornalisti.
12) Basta con la demagogia e con le falsità sui pensionati, con la disinformazione praticata ogni giorno da carta stampata ed emittenti pubbliche e private. Bisognerebbe smetterla con il travisamento della realtà. Anche sui social.
13) Occorre una svolta di regole per favorire l’occupazione, solo così l’Inpgi si salva, più lavoro e più contributi. Basta con i prepensionamenti e con il lavoro nascosto, sottopagato e senza futuro. Ecco il compito primario del sindacato e degli editori. E il governo faccia la sua parte.
14) Il mondo è cambiato, il giornalismo è cambiato, bisogna aggiornare regole e protezioni . Se si vuole resistere. Ed esistere, ancora a lungo.
15) Le prossime elezioni sono una grande opportunità, per l’Inpgi, per tutto il mondo dell’informazione, per costruire insieme una rete di tutele, un futuro credibile per chi ancora lavora ed avrà diritto a trascorrere una serena vecchiaia.
16) I dieci consiglieri generali pensionati che andremo ad eleggere saranno importanti per decidere insieme a tutti gli altri colleghi le strategie più idonee non soltanto a salvare l'Istituto e i suoi conti, ma a mantenerlo a lungo come presidio per tutta la categoria.
17) Nel prossimo quadriennio dovranno cambiare anche le norme statutarie, per un adeguamento dell'Istituto e della sua struttura alle mutate esigenze del nostro mondo. E con una spending review radicale in tempi di vacche magre.
18) Gli emolumenti degli amministratori vanno ridotti della metà. E’ stata ridicola la decurtazione del dieci per cento decisa per fini elettorali giusto al termine del mandato, in extremis.
19) Personalmente rivendico la mia indipendenza di giudizio, pur pronto a collaborare e a discutere con tutti. Come ho sempre fatto, anche all'Inpgi, in tanti anni, e nel sindacato, battendomi contro il pensiero unico e i demagoghi di professione, quasi sempre in mala fede. Magari c'è qualche speranza di cambiare in meglio. L'Inpgi non "siamo noi" come dice qualcuno, di un gruppetto di potere, interessato soltanto a mantenersi in sella.
20) L'INPGI E' DI TUTTI, giovani e vecchi. La salvezza passa anche da questo voto di fine febbraio.
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EZIO ERCOLE
(candidato Inpgi2)
PRUDENZA NEI CONTI E MAGGIORE INCISIVITA' POLITICA
Gentile collega,
così si esprimeva la Corte dei conti nella sua consueta relazione di fine anno: “Quanto alla gestione dell’Inpgi gestione Separata (Inpgi 2) non sussistono profili di criticità”. Il confortante giudizio deriva da anni di gestioni accurate che seguono il costante incremento del numero complessivo degl’iscritti, sia pubblicisti (la maggioranza), che professionisti. Il patrimonio dell’Inpgi 2 parla da solo: la consistenza complessiva degli investimenti ha segnato negli ultimi anni un incremento continuo. Il portafoglio si assesta sui 384 milioni con un aumento del 4,2% 2014 su 2013, confermando il confortante risultato del 5 per cento nel 2013 sul 2012. Sempre nel 2014 la composizione degl’investimenti della gestione separata è composta da fondi obbligazionari per il 63,7%, fondi azionari per il 9%, fondi immobiliari per il 23,1%, che complessivamente hanno reso il 3,55%.
Deve quindi proseguire la linea di prudenza dei conti, con una maggiore incisività nella gestione “politica” dell’ente che passa attraverso la completa autonomia dell’Inpgi 2 dall’Inpgi 1: due fattispecie diverse che necessitano strategie diverse. Abbiamo anche ottenuto un risultato alquanto raro (almeno negli istituti previdenziali italiani): la possibilità per i giornalisti che al raggiungimento del sessantaseiesimo anno di età non abbiano maturato un diritto autonomo alla pensione (i venti anni di contribuzioni) di optare per la pensione oppure, in alternativa, chiedere il versamento una tantum di importo pari ai contributi soggettivi pagati nel tempo, maggiorati degli interessi legali: una tutela reale e concreta degl’iscritti di fronte alla possibilità di percepire pensioni, in alcuni casi, di pochi euro mensili.
Continuerò caparbiamente a battermi per la tutela della nostra previdenza, avendo ben presente che la solidarietà fra generazioni si gioca anche attraverso regole precise, che vedono nella previdenza un bastione da cui non si può prescindere.
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LUCIANO BORGHESAN
(candidato pensionato)
SACCO VUOTO NON STA IN PIEDI
VA RIEMPITO ASSIEME!
Solo il rilancio delle attività e conseguentemente dell'occupazione puo' salvare l'informazione con i suoi addetti (editori e giornalisti) e gli istituti di una categoria che vuol essere autonoma, indipendente.
Tutti noi, giovani ed ex, dobbiamo operare assieme affinchè si avvii la stagione delle risorse al posto di quella delle forbici.
LE LEADERSHIP SINDACALI HANNO SBAGLIATO
Prima lo stop alla perequazione delle pensioni, poi il contributo di solidarietà da imporre ai pensionati (stoppato dal ministero anche in seguito alle azioni intraprese con il movimento Riforma Inpgi): per ripianare i bilanci Inpgi.
E' lo stesso metodo attuato per far quadrare i conti delle aziende editoriali: prima il prepensionamento (tagliando i posti di lavoro), poi i contratti di solidarietà (riducendo la retribuzione).
Non ha funzionato. Servono risorse e ci sono.
E' INDISPENSABILE UN COORDINAMENTO INPGI-ORDINE-FNSI-CASAGIT
per concordare azioni congiunte in diverse direzioni:
- far applicare la contrattualizzazione giornalistica negli uffici stampa e nei talk-tv svolti con caratteristiche proprie del lavoro giornalistico; non hanno avuto contratti giornalistici Vespa, Lerner e dovrebbero averli anche quelli di D'Urso, Fazio e Giletti, in Rai ora c'è un cda con quattro giornalisti, tra cui l'ex segretario Fnsi, Siddi: saranno capaci di far fare contratti giornalistici ai nostri colleghi?
- riconquistare risorse per favorire assunzioni impegnando forze politiche ed economiche nella riforma del sistema-informazione, cioè: revisione della 416 (stop ai prepensionamenti-bancomat); una legge che consenta di avere risorse pubblicitarie per tutto il settore (cambiare la Gasparri); una normativa nazionale che tenga conto delle trasformazioni multimediali e imponga ai motori di ricerca di "rimborsare" i media da cui sono utilizzati prodotti giornalistici; rivedere le funzioni di assistenza per svolgere al meglio quelle di previdenza;
- ridimensionare e ottimizzare (con sinergie) le strutture dei nostri enti, e dare l'esempio a partire dalle indennità e dal numero dei posti per ruoli ricoperti da colleghi;
- il confronto con gli editori-imprenditori per il prossimo Cnlg deve partire da come far ricrescere i fatturati, partendo dai progetti per nuove risorse, non da come si deve ulteriormente ridurre il costo del lavoro, diversamente si metteranno ancora le mani nelle tasche dei giornalisti;
- patrimonio immobiliare da utilizzare o vendere al meglio;
UN PIANO DI NUOVE ENTRATE
Dopo aver stilato un piano preventivo di entrate (e taglio di spese), si dovrà mettere a punto la proposta di riforma Inpgi.
Per quanto riguarda la ex fissa da pagare in 12 anni (più i 4-5 anni già attesi) a 1400 pensionati e prepensionati, l'impegno è di ottenere dagli editori tutto il dovuto nel rispetto dei contratti. Inoltre per tutti i Pensionati occorre ribadire: niente contributi di solidarietà e riavviare la perequazione.
IL MIO IMPEGNO
Da pluri-cdr di Stampasera e La Stampa, in giunta Fnsi1996-2001, da semplice consigliere Inpgi 2012-2016, mi sono sempre mosso per gli obiettivi su elencati, purtroppo sono prevalse leadership che hanno portato a questi risultati.
Nella recente tornata Inpgi, sono stato promotore di interrogazioni relative ai versamenti Inpgi da parte di "giornali di partito" (es, L'Avanti di Lavitola) cui sono andati ingenti contributi pubblici, al caso dei talk tv in emittenti nazionali che non applicano contratti giornalistici (vedi Porta a Porta). In Commissione Vigilanza e contributi ho sostenuto la necessità di confrontare elenchi dell'Ordine con quelli dell'Inpgi per individuare gli "evasori di contributi" in uffici stampa & c. Ho chiesto in consiglio nazionale al presidente Camporese che cosa avrebbe deciso in caso di rinvio a giudizio per l'inchiesta Sopaf, e se, nel caso di rinvio a giudizio, si sarebbe decisa la costituzione di parte civile, l'ho invitato a rientrare in Rai di modo che fosse l'azienda a versare i contributi all'Inpgi e non viceversa (quesiti spiacevoli, ma d'obbligo e senza mai venire meno al garantismo verso il collega Andrea). Ho fatto il mio (scomodo) dovere?
IL VOTO, DAL 22 AL 28 FEBBRAIO
Ogni giornalista pensionato ha diritto a un massimo di 7 preferenze, io consiglio di scegliere candidati di cui, personalmente, si conoscono idee, onestà e coerenza. Rispetto alla situazione determinatasi in questa tornata Inpgi, indico i colleghi segnalati dal movimento di Riforma Inpgi che, per iniziativa di Salvatore Rotondo, si è battuto contro scelte sbagliate da parte della maggioranza del cda, e sono: Mario Antolini (Lazio), Romano Bartoloni (Lazio), Luciano Borghesan (Piemonte), Paola Cascella (Emilia Romagna), Stefania Giacomini (Lazio), Giancarlo Minicucci (Puglia), Marco Nese (Lazio) e Alessandra Spitz (Lazio). A questI ne aggiungo uno lombardo: Massimo Alberizzi, Scegli 7 preferenze tra i nove. Per quanto riguarda i sindaci io voterò Pierluigi Roesler Franz e Franco Abruzzo.
Grazie per l'attenzione!
Luciano Borghesan, 64 anni, giornalista dal 1973 (TeleTorino, Radio Europa 3, Stampasera, La Stampa), in prepensionamento dal 2011. Socio onorario dell'Associazione italiana delle Vittime del terrorismo. Vicepresidente del Circolo della Stampa-Sporting di Torino.
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ORLANDO PERERA
(Candidato N. 26 al Consiglio nazionale INPGI – Pensionati)
SALVARE L’INPGI PER SALVARE L’INDIPENDENZA DEI GIORNALISTI
E’ arrivata la resa dei conti dopo i quattro anni più difficili nei novanta di storia dell’INPGI. Ci siamo trovati tutti, pensionati e attivi, di fronte all’inaudita realtà di una voragine aperta nei conti dell’Istituto, che ne mette a rischio la stessa sopravvivenza.
Non c’è dubbio che il settore dell’editoria tra il 2012 e il 2016 abbia vissuto un periodo di straordinaria difficoltà con la perdita di almeno tremila posti di lavoro, e conseguente forte caduta delle entrate contributive. Non c’è dubbio che queste difficoltà siano nettamente più gravi di quelle già pesanti che hanno colpito altri settori della nostra economia. Ma la maggioranza che ha in questi anni governato l’INPGI non ha fatto nulla per opporsi a questo stato di cose, ha lasciato che imprudenti accordi con editori e sindacato scaricassero sulle casse dell’Istituto i costi di tutte le crisi – reali o simulate – che hanno colpito le aziende editoriali, senza alcuna verifica di compatibilità. Ugualmente nulla è stato fatto per l’allargamento della base imponibile, facendo rientrare all’INPGI contributi versati attualmente ad altri enti da chi svolge attività tipicamente giornalistica, a partire dai colleghi degli uffici stampa. Diciamola tutta: non è stato fatto nulla di nulla su tutti fronti…
Uno stato di cose al quale si oppone il gruppo elettorale INPGI Futuro cui ho deciso di aderire, rimettendomi in gioco in un momento così difficile, e offrendo alla fiducia dei colleghi l’esperienza che mi viene da decenni di professione, prima nei giornali, poi per trentasette anni alla RAI.
L’INPGI ha un patrimonio ancora solido, si può e si deve salvare, contro il fatalismo o la complicità di chi ritiene inevitabile la confluenza nell’INPS, realizzando così uno storico disegno di certo mondo politico e sindacale. L’autonomia previdenziale non significa perpetuare privilegi oggigiorno tutti da verificare, ma semmai difendere democraticamente uno dei pilastri che tutelano l’indipendenza dell’informazione nel nostro paese, cioè del principio costituzionale della libertà di stampa.
Ecco alcuni dei punti principali del nostro programma per i quali intendo battermi:
1) AUTONOMIA DELL' INPGI DALLE PARTI SOCIALI
Fine del consociativismo con Fieg e Fnsi che ha devastato i conti INPGI scaricando sull'istituto tutti i costi della crisi. Chiederemo una modifica dello statuto che escluda le parti sociali dalla gestione dell'ente e punti a una dirigenza autonoma, di alto profilo professionale. D'ora in avanti, qualunque decisione assunta dalle parti sociali che riguarda l'INPGI non potrà trovare applicazione se non sarà stata approvata anche dagli organi dirigenti dell'ente e non godrà di una copertura finanziaria certa.
2) ALLARGARE LA BASE CONTRIBUTIVA, INCENTIVARE L’OCCUPAZIONE STABILE
È necessario avviare un dialogo con Governo e Parlamento per una profonda revisione della normativa sull'editoria e della Legge 416, a cominciare dall'aumento dell'età per i prepensionamenti. Inoltre, dovrà essere avviata una rigorosa campagna di allargamento della base contributiva su diversi fronti. In collaborazione con l'Ordine dei Giornalisti, non soltanto dovranno essere riportate nell'alveo dell'INPGI tutte quelle figure (si veda il contenzioso con la Rai o il caso degli atleti-commentatori sportivi) che nei fatti svolgono lavoro giornalistico. Ma verranno anche attuate una serie misure di contrasto dell'evasione: è il caso dei 15.823 addetti degli uffici stampa (fonte Prima Comunicazione), per molti dei quali non c'è versamento di contributi all'Inpgi e neanche contratto da professionista.
3) LOTTA AGLI ABUSI E ALLO SFRUTTAMENTO
Inasprimento delle sanzioni in materia di omissioni ed evasioni contributive, per quei datori di lavoro che dovessero mantenere in servizio con compiti di desk o responsabilità di settori informativi giornalisti pensionati già dipendenti o lavoratori in nero. Anche il giornalista in quiescenza che presta la propria opera in redazione dovrà essere sanzionato dall'INPGI per comportamento abusivo e sleale. Chiediamo anche una proroga della legge sull'equo compenso, ora in scadenza, con controlli accurati su pagamenti dignitosi dei collaboratori. Prevediamo infine l’incremento della attività di recupero degli oneri previdenziali dovuti ai lavoratori con prescrizione di 5 anni.
3) REVISIONE DELLA SPESA E RIDUZIONE DEGLI EMOLUMENTI
Avvio di una vera revisione di spesa all'interno dell'Istituto con lo snellimento