News

21/09/2016

De Vito, Unione Pensionati: "Caro Inpgi, no prelievo"

L'intervento sulla bozza di riforma presentata

Tanto per ribadire. Ero (eravamo , qui in Piemonte) contrari al prelievo un anno fa, lo sono (siamo, suppongo a naso) anche adesso che, passando sopra alla bocciatura dei ministeri e ai motivi di illegittimità rilevati, l' Inpgi targato Macelloni, come fece Camporese,  nell'ambito della più severa riforma 2016 appena inviata alle parti sociali, ha inserito anche un contributo di solidarietà per i pensionati, per tre anni, pochi o tanti euro che siano per i colleghi over 57 mila di trattamento lordo.  

Non è l'importo, il problema. Pochi euro, si dice. Superando anche quanto affermato in sede Ungp dal neo vice presidente Inpgi, non molti giorni fa, a luglio: "Non ci sarà alcun prelievo". Perché avventurarsi in promesse che non si sarebbero potute mantenere, allora, due mesi fa? Si può cambiare idea, certo, ma non si può non rilevare l'incongruenza. Non si parlano la titolare e il vice? E il Cda era di quella idea e poi ha mutato orientamento, come fa spesso la Cassazione? La nostra Cassazione previdenziale, stretta fra occhiuti ministeri e la triste realtà dei numeri, sembra in bilico fra necessita' e confusione. L'ipotesi di un contributo di solidarietà per fasce di importo e percentuali crescenti, recita:

.... in considerazione della eccezionale situazione di crisi del settore dell'editoria, si propone l'introduzione di un contributo di solidarietà sui trattamenti pensionistici -diretti e superstiti- erogati dall'Istituto, ispirato ai principi di eccezionalità , temporaneita' e ragionevolezza.

Il contributo, triennale (2017-2019) e calcolato solo sulla pensione Inpgi.....

Cinque milioni all'anno, per tre anni. Totale QUIDICI milioni.

Questo gruzzolo risolverà i problemi dell'Inpgi, insieme alle altre misure decise adesso e alla vendita di immobili in corso?  Bruscolini quei quindici milioni, a ben vedere, per l'Inpgi,  per l'attuario, per i colleghi , attivi e pensionati. L'Istituto bisogna salvarlo, certo. E speriamo che la riforma , facendo perno sugli " ulteriori interventi, tesi ad assicurare la sostenibilità della gestione previdenziale" ( cito dalla lettera della presidente a FNSI e FIEG, in data 14 settembre 2016) possa farlo uscire dalle secche e dall'incertezza, e forse si poteva osare di più.

Ma bisogna spiegare se il Cda questa decisione in merito all'obolo dei pensionati, la può prendere, o no. Se per legge non si può fare, non si puo'. E pace. Spiegate ai pensionati che , in ragione della crisi, eccetera eccetera , accanto agli interventi strutturali c'è necessita' anche della solidarietà aggiuntiva dei pensionati . Che però hanno già dato e molto (trenta milioni di mancata perequazione incamerati proprio dall'Inpgi, negli ultimi anni).

Spiegate che è nella potesta' dell'Inpgi riscuotere un contributo di solidarietà. Ma , in caso affermativo, a me sembra che si dovrebbe abbassare quel limite dei 57 mila euro un po' piu' in giù. E magari chiedere a tutti i pensionati un po' di più ( qui rischio l'impopolarità, ma sia chiaro, non è  un suggerimento). Se per raddrizzare le finanze e le sorti dell'Inpgi, occorre la solidarietà dei pensionati, beh facciamolo meglio questo patto con i pensionati, che non si sono mai tirati indietro , in tutta la loro lunga vita da giornalisti attivi e , sempre, anche dopo. Studiamo il da farsi con l' Ungp. Non si accettano lezioni da nessuno, e non va bene neppure il bla-bla dello scontro intergenerazionale (già le sento le voci). Lo dico da ex amministratore dell'Inpgi che ha contribuito a salvarlo almeno tre o quattro volte con impegno diretto, dal 1990 all'altro ieri. Insieme agli altri, certo, non divisi in correnti e scuole di pensiero opposto, come oggi. Non un bello spettacolo.
La difesa dell'Inpgi e' prioritaria, per i pensionati di oggi è per quelli di domani. Sapendo che se non aumenta l'occupazione e non si darà vita a nuove regole per il mondo dell'informazione, non si andrà molto lontano. Auguri a chi deve decidere, in tutte le sedi. Ma - ribadisco- no a provvedimenti che sanno di cure palliative e di pillole placebo per far digerire la durezza , necessaria, degli "ulteriori interventi" alla platea dei colleghi sempre più in difficoltà nelle redazioni e fuori delle redazioni (sempre più fuori e in balia di editori e di concentrazioni vere e fasulle). Mala tempora currunt, recita il latinetto sempre valido, e attuale, nell'Italietta in ambasce.  Appunto. Perciò e' un imperativo  affrontare il futuro con serietà. Tutti uniti. Aspettando tempi migliori. Avevo scritto, non molto tempo fa, "Non ci riprovate". Parole al vento . Ci risiamo a fare la guerra? Spero vivamente di no. Ai posteri l'ardua sentenza.

Antonio De Vito
Presidente Ungp Piemonte

Qui la bozza di riforma dell'Inpgi

Condividi:

C.F. 80089510012 - Copyrights © 2016.
Registrazione Tribunale di Torino n.1913 del 31/1/1968 Iscritto registro Sicid n. 11095/16 V.G. N. 49/2016 Registro Stampa del 3/11/2016

  • Ordine dei Giornalisti del Piemonte.
  • FNSI.
  • Fondo giornalisti.
  • Ordine giornalisti Piemonte.
  • IMPGI.
  • CASAGIT Piemonte.
  • Centro Studi Pestelli.
  • Circolo della Stampa.
  • ungp.