I giornalisti pensionati del Piemonte sono molto preoccupati e allarmati per la situazione dell'Inpgi e, naturalmente, per le loro pensioni. Hanno ribadito i loro timori, derivanti dall'incertezza che avvolge il presente e il futuro dell'Istituto di previdenza, discutendone nella consueta riunione mensile del Direttivo del Gruppo, allargato alla presenza di tutti gli iscritti, convocata per il 6 febbraio nella sede torinese dell'Associazione Stampa subalpina, a Palazzo Ceriana Mayneri.
Una domanda su tutte, nel dibattito: perché i ministeri vigilanti non hanno ancora deciso nulla sulla riforma Inpgi del 28 settembre dell'anno scorso? E perché non c'è ancora oggi risposta alla proposta in pari data del Cda sul cosiddetto contributo di solidarietà richiesto ai pensionati, ovvero - come abbiamo più volte scritto e detto opponendoci alla delibera - l'illegittimo "prelievo forzoso " che porterebbe solo un minimo sollievo alle sofferenze di bilancio dell'Inpgi?
Il governo non risponde, fomentando voci sui pericoli di default dell'Ente, sul passaggio delle pensioni dei giornalisti all'Inps, con nefaste conseguenze per il welfare specifico di categoria.
Dall'assemblea torinese è emersa l'insoddisfazione per le mancate risposte dei ministeri, che acuiscono i problemi di bilancio, ma anche per il silenzio degli amministratori Inpgi e delle parti sociali Fnsi e Fieg. Soprattutto il sindacato, è stata la richiesta unanime degli intervenuti, prenda una posizione chiara sulla crisi dell'Inpgi, per mettere in campo ogni opportuna iniziativa per la difesa dell'Istituto di previdenza e della sua autonomia, a garanzia di tutti i giornalisti italiani e a presidio della libertà di stampa, pilastro della informazione e della democrazia nel nostro Paese.
Antonio De Vito
Presidente Ungp Piemonte