Care colleghe e cari colleghi,
poche parole per augurarvi una buona estate, iniziando con una nota di ottimismo che ci arriva dalla Casagit, dove la conferma di Daniele Cerrato alla presidenza è di certo una buona notizia. Lo è non tanto e non solo perché Daniele è un iscritto alla nostra associazione, ma soprattutto per come ha saputo gestire la cassa sanitaria in anni difficili. Un ente che è riuscito a mantenere i conti in ordine, nonostante la crisi che ha colpito il settore e che, prima di altri, ha aperto le porte ai lavoratori autonomi con proposte sostenibili.
Ma c’è un’altra ragione per la quale credo che l’elezione di Daniele sia un fatto positivo, vale a dire la volontà dichiarata, fin dalla campagna elettorale, di mantenere saldo il rapporto con gli altri organismi di categoria, respingendo ogni spinta alla divisione.
Chi mi conosce sa quanto consideri utile il dibattito e quanto ritenga preziose tutte le opinioni, in particolar modo quelle che divergono dalle mie.
C’è, tuttavia, un elemento sul quale vorrei invitarvi alla riflessione. Ho colto, infatti, negli argomenti che vengono utilizzati da alcuni colleghi nella loro legittima polemica politica, una spinta pericolosa alla divisione tra gli enti di categoria. Un’idea secondo la quale Inpgi, Casagit, Ordine, Sindacato e Fondo complementare potrebbero e, anzi, dovrebbero marciare l'uno separato dall’altro.
Ferma restando l’autonomia di ciascun organismo, credo invece sia importante sapere che il nostro sistema di categoria può resistere solo se ha la capacità di perseguire con il massimo dell'unità possibile i medesimi obiettivi, seppur in ambiti differenti. La divisione, in un mondo già duramente colpito dalla crisi, avrebbe come unico effetto la dispersione e la totale cancellazione di quelle garanzie conquistate in oltre un secolo di battaglie e che sono un presidio fondamentale dello stesso sistema democratico.
Se il Piemonte viene spesso indicato a livello nazionale come un piccolo esempio è proprio perché ha saputo praticare quest'idea di unità senza limitare in nulla la vivacità del dibattito.
Grazie alla collaborazione tra Ordine, Sindacato, Circolo della Stampa e fiduciari Inpgi e Casagit, siamo riusciti in questi anni a migliorare la qualità dei servizi ai colleghi, a ottenere ottimi risultati nella partecipazione ai corsi di formazione e in ultimo a rilanciare la nostra immagine, grazie alle attività culturali promosse dal Circolo a Palazzo Ceriana.
Un piccolo modello che crediamo si debba provare ad esportare a livello nazionale.
Tutto questo, naturalmente, non risolve i problemi generati dalla crisi, né restituisce il posto di lavoro a chi lo ha perso.
Se però il sindacato è riuscito a estendere la tutela legale, se ha potuto sperimentarsi nella progettazione europea dalla quale potrebbero scaturire anche nuove opportunità lavorative e se, soprattutto, ha potuto dare risposta a tutte le persone che hanno bussato alla sua porta, è perché in Piemonte si è saputa mettere in pratica questa unità d’intenti.
A ottobre si voterà per il rinnovo dei consigli nazionali e regionali dell’Ordine: l’auspicio che mi sento di fare fin da ora è che, pur nella differenza delle posizioni, la nostra categoria sappia ritrovare un minimo comune denominatore sul terreno dell’unità.
In gioco non vi è il nome del futuro presidente dell’Ordine, ma la sopravvivenza dell’autonomia della professione.
Ne riparleremo a partire da settembre, ma se l’estate, per chi ha la possibilità di un piccolo periodo di riposo, è un momento di riflessione, ho voluto fornirvi qualche suggerimento, sperando possa essere utile a tutti.
Buona estate a tutti.
Stefano Tallia
Segretario Associazione Stampa Subalpina