La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica:
“Due giornate di sciopero generale dei giornalisti per realizzare altrettanti giorni di black out nei settori dell’informazione quotidiana nei primi giorni di novembre sono state decise oggi dalla Giunta della Federazione Nazionale della Stampa riunita insieme ai rappresentanti delle Associazioni regionali di stampa ed alle commissioni contratto Fieg, Aeranti-Corallo e Aran. Le date delle due giornate del silenzio saranno comunicate dalla Giunta Esecutiva convocata per il pomeriggio del 26 ottobre. Lo sciopero coinvolgerà i giornalisti dei quotidiani, compresi quelli distribuiti gratuitamente, delle agenzie di stampa, dell’on line, dell’emittenza radiotelevisiva pubblica e privata, nazionale e locale, analogica e digitale, degli uffici stampa.
Le modalità di sciopero del settore dei periodici saranno indicate all’ultimo momento dalla Giunta della Federazione della stampa su suggerimento del coordinamento nazionale dei comitati di redazione del settore.
La Fnsi ha anche deciso di organizzare una manifestazione nazionale insieme alle associazioni, ai movimenti e ai sindacati del mondo della cultura colpito da drastici e immotivati tagli dei contributi pubblici, così come la legge finanziaria taglia in maniera consistente le agevolazioni e le provvidenze previste soprattutto per i giornali in cooperativa, di idee e di movimento. Decisioni che, se confermate, ridurrebbero in maniera consistente il pluralismo culturale e informativo aggravando una situazione già compromessa dalle leggi vigenti.
Il Sindacato dei giornalisti si vede costretto a proseguire le dure azioni di sciopero in relazione all’assenza di qualunque segnale di disponibilità alla ripresa del dialogo da parte delle imprese del settore. Gli editori della Fieg continuano a rifiutare qualunque ipotesi di accordo che consenta di approfondire i problemi relativi alla flessibilità nella gestione del mercato del lavoro sospendendo gli effetti della Legge 30 in un settore particolarmente delicato per gli stessi diritti dei cittadini. Le aziende continuano inoltre ad evitare qualunque confronto di tipo contrattuale che riconosca la dignità e condizioni decorose di vita e di lavoro a migliaia di freelance e di precari. La Fnsi ricorda di aver accettato, con grande senso di responsabilità e dopo un vivace dibattito al proprio interno, la proposta Fieg di una proroga di due anni della parte normativa del contratto, di un accordo economico significativo e della definizione di importanti aspetti previdenziali. Le uniche due condizioni poste dalla Fnsi, Legge 30 e precariato, sono state però respinte dagli editori nonostante una iniziale disponibilità. L’ipotesi di un accordo biennale era stata formulata una volta constatata l’impossibilità di una seria trattativa sulle piattaforme rivendicative per il quadriennio 2005-2009 presentate dalla Fnsi e dalla Fieg.
La trattativa tra la Federazione della Stampa e l’organizzazione delle Emittenti locali Aeranti-Corallo è stata interrotta dopo che gli editori delle tv e delle radio hanno respinto la piattaforma presentata dal Sindacato che tende a migliorare le condizioni normative e retributive. In particolare la Fnsi richiede una significativa risposta all’esigenza di uniformare l’orario di lavoro dei giornalisti delle emittenti a quello di tutti gli altri colleghi.
Il Sindacato dei giornalisti rivendica da cinque anni l’apertura delle trattative per il primo contratto di lavoro per i giornalisti degli uffici stampa della pubblica amministrazione in applicazione della Legge 150/2000 che riconosce la professionalità giornalistica in questo settore. Il rifiuto dell’Agenzia per la contrattazione del pubblico impiego ARAN ad aprire formali negoziati viola la legge e offende la dignità di migliaia di colleghe e di colleghi.
La Fnsi si rammarica per i gravi disagi che è costretta a procurare ai cittadini a causa degli scioperi in corso, ma ribadisce la convinzione che solo un giornalismo rispettato e tutelato, oltre che adeguatamente formato, può garantire la qualità dell’informazione e quindi il diritto dei cittadini a conoscere la realtà”.
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica:
“Due giornate di sciopero generale dei giornalisti per realizzare altrettanti giorni di black out nei settori dell’informazione quotidiana nei primi giorni di novembre sono state decise oggi dalla Giunta della Federazione Nazionale della Stampa riunita insieme ai rappresentanti delle Associazioni regionali di stampa ed alle commissioni contratto Fieg, Aeranti-Corallo e Aran. Le date delle due giornate del silenzio saranno comunicate dalla Giunta Esecutiva convocata per il pomeriggio del 26 ottobre. Lo sciopero coinvolgerà i giornalisti dei quotidiani, compresi quelli distribuiti gratuitamente, delle agenzie di stampa, dell’on line, dell’emittenza radiotelevisiva pubblica e privata, nazionale e locale, analogica e digitale, degli uffici stampa.
Le modalità di sciopero del settore dei periodici saranno indicate all’ultimo momento dalla Giunta della Federazione della stampa su suggerimento del coordinamento nazionale dei comitati di redazione del settore.
La Fnsi ha anche deciso di organizzare una manifestazione nazionale insieme alle associazioni, ai movimenti e ai sindacati del mondo della cultura colpito da drastici e immotivati tagli dei contributi pubblici, così come la legge finanziaria taglia in maniera consistente le agevolazioni e le provvidenze previste soprattutto per i giornali in cooperativa, di idee e di movimento. Decisioni che, se confermate, ridurrebbero in maniera consistente il pluralismo culturale e informativo aggravando una situazione già compromessa dalle leggi vigenti.
Il Sindacato dei giornalisti si vede costretto a proseguire le dure azioni di sciopero in relazione all’assenza di qualunque segnale di disponibilità alla ripresa del dialogo da parte delle imprese del settore. Gli editori della Fieg continuano a rifiutare qualunque ipotesi di accordo che consenta di approfondire i problemi relativi alla flessibilità nella gestione del mercato del lavoro sospendendo gli effetti della Legge 30 in un settore particolarmente delicato per gli stessi diritti dei cittadini. Le aziende continuano inoltre ad evitare qualunque confronto di tipo contrattuale che riconosca la dignità e condizioni decorose di vita e di lavoro a migliaia di freelance e di precari. La Fnsi ricorda di aver accettato, con grande senso di responsabilità e dopo un vivace dibattito al proprio interno, la proposta Fieg di una proroga di due anni della parte normativa del contratto, di un accordo economico significativo e della definizione di importanti aspetti previdenziali. Le uniche due condizioni poste dalla Fnsi, Legge 30 e precariato, sono state però respinte dagli editori nonostante una iniziale disponibilità. L’ipotesi di un accordo biennale era stata formulata una volta constatata l’impossibilità di una seria trattativa sulle piattaforme rivendicative per il quadriennio 2005-2009 presentate dalla Fnsi e dalla Fieg.
La trattativa tra la Federazione della Stampa e l’organizzazione delle Emittenti locali Aeranti-Corallo è stata interrotta dopo che gli editori delle tv e delle radio hanno respinto la piattaforma presentata dal Sindacato che tende a migliorare le condizioni normative e retributive. In particolare la Fnsi richiede una significativa risposta all’esigenza di uniformare l’orario di lavoro dei giornalisti delle emittenti a quello di tutti gli altri colleghi.
Il Sindacato dei giornalisti rivendica da cinque anni l’apertura delle trattative per il primo contratto di lavoro per i giornalisti degli uffici stampa della pubblica amministrazione in applicazione della Legge 150/2000 che riconosce la professionalità giornalistica in questo settore. Il rifiuto dell’Agenzia per la contrattazione del pubblico impiego ARAN ad aprire formali negoziati viola la legge e offende la dignità di migliaia di colleghe e di colleghi.
La Fnsi si rammarica per i gravi disagi che è costretta a procurare ai cittadini a causa degli scioperi in corso, ma ribadisce la convinzione che solo un giornalismo rispettato e tutelato, oltre che adeguatamente formato, può garantire la qualità dell’informazione e quindi il diritto dei cittadini a conoscere la realtà”.
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica:
“Due giornate di sciopero generale dei giornalisti per realizzare altrettanti giorni di black out nei settori dell’informazione quotidiana nei primi giorni di novembre sono state decise oggi dalla Giunta della Federazione Nazionale della Stampa riunita insieme ai rappresentanti delle Associazioni regionali di stampa ed alle commissioni contratto Fieg, Aeranti-Corallo e Aran. Le date delle due giornate del silenzio saranno comunicate dalla Giunta Esecutiva convocata per il pomeriggio del 26 ottobre. Lo sciopero coinvolgerà i giornalisti dei quotidiani, compresi quelli distribuiti gratuitamente, delle agenzie di stampa, dell’on line, dell’emittenza radiotelevisiva pubblica e privata, nazionale e locale, analogica e digitale, degli uffici stampa.
Le modalità di sciopero del settore dei periodici saranno indicate all’ultimo momento dalla Giunta della Federazione della stampa su suggerimento del coordinamento nazionale dei comitati di redazione del settore.
La Fnsi ha anche deciso di organizzare una manifestazione nazionale insieme alle associazioni, ai movimenti e ai sindacati del mondo della cultura colpito da drastici e immotivati tagli dei contributi pubblici, così come la legge finanziaria taglia in maniera consistente le agevolazioni e le provvidenze previste soprattutto per i giornali in cooperativa, di idee e di movimento. Decisioni che, se confermate, ridurrebbero in maniera consistente il pluralismo culturale e informativo aggravando una situazione già compromessa dalle leggi vigenti.
Il Sindacato dei giornalisti si vede costretto a proseguire le dure azioni di sciopero in relazione all’assenza di qualunque segnale di disponibilità alla ripresa del dialogo da parte delle imprese del settore. Gli editori della Fieg continuano a rifiutare qualunque ipotesi di accordo che consenta di approfondire i problemi relativi alla flessibilità nella gestione del mercato del lavoro sospendendo gli effetti della Legge 30 in un settore particolarmente delicato per gli stessi diritti dei cittadini. Le aziende continuano inoltre ad evitare qualunque confronto di tipo contrattuale che riconosca la dignità e condizioni decorose di vita e di lavoro a migliaia di freelance e di precari. La Fnsi ricorda di aver accettato, con grande senso di responsabilità e dopo un vivace dibattito al proprio interno, la proposta Fieg di una proroga di due anni della parte normativa del contratto, di un accordo economico significativo e della definizione di importanti aspetti previdenziali. Le uniche due condizioni poste dalla Fnsi, Legge 30 e precariato, sono state però respinte dagli editori nonostante una iniziale disponibilità. L’ipotesi di un accordo biennale era stata formulata una volta constatata l’impossibilità di una seria trattativa sulle piattaforme rivendicative per il quadriennio 2005-2009 presentate dalla Fnsi e dalla Fieg.
La trattativa tra la Federazione della Stampa e l’organizzazione delle Emittenti locali Aeranti-Corallo è stata interrotta dopo che gli editori delle tv e delle radio hanno respinto la piattaforma presentata dal Sindacato che tende a migliorare le condizioni normative e retributive. In particolare la Fnsi richiede una significativa risposta all’esigenza di uniformare l’orario di lavoro dei giornalisti delle emittenti a quello di tutti gli altri colleghi.
Il Sindacato dei giornalisti rivendica da cinque anni l’apertura delle trattative per il primo contratto di lavoro per i giornalisti degli uffici stampa della pubblica amministrazione in applicazione della Legge 150/2000 che riconosce la professionalità giornalistica in questo settore. Il rifiuto dell’Agenzia per la contrattazione del pubblico impiego ARAN ad aprire formali negoziati viola la legge e offende la dignità di migliaia di colleghe e di colleghi.
La Fnsi si rammarica per i gravi disagi che è costretta a procurare ai cittadini a causa degli scioperi in corso, ma ribadisce la convinzione che solo un giornalismo rispettato e tutelato, oltre che adeguatamente formato, può garantire la qualità dell’informazione e quindi il diritto dei cittadini a conoscere la realtà”.