Ci ha lasciato oggi l'amica e collega Nadia Redoglia. Non diremo che ha vinto la malattia, non perché non sia così, ma perché Nadia non era proprio tipo su cui qualcuno o qualcosa potesse vincere. Sessantatrè anni, giornalista da sempre, pubblicista da quasi 15 anni, ha scritto per Verde Ambiente, per l'Unione Sarda, per MondoErre, per l'Eco del Chisone. Quest'anno per la prima volta non c'era col suo caschetto d'argento al corteo del Primo Maggio, dietro lo striscione della Subalpina. Ma non aveva fatto comunque mancare il consueto appoggio per promuovere il Premio Morrione. Combattiva, fortemente impegnata nelle battaglie civili e professionali, negli ultimi anni incisivi i suoi brevi editoriali per Articolo 21. Vogliamo ricordarla con le parole che lei stessa scrisse per la morte di Santo Della Volpe: "Pochi mestieri offrono condivisione, complicità, passione tenerezza. Il nostro ne fa parte. Se poi questo mestiere appartiene a Giornalisti come Santo, allora questo mestiere diventa il più bello del mondo… Smette addirittura d’esser lavoro per diventare un tutt’uno con chi quel mestiere lo esercita. (Nadia Redoglia)".
A Corrado, alla famiglia e agli amici di Nadia le nostre sincere condoglianze.