La «terza pagina» comparve per la prima volta su un quotidiano di Roma, «Il Giornale d'Italia», diretto da Alberto Bergamini, il 10 dicembre 1901, in occasione della prima della tragedia "Francesca da Rimini" di Gabriele D'Annunzio, con protagonista Eleonora Duse. Fino ad allora in terza pagina i giornali pubblicavano il romanzo di appendice e altre rubriche.
Fu Bergamini a renderla la pagina culturale, e per per questo è passato alla storia del giornalismo italiano: per l'invenzione della Terza pagina e per l'adozione, in essa, del carattere tipografico elzeviro.
Emiliano, classe 1871, giornalista, grandi doti organizzative, Bergamini fu il primo direttore ed amministratore de "Il Giornale d'Italia", il cui primo numero uscì il 16 novembre 1901.
Negli Anni Venti, nonostante un iniziale interesse per il fascismo, non tardò a notarne la carica sovversiva ed ebbe presto uno scontro personale con Benito Mussolini.
In un'aggressione mentre rientrava in casa, nel 1924, fu ferito da colpi di pugnale. Decise di lasciare Roma e si dimise da presidente dell'Associazione Nazionale della Stampa. Nel 1943 all'indomani della caduta del fascismo, fu richiamato alla direzione del Giornale d'Italia e fu eletto vicepresidente della ricostituita Federazione Nazionale della Stampa (FNSI). Ma dopo l'8 settembre fu arrestato dai tedeschi e condotto in prigione.
All'indomani della Liberazione di Roma, il 7 giugno 1944, fu rieletto presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana. E nel 1946 fu membro dell'Assemblea costituente, e poi senatore. Durante la campagna referendaria appoggiò la Monarchia. Dal 1956 al 1962 fu di nuovo presidente della Federazione Nazionale della Stampa, mostrando fino ai suoi ultimi anni un estremo attaccamento alla sua professione. Morì a Roma nel 1962.
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Giovedì 9 maggio, alle 21, al Circolo della Stampa, "Dalla terza pagina al web".
Per Salone OFF, a Palazzo Ceriana Mayneri, in corso Stati Uniti 27, a Torino, incontro con Giancarlo Tartaglia, direttore della Federazione nazionale della stampa (Fnsi), in occasione della pubblicazione di “Il giornale è il mio amore. Storia di Alberto Bergamini, inventore del giornalismo moderno”, edizioni All Round 2018.
Di vita e destino del giornalismo culturale parleranno Giancarlo Tartaglia, direttore della Fondazione Murialdi; Mauro Forno, storico dell'Università di Torino; Paolo Soddu, storico dell'Università di Torino; Stefano Tallia, segretario dell'Associazione Stampa Subalpina; e Alberto Sinigaglia, presidente dell'Ordine dei giornalisti del Piemonte.
Evento in collaborazione con Fondazione Murialdi, Ordine dei Giornalisti, Associazione Stampa Subalpina, Centro studi sul giornalismo "Gino Pestelli", Circolo della Stampa Sporting.
(2 crediti formativi per i giornalisti)
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Segnaliamo anche altri APPUNTAMENTI AL SALONE DEL LIBRO.
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