Gianpaolo Boetti se n'è andato nella notte. Lasciandoci tutti più poveri, privi dei suoi consigli e dei suoi insegnamenti, e al contempo più ricchi e grati, proprio perché li abbiamo potuti avere.
Era nato a Carcare, Savona, nel 1942 e avrebbe compiuto 83 anni a gennaio. Non ce l'ha fatta, vinto da una lunga malattia. Aveva interrotto gli studi in seconda liceo classico, per diventare presto correttore di bozze e poi praticante alla gloriosa Gazzetta del Popolo. Professionista dal 1970 nella redazione esteri, Boetti partecipa all'autogestione della Gazzetta e ne diventa redattore capo sotto la direzione di Michele Torre. Dopo la chiusura del giornale, nel 1984 passa a La Stampa, redazione cronache italiane. Col direttore Scardocchia diventa caposervizio, con Mieli vicecaporedattore, con Mauro redattore capo, incarico che manterrà fino alla direzione Sorgi e alla pensione, nel 2002.
Ma Boetti non va propriamente in quiescenza: collabora alla realizzazione di un progetto di avvicinamento al giornalismo nel liceo classico Alfieri di Torino; in occasione dei 160 anni dalla fondazione della Gazzetta del Popolo raccoglie le testimonianze di chi nel giornale ha lavorato e pubblica il volume "Gazzetta del Popolo - Le voci dentro"; si spende nell'impegno sindacale, e nelle istituzioni della categoria, due volte consigliere nazionale dell'Ordine e consigliere dell'Inpgi.
Chi ha incontrato Gianpaolo ha appreso qualcosa, qualcosa sul giornalismo, qualcosa sul senso della vita.
La Subalpina, i suoi dirigenti, tutte le colleghe e i colleghi, sinceramente addolorati, si stringono a Cristina e alla famiglia di Gianpaolo.
https://www.facebook.com/stampasubalpina/posts/pfbid0gH3Mukm5a8BEEkbkniCqXraxhmorkSqZ3ymecqw1CwhtU3pV7Q4BpxekCa54JAmgl