Lo sciopero dei giornalisti per il rinnovo contrattuale ha avuto alte adesioni. Lo comunica la Fnsi annunciando nel suo sito ufficiale che “nella tornata di scioperi dei giornalisti dei quotidiani, delle agenzie di stampa, del web, degli uffici stampa, che si è conclusa ieri, la partecipazione ha superato ancora una volta il 90% con punte di adesione totale in tantissime aziende grandi e piccole”.
Intanto la Giunta della Fnsi ha annunciato che tornerà a riunirsi con la Consulta delle Associazioni Regionali di Stampa giovedì 17 novembre per decidere le modalità delle nuove azioni sindacali “contro l’atteggiamento di netta chiusura degli editori della Fieg, delle aziende delle televisioni e radio locali (Aeranti-Corallo) e dell’Agenzia per il pubblico impiego Aran, nelle vertenze contrattuali, e contro i numerosi comportamenti antisindacali attuati per contrastare lo sciopero della categoria”.
“I giornalisti italiani – si legge nella nota della Fnsi - dimostrano di aver capito quale è la posta in gioco, e cioè l’indipendenza ed il ruolo della professione nel sistema della comunicazione. La Fnsi ribadisce di non aver mai ricercato lo scontro, anzi di aver valutato le proposte della Fieg tendenti a ricercare soluzioni anche temporanee. La Fnsi deve fare i conti, però, con la posizione della Fieg che continua a respingere elementari garanzie contrattuali per freelance e collaboratori e per la gestione delle flessibilità del mercato del lavoro.
Purtroppo, la Fnsi ha dovuto constatare un nuovo grave accanimento di molte aziende e della stessa Fieg nel tentativo di contrastare la riuscita dello sciopero e di consentire la pubblicazione di giornali e notiziari. Ciò utilizzando giornalisti con contratto a termine, collaboratori e stagisti, facilmente ricattabili, per produrre giornali incompleti e di modesta qualità mentre le redazioni erano a larghissima maggioranza in sciopero. Gli uffici legali della Federazione e delle Associazioni Regionali di Stampa stanno valutando i comportamenti antisindacali di alcune aziende, sia per quanto attiene i cambiamenti dell’organizzazione del lavoro e l’utilizzo di colleghi precari sia per quanto riguarda il mutamento dei regimi dei riposi settimanali e delle ferie.”