Il 22 dicembre il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto con cui viene resa obbligatoria la laurea come titolo di studio per coloro che vogliono affrontare l’attività giornalistica in forma professionale. Da molti anni il Consiglio nazionale dell’Ordine aveva lavorato per migliorare – proprio attraverso un percorso formativo più alto – la qualità della preparazione dei propri iscritti. La strada prescelta era stata quella dell’abbinamento fra il praticantato e gli studi universitari. In sostanza, la riforma prevede che dopo i tre anni della laurea obbligatoria, il praticante svolga il tirocinio attraverso un biennio (laurea specialistica, master o altra struttura autorizzata convenzionate con l'Ordine nazionale dei giornalisti) teorico-pratico, al termine del quale viene ammesso a sostenere l’esame di stato. Anche questo subirà una modifica profonda, perché verrà effettuato davanti a commissioni più ristrette, sempre guidate da magistrati, ma nelle quali accanto ai giornalisti verranno chiamati professori universitari, oltre a un esperto indicato dalla Federazione degli editori.
Questa la dichiarazione rilasciata dal presidente dell‘Ordine, Lorenzo Del Boca: “Con soddisfazione prendiamo atto che il Consiglio dei Ministri, approvando una serie di disposizioni per il riordino delle professioni, ha accolto le nostre proposte per rendere il lavoro dei giornalisti più moderno, più efficiente e culturalmente più attrezzato per rispondere alle responsabilità che gli competono. Un ringraziamento per il ministro Letizia Moratti e – doverosamente – per il sottosegretario Maria Grazia Siliquini che ha seguito l’iter e le procedure che hanno consentito un risultato per noi positivo.
Prima di entrare in vigore, la legge deve passare al vaglio del Consiglio di Stato ma ci auguriamo che si tratti soltanto di un passaggio burocratico. Quando le disposizioni diventeranno operative, i giornalisti dovranno formarsi all’università con un percorso di studi accademici che prevedono il conseguimento di una laurea di primo livello, seguito da un master biennale destinato a coniugare preparazione teorica e tirocinio pratico. Come avviene per gli avvocati a giurisprudenza o gli ingegneri al politecnico… L’esame di stato sarà poi l’ultimo atto per l’abilitazione professionale.
Sono tante le accuse che vengono rivolte ai giornalisti – a volte ingiustificabili e altre volte immotivate – ma di una non vogliamo assumerci la responsabilità: quella di rifiutare di andare a scuola, per studiare e per saperne di più”.