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29/05/2006

Congresso: ordini del giorno e mozioni

I delegati si sono espressi all'unanimità su emittenza privata, dumping professionale, stagisti-praticanti, uffici stampa, riorganizzazione del lavoro nelle redazioni, nelle segreterie provinciali

Nel pomeriggio di sabato 27 maggio i 69 delegati riuniti per il terzo Congresso dell'Associazione Stampa Subalpina hanno esaminato 6 tra mozioni e ordini del giorno.
Questi i testi integrali.

Ordine del giorno su Emittenza radio-tv, primo firmatario: Sandro Devecchi.
Il Congresso dell’Associazione Stampa Subalpina denuncia la situazione insostenibile di grossa parte dell’emittenza radiotelevisiva locale che, nonostante il recente rinnovo del contratto nazionale AerAntiCorallo, continua ad ignorare l’applicazione delle più elementari regole di tutela dei giornalisti occupati; esprime la sua solidarietà a tre colleghi di AltaItalia Tv, già inquadrati da anni con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa, che si sono visti interrompere il rapporto di lavoro con la motivazione di porre in atto un “restyling” dell’azienda, con l’ingresso – recita testualmente la lettera di licenziamento – di “nuove figure professionali in linea con la rinnovata immagine dell’emittente”; ritiene il gesto di tale emittente ingiustificato, ma soprattutto ingiusto, motivato con argomentazioni che appaiono alquanto ambigue e strumentali, in contrasto con i principi deontologici della professione giornalistica e con il diritto all’informazione e al lavoro; impegna i nuovi organi direttivi dell’Associazione a vigilare con particolare attenzione sulla politica aziendale di AltaItalia Tv e, più in generale, sulla gestione dei rapporti di lavoro giornalistico nell’ambito dell’emittenza privata; invita il nuovo Collegio dei Probiviri ad esaminare quanto avvenuto ad AltaItalia Tv, per accertare se siano stati messi in atto comportamenti antisindacali da parte di alcuni colleghi nei confronti di altri colleghi; chiede che l’Associazione Stampa Subalpina segnali al Corecom, Comitato regionale per le comunicazioni, la situazione di sofferenza occupazionale che ancora molti giornalisti in Piemonte patiscono nel settore dell’emittenza privata, evidenziando che la migliore garanzia per le comunicazioni è quella di un’informazione radiotelevisiva svolta da giornalisti regolarmente contrattualizzati.
Approvato dal Congresso all’unanimità.

Mozione su Dumping professionale, primo firmatario: Riccardo Alberto.
Il Congresso dell’Associazione Stampa Subalpina [- considerata la grave situazione di “dumping professionale” che si viene a creare nelle piccole e grandi redazioni della Regione - avvertita la necessità di porre rimedio al tentativo degli editori di continuare questo “gioco al ribasso” puntando su abusivismo, parasubordinazione e utilizzo distorto degli stagisti – verificato che spesso l’azione di vigilanza all’interno delle redazioni da parte dei Cdr e dei fiduciari viene meno] impegna l’Esecutivo a promuovere una forte azione per la tutela della professione sia a livello economico che normativo, utilizzando gli strumenti di legge (enti ispettivi, ecc.), stimolando Cdr e fiduciari a svolgere funzioni sindacali di base all’interno delle redazioni. Impegna inoltre l’Esecutivo a ricompattare la categoria coinvolgendo tutti i colleghi (anche non iscritti) per tornare a difendere i diritti di tutti in termini di peso della categoria.
Approvata dal Congresso all’unanimità.

Ordine del giorno su Uso improprio di stagisti-praticanti, prima firmataria: Vera Schiavazzi.
I recenti pronunciamenti del Cdr del Corriere della Sera e di altre rappresentanza sindacali in merito agli stege estivi di allievi praticanti delle scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine nazionale hanno portato all’attenzione di tutti una polemica che durava da tempo.
Si tratta di una questione nodale, che contiene al suo interno la visione che abbiamo sul futuro della nostra professione e che non può essere per ciò sottaciuta o sottovalutata. Sono in gioco tre diversi problemi: 1) la necessità di proseguire il confronto e l’impegno comune sul fronte della formazione e dell’accesso alla professione, nonché sulla qualità stessa del giornalismo e del sistema informativo italiano. Se infatti l’Ordine ha imboccato con decisione la strada di una formazione di tipo universitario, che tenga insieme un livello culturale e deontologico adeguato a un’altrettanto significativa pratica sul campo, nell’insieme della categoria permangono ancora diffidenze e difetti di informazione sulle sedici scuole attive oggi in Italia; 2) la crescente precarizzazione della nostra professione, analogamente a ciò che accade in altri settori, e il parallelo inasprirsi delle relazioni sindacali, ha portato con sé una crescita drammatica dei disoccupati e dei sottoccupati; 3) le aziende editoriali tendono in troppi casi a sfruttare impropriamente qualunque forma di lavoro gratuito o sottopagato, evitando così sostituzioni, nuove assunzioni o regolarizzazioni contrattuali.
Occorre evitare che questa situazione complessa si trasformi in una battaglia generazionale o tra gruppi diversi di colleghi tutta interna alla nostra categoria e proprio per ciò fratricida e priva di prospettive. I giornalisti devono fare tesoro dell’esperienza negativa di altre categorie e di altri sindacati che sempre meno riescono a rappresentare garantiti e non garantiti, vecchi e giovani.
Ordine e sindacato devono invece lavorare insieme, a livello nazionale e regionale, per sorvegliare sulla correttezza delle aziende nel rispetto del contratto e delle regole deontologiche, tenendo al centro del proprio impegno quei criteri di autonomia e di libertà del giornalista che non possono conciliarsi con lo sfruttamento, la soggezione e la precarietà.
L’uso improprio degli stagisti-praticanti, così come dei collaboratori o di qualsiasi collega o aspirante tale va combattuto con fermezza, ricordando alle aziende o alle redazioni che in nessun caso la presenza di giovani che si stanno formando può sostituire quella di professionisti in ferie, in malattia o usciti per pensionamento. Al tempo stesso non può esservi ipocrisia sull’obiettivo degli stage, che è quello di vivere il più da vicino possibile esperienze professionali, misurandosi quotidianamente con le prove e le difficoltà che dovranno più tardi essere affrontate come professionisti. Tocca a ciascun comitato di redazione e a ciascun collega vigilare su questi due criteri guida. Occorre inoltre fare chiarezza, come ha già fatto l’Ordine nazionale, sui differenti tipi di stage: la presenza di praticanti delle scuole non può essere confusa con quella di altre persone, si tratti di iscritti all’Albo che hanno già effettuato una parte del loro addestramento, sono coperti da assicurazione a carico delle scuole e una volta ultimato lo stage torneranno ai rispettivi istituti di formazione, vanno invece eliminati gli stage di chi (studenti o neo laureati) non ha ancora iniziato un percorso formativo orientato al giornalismo.
Soltanto una forte guida congiunta, nel rispetto delle reciproche autonomie e funzioni, del sindacato e dell’Ordine, può consentire una positiva gestione di questa crisi, verso la tutela dei diritti e delle libertà di tutti i colleghi: redattori e disoccupati, studenti e precari, vecchi e giovani, donne e uomini. Tutti giornalisti che hanno scelto, o che non hanno potuto scegliere, tra percorsi diversi per entrare nella professione.
Il Congresso impegna quindi i prossimi Direttivo ed Esecutivo a rappresentare in ogni sede, locale e nazionale, questi principi, e a sorvegliare sulla situazione piemontese, e invita l’Ordine regionale a fare altrettanto.
Approvato dal Congresso all’unanimità.

Ordine del giorno su Riorganizzazione del lavoro, prima firmataria: Vera Schiavazzi.
Le delegate e i delegati del Congresso esprimono il loro auspicio in favore di forme innovative di organizzazione del lavoro e di orario nelle grandi come nelle piccole redazioni. In particolare, tale auspicio va in direzione di una maggiore flessibilità d’orario, che veda l’applicazione – anche in via sperimentale – di forme part-time verticale o di altre tipologie di orario ridotto concordare secondo le esigenze aziendali, redazionali e sindacali.
E’ infatti urgente e prioritario che il sindacato assuma tra i suoi obiettivi due elementi fino ad ora scarsamente presenti nel dibattito e nelle rivendicazioni: 1) l’esigenza di una maggiore conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare, che da un lato contribuisca ad attenuare le discriminazioni di accesso e di carriera nei confronti delle donne e più in generale di tutti quei giornalisti che hanno carichi familiari, di cura o esigenze formative o personali; 2) l’esigenza di un maggior contatto tra la categoria e la realtà quotidiana, un contatto che troppo spesso rischia di venir meno anche a causa di orari e modalità lavorative (chiusure serali tardive; lavoro domenicale imposto o generalizzato) che non trovano più, salvo casi particolari, giustificazione negli attuali processi produttivi del settore informativo.
Il Congresso impegna quindi il sindacato piemontese dei giornalisti, e invita quello nazionale e gli altri organismi della categoria, ad affrontare questo problema, operando in ogni sede possibile per facilitare la concreta applicazione di clausole sindacali già esistenti, per inserirne di nuove e per affermare questi principi in ogni sede aziendale e regionale.
Approvato dal Congresso all’uananimità.

Mozione su Introduzione di un regolamento per le segreterie provinciali, primo firmatario: Gianni Firera.
Con la presente mozione si chiede che il futuro Consiglio Direttivo prenda in esame l’idea di sviluppare e di emanare un regolamento, in tempi brevi, possibilmente univoco e generale per tutte le Province, indirizzato a regolare le funzioni primarie delle Segreterie provinciali, e che ne garantisca la collegialità, l’operatività e la visibilità.
Mozione ritirata dopo l’impegno, preso dal Congresso, ad invitare Direttivo e fiduciari a raccomandare le Segreterie provinciali per lo svolgimento di un’azione uniforme.

Mozione su Uffici stampa, primo firmatario: Antonino Calandra.
In considerazione del fatto che, da sei anni non si riescono a superare le varie difficoltà che impediscono l’applicazione della legge 150/2000 sugli Uffici stampa. Ci sono problemi sia a livello nazionale che regionale. Il segretario e l’Esecutivo della Subalpina, da oltre nove mesi, hanno chiesto alla Giunta regionale un incontro per affrontare le varie problematiche che esistono nella realtà piemontese, sia dell’informazione nel suo complesso, sia per l’applicazione della legge 150/2000. Con la presente mozione s’intende sensibilizzare il Congresso e i futuri organismi ad intraprendere le iniziative necessarie affinché si creino le condizioni per sbloccare la situazione esistente e poter ottenere corrette relazioni sindacali.
Approvata dal Congresso all’unanimità.

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