Il Consiglio d'amministrazione dell'Inpgi venerdì scorso, 23 giugno, ha mantenuto fede all'impegno di favorire ulteriormente il riassorbimento dei colleghi disoccupati o in cassaintegrazione. E' stata infatti approvata una delibera con la quale l'Ente si farà carico della contribuzione dovuta dall'azienda (20,28% della retribuzione) qualora l'editore assuma, con un contratto a termine di un anno, un giornalista iscritto nelle liste di disoccupazione e cigs, tenute a cura della Fnsi e della Fieg.
Inoltre il beneficio contributivo sarà assicurato per altri 12 mesi, qualora l'azienda trasformi successivamente l'originario contratto a termine di un anno, in un rapporto stabile, a tempo indeterminato.
Il numero massimo di assunzioni di disoccupati che ogni editore potrà stipulare con lo "sconto" contributivo, sarà pari al 10% dei giornalisti professionisti, praticanti e pubblicisti che facciano già parte, in modo stabile, dell'azienda.
Ulteriori agevolazioni sono previste per quegli editori che promuoveranno nuove iniziative editoriali. In questi casi le aziende - oltre a poter fruire di assunzioni a termine agevolate entro il limite del 10% del corpo redazionale che fruisca di un contratto di lavoro stabile - avranno la possibilità di accedere ad ulteriori assunzioni agevolate per 24 mesi, e nel numero massimo pari al 40% dei dipendenti giornalisti a tempo indeterminato, qualora assumano da subito disoccupati o cassintegrati con contratto a tempo indeterminato.
Nel caso delle nuove iniziative ci sarà un'unica limitazione: qualora l'assunzione riguardi giornalisti dimissionari, l'agevolazione contributiva sarà accordata a condizione che i colleghi risultino iscritti nelle liste Fnsi - Fieg da almeno sei mesi.
Trattandosi di un provvedimento che riguarda la materia contributiva, la delibera dell'Istituto dovrà ora passare all'esame delle Parti sociali (Fnsi e Fieg) e quindi dovrà essere inviata alla ratifica dei Ministeri vigilanti (Lavoro ed Economia). Da quel momento decorrerà l'agevolazione contributiva: saranno quindi accolte tutte le domande presentate entro un anno, dalla ratifica dei Ministeri.
"C'è da augurarsi quindi che l'atto approvato venerdì scorso dall'Inpgi non subisca la stessa sorte della riforma previdenziale la quale, varata dall'Istituto nel giugno 2005, è tuttora inoperante - scrive Gabriele Cescutti, presidente dell'Inpgi -. E ciò a causa della decisione della Fieg di esprimere il suo giudizio soltanto dopo la conclusione delle trattative per il rinnovo del contratto giornalistico, bloccate anch'esse da un anno.
Anche in questo caso, come in quello riguardante la riforma previdenziale, non vi sono norme che danneggino gli interessi delle aziende editoriali. Anzi, il recente provvedimento porta concreti benefici agli editori, addossando all'Inpgi buona parte del costo che deriverà dal riassorbimento di disoccupati e cassaintegrati. Continuare in un atteggiamento di totale chiusura significherebbe non tenere conto delle opportunità offerte per realizzare un minor costo del lavoro, contribuendo contemporaneamente ad abbassare il livello della precarietà e della disoccupazione che purtroppo caratterizza pesantemente anche la nostra categoria".